La prevenzione delle malattie infettive costituisce una priorità in sanità pubblica, specialmente negli ambienti di deprivazione della libertà come le carceri, dove la presenza di persone appartenenti a gruppi sociali vulnerabili rende essenziale l’implementazione di strumenti efficaci, quali la vaccinazione.1,2  In questo contesto, il progetto RISE-Vac (Reaching the hard-to-reach: increasing access and vaccine uptake among prison populations in Europe) ha rappresentato un’importante iniziativa europea finalizzata a migliorare la copertura vaccinale e l’accessibilità ai servizi vaccinali in carcere. Finanziato dal 3° Programma Salute dell’Unione Europea e coordinato dall’Università di Pisa, il progetto si è svolto da maggio 2021 a novembre 2024 coinvolgendo sei Paesi europei (Italia, Regno Unito, Francia, Germania, Cipro e Moldova) e nove istituzioni partner, tra cui università, enti sanitari e amministrazioni penitenziarie. 

Negli ambienti detentivi, caratteristiche quali l’alta densità abitativa, le condizioni igienico-sanitarie precarie legate spesso al sovraffollamento, il maggior carico di malattia rispetto alla popolazione generale, il basso livello di immunizzazione, le difficoltà nell’accesso ai servizi sanitari e l’elevato turnover della popolazione favoriscono la diffusione delle infezioni, rendendo particolarmente complessa la prevenzione delle malattie infettive.3 Infezioni prevenibili con la vaccinazione come HBV (virus dell’epatite B), HPV (papillomavirus umano), influenza, COVID-19, morbillo e infezioni pneumococciche sono particolarmente rilevanti per le conseguenze sulla salute individuale e collettiva in carcere. Alcuni agenti infettivi, come HBV e HPV, costituiscono fattori eziologici di neoplasie come il carcinoma epatocellulare (nel caso di HBV), il carcinoma della cervice uterina e diversi altri tumori anogenitali e orofaringei (nel caso di HPV).4

Multidimensionalità e partecipazione: un approccio innovativo

Un aspetto centrale del progetto RISE-Vac è stata l’analisi comparativa condotta in venti Paesi europei sulle pratiche vaccinali adottate nelle carceri, che ha evidenziato notevoli differenze nella disponibilità e nella tipologia di offerta vaccinale.5 Mentre la vaccinazione contro il COVID-19 è stata ampiamente somministrata in risposta alla pandemia,6 altre vaccinazioni fondamentali, quali HBV, influenza, HPV e pneumococco, risultano spesso trascurate o somministrate solo in modo episodico, tipicamente in risposta a focolai epidemici.5

RISE-Vac ha adottato un approccio metodologico multidimensionale, basato su analisi quantitative e qualitative. Uno studio osservazionale è stato realizzato per valutare il grado di alfabetizzazione sanitaria (vaccine literacy) e quantificare il livello di esitazione vaccinale (vaccine hesitancy) tra persone detenute e personale carcerario.7 I risultati delle analisi hanno messo in luce le tre dimensioni principali che la vaccine hesitancy presenta nelle carceri europee coinvolte nello studio: sfiducia verso le istituzioni sanitarie, preoccupazioni per la sicurezza dei vaccini e credenze legate a teorie del complotto sono determinanti nella mancata vaccinazione. Le analisi statistiche condotte, inoltre, hanno mostrato una correlazione inversa tra i livelli di alfabetizzazione vaccinale e la presenza di esitazione vaccinale, confermando l’importanza di interventi educativi mirati per migliorare l’adesione alle vaccinazioni.7 Sulla base dei risultati ottenuti e utilizzando una metodologia partecipativa, è stata coinvolta attivamente la popolazione detenuta e il personale carcerario nella produzione e nella validazione di materiali educativi specifici. Questo approccio innovativo ha permesso di identificare con maggior precisione le esigenze informative e formative delle due popolazioni target.5

Due criticità strutturali e raccomandazioni per superarle

Durante l’implementazione del progetto sono emerse numerose difficoltà di carattere metodologico, logistico ed etico. Le limitazioni dovute ai protocolli di sicurezza delle strutture penitenziarie, la carenza di personale sanitario e la difficoltà nel garantire follow-up a lungo termine hanno rappresentato sfide significative. Inoltre, la raccolta del consenso informato dalle persone detenute ha richiesto l’adozione di misure etiche specifiche e un dialogo costante con le autorità penitenziarie e sanitarie. Per affrontare queste problematiche, RISE-Vac ha promosso una stretta collaborazione con il personale delle strutture detentive, adottando strategie flessibili nella progettazione degli studi e coinvolgendo persone con esperienze di detenzione nella pianificazione e realizzazione degli interventi. RISE-Vac, inoltre, ha identificato due criticità strutturali particolarmente rilevanti e fra loro interconnesse: la difficoltà nel garantire la continuità delle cure al momento del rilascio e la mancanza di sistemi informativi integrati per monitorare adeguatamente le coperture vaccinali nel tempo.

In risposta alle problematiche emerse, il progetto ha elaborato una serie di raccomandazioni operative, strutturate secondo un approccio lifecourse di offerta vaccinale incrementale: da uno standard minimo a livelli crescenti di offerta, a seconda delle risorse disponibili, delle indicazioni nazionali e del quadro epidemiologico nei diversi contesti. Queste raccomandazioni spaziano da interventi vaccinali minimi e prioritari (HBV, influenza e COVID-19), fino a modelli estesi che prevedono vaccinazioni di recupero e la prevenzione delle patologie oncogene, come HPV. È stato enfatizzato il ruolo cruciale di una pianificazione sistematica e regolare dei servizi vaccinali, con il coinvolgimento attivo del personale sanitario carcerario.9

Tra i risultati più significativi del progetto figura lo sviluppo partecipato di materiali educativi innovativi, progettati specificamente per il contesto di deprivazione della libertà, sottoposti a valutazioni pilota nelle carceri europee e disponibili in sette lingue. Parallelamente, sono state realizzate attività formative rivolte al personale penitenziario, volte a rafforzarne le competenze tecniche e comunicative per una promozione efficace delle vaccinazioni.10

In conclusione

Il progetto RISE-Vac ha offerto un esempio rilevante di ricerca applicata e interdisciplinare, combinando metodi rigorosi con approcci operativi pratici per affrontare il tema delle disuguaglianze sanitarie nelle carceri europee. Tutti i materiali prodotti nel contesto del progetto sono accessibili online.11 Auspichiamo che questo lavoro possa essere ampliato e approfondito attraverso ulteriori progetti e collaborazioni future, continuando a sviluppare strategie efficaci per promuovere la salute in un ambiente spesso considerato estraneo alla società. 

Conflitti di interesse dichiarati: nessuno.

Bibliografia

  1. World Health Organization. Declaration on prison health as part of public health: adopted in Moscow on 24 October 2003. 2003. Disponibile all’indirizzo: https://iris.who.int/handle/10665/352130
  2. World Health Organization. Leaving no one behind in prison health: the Helsinki conclusions. Copenhagen, WHO, 2020. Disponibile all’indirizzo: https://iris.who.int/handle/10665/352128
  3. Aebi MF, Cocco E. Prisons and Prisoners in Europe 2023: Key Findings of the SPACE I report. Council of Europe and University of Lausanne 2024. Disponibile all’indirizzo: https://wp.unil.ch/space/files/2024/06/SPACE_I_2023_Key_Findings.pdf --> non è più disponibile online
  4. Cocco N, Tramonti Fantozzi MP, Ihuthia JN et al. Cancer-preventing vaccination programs in prison: promoting health equity in Europe. Lancet Reg Health Eur 2024;43:100958. doi: 10.1016/j.lanepe.2024.100958
  5. Moazen B, Agbaria N, Ismail N et al. Interventions to increase vaccine uptake among people who live and work in prisons: A global multistage scoping review. J Community Psychol 2024;52(8):1091-107. doi: 10.1002/jcop.23077
  6. Mazzilli S, Cocco N, Petri D et al. Implementation of COVID-19 vaccination services in prison in six European countries: translating emergency intervention into routine life-course vaccination. BMC Public Health 2024;24(1):1001. doi: 10.1186/s12889-024-18063-2
  7. Petri D, Fornili M, De Vita E et al. Assessing vaccine hesitancy and vaccine literacy among the European prison population and staff: A multicentre observational study. Vaccine X 2024;20:100537. doi: 10.1016/j.jvacx.2024.100537
  8. Moazen B, Tramonti Fantozzi M, De Vita E et al. Vaccines and vaccination in prison settings: availability and model of service delivery in 20 European countries. BMC Public Health 2024;24(1):2716. doi: 10.1186/s12889-024-20207-3
  9. De Vita E, Thanasi E, McGregor-Harper J et al. Strengthening vaccination services in prison settings. Public health guidance. RISE-Vac 2024. Disponibile all’indirizzo: https://media.tghn.org/medialibrary/2025/03/RISE-Vac_DL4.3_Guidance_document_web_final.pdf
  10. Laryea-Adekimi F, D’Arcy J, Bardelli A et al. RISE-Vac-Co-production of Vaccine Education Materials with Persons Living in Prison. Emerg Infect Dis 2024;30(13):S55-61. doi: 10.3201/eid3013.230812
  11. RISE-Vac. WEPHREN. Disponibile all’indirizzo: https://wephren.tghn.org/rise-vac/ (ultimo accesso: 22.03.2025).

 

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