
Due nuovi direttori per E&P in un mondo che cambia
A partire da questo numero, Francesco Barone-Adesi affiancherà Francesco Forastiere nella Direzione Scientifica di E&P. Come sottolineano i due codirettori nella presentazione del loro progetto, il mondo è letteralmente cambiato di fronte ai nostri occhi nel corso degli ultimi cinque anni e continua a mutare vorticosamente ogni giorno – basti pensare al nuovo conflitto che vede coinvolti Iran, Israele e Stati Uniti d’America. La natura e le finalità di questa rivista non possono (e non vogliono) prescindere dalla situazione geopolitica attuale. In questo senso, non è un caso che ben tre editoriali di questo numero abbiano come oggetto alcune decisioni del Presidente Trump in grado di influenzare, negativamente, la salute negli Stati Uniti e non solo. Inoltre, il pezzo di Mariachiara Tallacchini sullo slittamento di significato del termine preparedness presso la Comunità europea – dall’ambito della gestione dei disastri a quello della preparazione a un conflitto militare –, il Position paper di AIE e SIMM riguardo ai possibili effetti sulla salute del patto europeo su migrazione e asilo, l’editoriale di Francesco Forastiere sulla Seconda Conferenza Globale dell’OMS su inquinamento atmosferico e salute, l’appello rivolto alla comunità scientifica da Carlo Rovelli et al. in opposizione al piano di riarmo europeo e la rassegna di Emanuele Sbraga et al. sulla nuova legislazione farmaceutica europea ampliano ulteriormente la prospettiva e ci ricordano che tante partite importanti per la salute si giocano a livello sovranazionale e meritano di essere monitorate con attenzione.
Volgendo, invece, lo sguardo a quello che succede nel nostro Paese, il dossier contenuto in questo numero cerca di illuminare un aspetto ancora largamente negletto: la tutela della salute dei detenuti nelle carceri italiane. Se è vero che il grado di civiltà di un Paese si valuta osservando le condizioni delle sue carceri, l’Italia ha ben poco di cui andare fiera. A questo proposito, la serie storica del tasso di suicidi in ambito detentivo riportata da Nicola Cocco – in continuo aumento dal 2016 a oggi – è particolarmente eloquente e dovrebbe interrogare i decisori politici che si sono avvicendati da allora. A tutti gli effetti, la situazione delle carceri italiane è assimilabile a una “emergenza sanitaria normalizzata”, dove il principio dell’equivalence of care per le persone detenute rispetto al resto della popolazione è vero spesso solo sulla carta e, comunque, quasi mai si traduce in un equivalence of outcome. Fare ricerca e interventi in questo contesto è “dannatamente difficile, ma anche dannatamente necessario”. E anche dannatamente possibile, come mostra il progetto europeo RISE-Vac sulle pratiche vaccinali nei luoghi di detenzione.
Inoltre, la riflessione sullo stato del nostro SSN e sui possibili interventi correttivi si arricchisce di nuovi contributi: l’editoriale di Giuseppe Costa prova a guardare alcuni fenomeni noti da una diversa angolazione, mentre Valeria Belleudi e Antonio Addis, attraverso la vicenda del nirsevimab, mettono in evidenza alcune criticità nel garantire equità e uniformità alle politiche sanitarie delle diverse Regioni. Gli articoli di Sara Tunesi et al. e di Maria Teresa Greco et al. propongono, invece, nuovi approcci metodologici, rispettivamente, nell’ambito del monitoraggio dell’assistenza a livello distrettuale e nell’ottimizzazione della gestione della cronicità.
Allegato a questo numero, il supplemento dedicato al progetto CCM Climactions dedicato alle buone pratiche di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici nelle città italiane.
Non mancano ovviamente le rubriche e le recensioni, ormai un caposaldo di questa rivista.
Buona lettura!
INDICE
Editoriali
Attualità
Articoli scientifici
Interventi
Rubriche
Sollevare carichi… con il fil di ferro
Ambiente e salute: informare e formare pediatri, famiglie e bambini. L’impegno della Società Italiana di Pediatria
Alcune considerazioni sull’uso della defined daily dose in farmacoepidemiologia
Come proteggersi dal morso di zecca e dalla TBE? Esperienze e conoscenze dei residenti nell’arco alpino orientale