Sono pienamente d'accordo. La parcellizzazione della conoscenza e della formazione e l'incasellamento rigidissimo degli inquadramenti e dei titoli richiesti per accedere a varie posizioni sono purtroppo una caratteristica che si ripete inossidabile in tanti altri contesti, non certo da ultimo in quello universitario, mentre poi spesso i decisori non sono competenti o non ascoltano chi lo è! Se, come diceva un mio collega, ci vogliono due generazioni per riformare e non solo rimescolare l'esistente, quanto dovremmo avere appreso dalla pandemia sarà utile nell'immediato? Però forse sta anche a noi, che non assisteremo a due generazioni a venire, cominciare o continuare adesso a fare il possibile. Per quanto riguarda le riviste scientifiche, non sempre è possibile scrivere articoli che servano allo sviluppo delle attività di sanità pubblica, ma di certo dovremmo fare in modo che gli articoli contengano perlomeno degli spunti in tal senso. E' vero infatti che il birdwatching sta aumentando e credo che spesso ci siano troppi watcher sulla stessa piattafome di osservazione...
Ho conosciuto Andrea quando ero junior epidmiologa come lui. Insieme abbiamo partecipato ad iniziare progetti a lungo termine del gruppo di Berrino. Spesso siamo stati in disaccordo. Poi abbiamo preso strade diverse e ci siamo incrociati solo occasionalmente. Ma ricordo la sua caparbietà ed onestà nel perseguire le sue idee. E lo ricordo con affetto vero a dispetto delle differenze.
Ciao Andrea
Paola
Conoscevo Andrea dai tempi in cui mi occupavo di tumori. Quel giovane ragazzo schivo al fianco di Franco mi aveva colpito per la sobrietà,competenza e motivazione. Le persone come Andrea nobilitano la razza umana.
Addio Andrea
Lorenzo
Molto interessante, grazie.
Gentile Sig. Alesso,
ddesidero in primo luogo ringraziarla per il costante iinteresse verso il nostro lavoro in SENTIERI.
Già dal Quinto Rapporto il gruppo di lavoro ha sviluppato una particolare attenzione agli aspetti comunicativi, proprio perché consapevole dell'interesse delle comunità residenti nei siti studiati.
Nel commentare i risultati, non è possibile omettere la nozione del possibile contributo dello stile di vita, o di altri fattori, all'eccesso presentato da una particolare patologia per la quale esiste un'evidenza scientifica del ruolo che questi fattori hanno per la sua insorgenza. Non farlo comporterebbe una comprensione distorta del dato, lasciando passare il messaggio che l'esposizione ambientale ne sia l'unica ragione eziologica.
Allo stesso modo sottacere la bassa numerosità di casi che a volte è presente sia pure in presenza di eccessi, metterebbe sullo stesso piano stime con diverso grado di precisione.
Entrambi i comportamenti derivano dal rigore scientifico adottato dal gruppo di lavoro, e dal rispetto dei canoni di una corretta comunicazione.
Sperando di aver risposto esaurientemente alle sue gradite osservazioni, resto a sua disposizione per ogni eventualità.
Amerigo Zona
Responsabile scientifico del Progetto SENTIERI
Dipartimento Ambiente e Salute
Istituto Superiore di Sanità
Gentile Sig. Alesso,
desidero ringraziarla per il costante interesse per il nostro lavoro in SENTIERI.
Già dal Quinto Rapporto il gruppo di lavoro ha sviluppato una particolare attenzione agli aspetti comunicativi, proprio perché consapevole dell'interesse delle comunità residenti nei siti studiati.
Nel commentare i risultati, non è possibile omettere la nozione del possibile contributo dello stile di vita, o di altri fattori, all'eccesso presentato da una particolare patologia per la quale esiste un'evidenza scientifica del ruolo che questi fattori hanno per la sua insorgenza. Non farlo comporterebbe una comprensione distorta del dato, lasciando passare il messaggio che l'esposizione ambientale ne sia l'unica ragione eziologica.
Allo stesso modo sottacere la bassa numerosità di casi che a volte è presente sia pure in presenza di eccessi, metterebbe sullo stesso piano stime con diverso grado di precisione.
Entrambi i comportamenti derivano dal rigore scientifico adottato dal gruppo di lavoro, e dal rispetto dei canoni di una corretta comunicazione.
Sperando di aver risposto esaurientemente alle sue gradite osservazioni, resto a sua disposizione per ogni eventualità.
Buongiorno,
ero presente alla presentazione del VI° rapporto Sentieri tenutasi lo scorso 23 febbraio a Roma.
Come associazione, ringraziando infintamente per il lavoro che fate, vorremmo evidenziare alcuni aspetti comunicativi che contribuiscono a rendere difficile la percezione dell’ingiustizia ambientale che il nostro territorio subisce.
Il primo è quando fate riferimento, tra le concause, agli stili di vita. A meno che ci siano evidenze scientifiche significative che dimostrino differenze significative tra lo stile di vita dei residenti nei comuni appartenenti ai SIN e la popolazione di riferimento, la dicitura risulta fuorviante o molto utile a chi ha interesse a minimizzare la percezione sulle conseguenze dell’inquinamento sulla salute.
Il secondo è quando si fa riferimento alla poca potenza statistica di alcuni dati che riguardano l’eccesso di incidenza di determinate malattie correlabili all’esposizione ad alcuni contaminanti. dovuti al fatto che spesso la popolazione in esame è demograficamente esigua. Spesso passa il messaggio che il dato è tanto vero quanto falso.
In poche parole, la comunicazione dovrebbe tener in conto che nei sin una parte di popolazione ha un interesse concreto a minimizzare le conseguenze dell’inquinamento.
Cordialmente
Giuseppe Andrea Alesso
Tuteliamo il golfo dell’Asinara
In questo post del 4 gennaio non si parlava nè di vaccini nè di farmaci ... semplicemente si richiamava al dovere civile di evitare di farsi tramite di contagio. Quando una malattia si diffonde per contatto interpersonale credo che ci si debba render conto che esser la causa di un contagio equivale ad essere ladri di salute. Quindi la prevenzione principale passa dalle precauzioni di ciascuno, sopratutto quando si è contagiati. Tutto qui, e dare più valore ad altri interessi rispetto alla salute è come adorare falsi idoli. Tutto qui ...
Inizialmente pensavo che il testo di questo ‘post’ fosse improntato all’ironia, ma poi ho notato la serietà dei toni e delle argomentazioni. A leggere alcuni suoi commenti nei blog, in cui ci si imbatte non di rado, quando si accede alla home page della rivista Epidemiologia e Prevenzione, spesso sembra di sentir parlare un ‘dottore della legge’, e questo ‘post’ non fa di certo eccezione.
Mosè che chiede un altro comandamento?... Nella mia semplicità, pensavo che fosse stato il suo Dio a richiamarlo sul monte Sinai e a dare a lui e al Suo popolo i comandamenti…mentre li giù altri facevano un dio a loro immagine e somiglianza.
In questo tempo ho sentito dottori della legge della scienza, di fronte a molte incertezze, prima evocare il dio dell’effetto gregge (a soglie progressivamente crescenti), poi invitare alla devozione indiscriminata della popolazione al dio del farmaco liberatore da tutti i contagi e da tutti i mali.
Ho visto poi dottori della legge terrena dividere gli uomini nelle due schiere di peccatori e non peccatori, condannando quelli giudicati come peccatori al pubblico ludibrio.
Piuttosto, da semplice ricercatore, sono oggi alla ricerca di risposte che siano al passo con i tempi e credibili. Un esempio riguarda l’attesa dei risultati di analisi del rapporto costi-benefici per fasce di età e per condizioni pregresse di suscettibilità o per gruppi di patologie relative ad interventi farmacologici e di altro tipo a carattere preventivo e curativo. Sono stato colpito da diverse pubblicazioni, apparse negli ultimi mesi, sugli effetti collaterali della vaccinazione (ne riporto solo una in calce a questo messaggio, scelta anche per l’autorevolezza di alcuni autori). Da semplice cittadino, poi, mi hanno impressionato soprattutto le testimonianze sugli effetti avversi, spesso oggetto di offuscamento e derisione, anche da parte di alcuni rappresentanti della classe medica (provare per credere). A tal riguardo segnalo a tutti il documentario INVISIBILI, promosso dall’Associazione Ascoltami (https://www.comitatoascoltami.it/). Il film, che contiene molte testimonianze, è visionabile liberamente al seguente link https://invisibili.playmaster.it/ .
Concludo con una preghiera al ‘mio Signore e mio Dio’ che illumini la mente di chi dichiara di essergli fedele perché camminando sulle Sue vie diventi ‘sacerdote, re e profeta’ del Suo Regno.
Fraiman J, Erviti J, Jones M, Greenland S, Whelan P, Kaplan RM, Doshi P. Serious adverse events of special interest following mRNA COVID-19 vaccination in randomized trials in adults. Vaccine 2022;40(40):5798-5805.
Gent. Redazione e Autori, grazie della disponibilità al dibattito scientifico.
La risposta degli Autori ci ha però lasciato un importante dubbio interpretativo:
1) La Tab. 5 dell'articolo mostra valori di HR crescenti con la distanza dalla 2a dose (HR=0,31 se <4 mesi, HR=0,51 se <5 mesi, HR=0,57 se <6 mesi), poi con rischio maggiore rispetto ai non vaccinati, a 6-7 mesi (HR=1,47) e 7+ mesi (HR=3,77), con valori ridotti dopo il booster (HR=0,33)
2) il fenomeno per noi merita approfondimento. Gli autori rispondono dall'ultimo capoverso di pag. 300 alla fine del primo a pag. 301, con riferimento ai necessari aggiustamenti, non trattandosi di studio sperimentale.
Concordiamo. Ma i dati nella Tab. 5, come scrivono gli autori in nota a margine, sono "# modelli tempo-dipendenti aggiustati per genere, età in classi quinquennali, stato socio economico, cittadinanza (italiana vs straniera) e numero di comorbidità e con l'ultima vaccinazione effettuata nel periodo 01/10/2021-31/12/2021 come variabile tempo dipendente".
Si chiede dunque di chiarire se i valori di HR in tab. 5 siano effettivamente aggiustati per età, comorbidità e gli altri fattori citati.
Se tale operazione avvenuta, come avevamo inteso:
Se invece non si fosse attuata tale correzione, qualunque confronto di HR, incluso il risultato finale sulla efficacia del booster, sarebbe privo di significato.
In aggiunta al suddetto punto principale, crediamo legittimo l'interesse di chi ha a cuore la salute della comunità di sapere se, proseguendo il follow-up sugli effetti del booster, di necessità molto breve all'atto della pubblicazione (con oltre l'80% delle dosi somministrate nell'ultimo mese e mezzo del follow-up documentato), i rilevati effetti positivi si siano mantenuti, o se sia accaduto qualcosa di simile a quanto associato al trascorrere del tempo dopo la 2a dose.
Dr. Sandro Sanvenero, a nome anche di altri firmatari della Lettera
Che la pandemia da SARS-Cov-2 sia in una fase diversa è proprio l'oggetto del post che ne evidenzia le differenze. Che il problema sia se definirla oggi pandemia, epidemia o endemia non mi sembra sia determinante. Di sicuro riguarda sempre tutto il mondo, ha fasi ancora di rapida diffusione, la suscettibilita si è modificata ma non è sparita, ecc.
Chiamamola pure endemia se vogliamo, o se ci sembra definizione tecnicamente più corretta ( ho però dei dubbi), ma il vero problema è chiedersi se il virus continui a circolare intensamente, se crei sempre problemi di carico assistenziale, se sia responsabile ancora di molti decessi.
Mi sembra che ci sia troppa voglia di considerare il Covid un problema ormai del passato. In tre anni la situazione sicuramente è notevolmente mutata ma non si è purtroppo estinta.
Troppe volte abbiamo detto "c'est fini" ed invece il virus poi ci ha smentito. L'WHO è tornata a consigliare le mascherine, ha dato l'allerta di una possibile nuova ondata in Europa, la situazione di molti paesi e tutt'altro che sotto controllo.
Speriamo che la "pandemia/endemica" finisca presto, ma non abbassiamo la guardia e non facciamoci trovare impreparati se il virus rialza la cresta!
L'analisi dei tre anni passati è molto interessante ma non sono d'accordo sull'affermazione che la pandemia stia continuando. Ogni pandemia trova la sua ragione di essere nella circolazione di un patogeno a cui tutta la popolazione è completamente suscettibile. Dopo tre anni e i numeri che abbiamo visto la popolazione italiana è quasi tutta almeno parzialmente immune. Le infezioni continuano a circolare ma gli effetti più dannosi si sono ridotti grandemente e stiamo entrando in una fase di endemia. Questo non vuol certo dire che dobbiamo lasciar correre le infezioni senza tentare di limitarle, ma prendere atto che quanto fatto finora ci sta traghettando in una nuova fase.
Il webinar si può seguire al link:
https://www.facebook.com/watch/AssociazioneItalianaEpidemiologia/
oppure:
Non riesco ad accedere al webinar odierno L’epidemiologia
di fronte alla possibilità di un conflitto nucleare. Chiedo aiuto.
I programmi sono/siamo tutti capaci a farli, ma bisogna essere altrettanto capaci ad
attuarli. Oggi come oggi per fare un esame (per es.: colonscopia, ci sono tempi di attesa lunghissimi, oltre un anno), mentre se vai privatamente non ci sono problemi per non parlare di persone che devono pagarsi un intervento chirurgico.
Mi chiedo perche non c'è una rete TV pubblica o privata che non faccia un serio servizio su questo problema.
Non basta essere medico per aver ragione! Quando la comunità scientifica approva un "vaccino", anche se non ricavato come per il vaiolo dalle vacche ... ma con un effetto di fatto assimilabile, chi lo critica deve portare valide evidenze scientifiche. Che poi le case farmaceutiche, che di certo peraltro non sono degli angeli, diventino però un trust di ingannatori, beh per lo meno si dovrebbero portare prove solide e non pareri fantasiosi di critica complottistica!
Mi preoccupamo molto i medici che invece che confrontarsi con argomentazioni solidamente scientifiche usano slogan vacui e inconsistenti.
Mi sembra arduo poter argomentare seriamente, sopratutto date le evidenze basate sulle analisi dei dati disponibili, che i vaccini per il Covid non siano stati essenziali o addirittura siano stati nocivi.
Ciascuno ha il diritto di pensarla come vuole, ma mi sembra che Ippocrate abbia dati ai medici dei chiari valori cui dovrebbero attenersi!
non vorrei commentare l' analisi delle probabilità ma vorrei sottolineare da medico che una cosa sono i vaccini una altra cosa è la terapia con prodotti a mRNA.
Far passare i prodotti ad mRNA per vaccino è un trucco di marketing per poter inserire i prodotti nel mercato. Purtroppo sono prodotti farmacologici di terapia che per principio dovrebbero essere somministrati solo a pazienti con patologie suscettibili a queste terapie (previa autorizzazionione relativa) da trattate e non a soggetti sani in cui si possono somministrare solo vaccini.
Purtroppo facciamo molte analisi ingannati dal tranello steso dalle case farmaceutiche...
Grazie
Finchè ci saranno professionisti che si strofinano le mani al pensiero delle attività annesse, quindi delle remunerazioni collegate a tali eventi, il pianeta non avrà mai speranza. Ne abbiamo appena avuto un esempio lampante con l'evento pandemico. Bisogna cambiare rotta, anche se credo sia già troppo tardi osservando il pensiero e l'agire delle nuove generazioni. Specchio di malvagi principi e valori a loro trasmessi. Chi lavora solo per passione oggigiorno ???
Perchè possa chiamarsi "pubblica o collettiva" la Sanità deve essere capace, consapevole e matura nel leggere e comprendere i molteplici dati ed informazioni che arrivano dagli ospedali, dalle cause di morte, dal consumo di farmaci e dai dati ambientali, indoor ed outdoor, per diventare una Sanità di iniziativa che propone e suggerisce ai cittadini, agli amministratori e politici quale cammino è sostenibile per la salute pubblica e quale no. Una sanità piegata e in difensiva, non aiuta anzi è il peggior nemico di sè stessa.
Nessun problema, ve li invio. Basta che mi citiate nel caso li divulghiate, dato il lavoro fatto. I dati sono presi dal sito ISTAT e dal sito TUTTITALIA, che ha anche i dati storici dell'ISTAT
Se mi date un'indirizzo mail vi invio il foglio Excel
È impossibile risponderle senza capire come lei abbia fatto i calcoli! Chi ha una pratica scientifica non ha paura delle critiche e se lei risulta aver ragione gliela riconosceremo. Ma chi critica deve anche mettere a disposizione i propri calcoli e i dati utilizzati. Ce li invii e le diremo cosa ne pensiamo. Così come lei scrive non si può concludere null'altro. Buon lavoro!
Mi sono elaborato tutti i dati Istat del periodo 2005 - 2020
Ho analizzato la mortalità per fascia d'età, che trovo la cosa più logica, dato che al 2020 avevamo 4.420.000 over 80, contro i 2.900.000 scarsi del 2005
Se avessimo avuto nel 2020 la stessa mortalità far fasce d'età del 2005, ci sarebbero stati 48.000 morti in più
Se avessimo avuto la mortalità media 2005/2010/2015, ci sarebbero stati 1.200 morti in meno
Se avessimo avuto nel 2020 la mortalità peggiore far fasce d'età degli ultimi 15 anni, ci sarebbero stati addirittura 58.000 morti in più
In compenso nei primi 8 mesi del 2022 abbiamo avuto 3.400 morti in più rispetto allo stesso periodo del 2020.
Nel 2010 avevamo 9 milioni di over 70, nel 2020 quasi 10,5 milioni
Gli vogliamo dare la vita eterna a questi 1.5 milioni di anziani in più?
Siamo un popolo di anziani, tutto qui
Se tutti gli over 50 attuali arrivassero a vivere 90 anni, avremmo nei prossimi 40 una mortalità media pari a 680.000 individui all'anno, SOLO per vecchiaia, senza contare la mortalità degli under 90.
Di cosa ci stupiamo di fronte a 740.000 morti???
Dov'è la pandemia???
L'uomo pacifico sa perdonare e stende la mano al nemico.
L'uso delle armi non è mai neutrale nè tattico.I traumi di guerra restano nel tempo tanto e più delle cicatrici delle ferite sulla pelle.
Chi ha aggredito va fermato; la difesa è spesso più difficile dell'offesa ma gli altri paesi devono essere disposti a parlare non tanto con le armi ma con il dialogo.
So che possono essere le solite parole scritte in un paese dove esiste la libertà di espressione ma quando questa non esiste bisogna farsi voce del silenzio e della repressione.
I
Caro Vittorio, come sai sono del tutto d'accordo nel ritenere che ahimè la prevenzione non sia più nella testa dei governanti! Però non è solo importante riorganizzare le strutture operative, ma anche sviluppare la conoscenza dei determinanti della salute perché è solo così che si può decidere che fare. Permettimi poi di osservare che Sistema e Servizio sanitario sono due cose diverse: Servizio (Ssn) è l'insieme delle attività sanitarie istituzionali, Sistema invece è tutto ciò che riguarda la salute anche se non fa parte del Servizio. Ad esempio tutte le attività ISTAT riguardanti la salute sono nel Sistema e non nel Servizio. Comunque questi sono solo problemi terminologici. L'importante è prevenire prima che curare, e su questo siamo d'accordo ed infatti la rivista si chiama Epidemiologia & Prevenzione ... l'epidemiologia se non servisse per la prevenzione servirebbe molto di meno! Ma la Prevenzione senza epidemiologia funzionerebbe anch'essa molto di meno.
Non esiste il Sistema sanitario. Esiste il SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE per legge. Esistono i decreti attuativi. Esiste la Costituzione e i Livelli Essenziali di Assistenza(LEA). Esiste il Parlamento, il Governo nazionale e il Ministero della Salute, le Regioni e le Province Autonome di Trento e di Bolzano. Ci sono un centinaio di ASL, di Dipartimenti di Prevenzione, di Distretti, di Ospedali. Si spendono risorse pubbliche pari a 120 miliardi di euro all'anno per il SSN, i due terzi dei bilanci delle Regioni si spendono per la sanità. La parola prevenzione non si sente più. I settori più in crisi sono la prevenzione che anche i "migliori" non usano più utilizare, forse in quanto impegnati a ripristinare la salute?. L'Assistenza primaria molti non sanno neppure che cosa sia, mentre stupidamente viene usato il termine ufficiale Cure Primarie come che per esempio i MMG e i PLS non dovessero essere coinvolti come protagonisti nelle attivita di informazione , comunicazione, educazione alla salute e soprattutto nelle attività di prevenzione primaria, secondaria, terziaria con i Dipartimenti di Prevenzione e con il resto dei servizi e delle strutture territoriali.
buongiorno.
giorni addietro un epidiemologo ha detto che in Italia il numero di morti COVID rimane molto alto rispetto ad altri paesi . confrontandomi con parenti che vivono all' estero ho saputo che i protocolli di cura casalinga dei primi sintomi dell' infezione sono gli stessi che in Italia e questo grosso modo vale anche per le cure ospedaliere .
Domande : qui da noi si stà sbagliando qualcosa a livello di protocolli ? noi Italiani siamo particolarmente deboli e predisposti ai problemi polmonari ? negli altri paesi stanno nascondendo i reali numeri dei decessi dovuti all' infezione ?
grazie
dei sorrisini e delle contumelie degli avvocati delle difese, del doversi difendere dai colleghi che fanno carriera grazie alle loro prestazioni in favore dell'industria, del modo come si presentano in udienza. Dovrebbe essere chiaro a tutti che il consulente del PM cerca la vertà, mentre i difensori fanno la loro parte. Un maggiore rispetto per la funzione del Consulente di Giustizia (Giudice o PM) purtroppo non lo si trova nel nostro ordinamento. Il Consuente è comunque un sobordinato. Il potere sa bene difendersi e lo fa anche con questi metodi. Una riforma del ruolo del Consulente di Giustizia, un divieto per chi svolge cariche pubbliche di essere consulente (strapagato) di altri interessi, sarebbero forse i primi passi verso una maggiorre considerazione del ruolo che anch'io, peraltro con soddisfazione, ho ricoperto. Come conseguenza anche le retibuzioni potrebbero cambare.
Due rapide osservazioni dopo un iniziale esame dei programmi dei partiti :
(1) Se con la sanita' delineata da questi programmi dovesse arrivare un altro virus tipo SARS-Cov-2 saremmo organizzativamente preparati come nel Gennaio 2020 : i miglioramenti di risposta all'epidemia potrebbero soltanto provenire dai sanitari (peraltro diminuiti di numero) sulla base della loro esperienza, sia diretta sul campo che elaborata attraverso il gran volume di studi scientifici
(2)Con programmi di questo genere e vigore di convinzione e formulazione il ministero dell'economia non avra' nessuna difficolta' a essere ancora per un buon momento il direttore d'orchestra della politica sanitaria.
vedo solo ora la risposta di cesare Cislaghi; comprendo l'invito a essere più aderenti al tema proposto di volta in volta; tuttavia credo che la "confusione" che abbiamo constatato nel riconoscere il confine tra malattia professionale e malattia comune si di stretta competenza della epidemiologia; ha ragione Cisalghi : i mio è stat uno sfogo da indirizzare ad altri interlocutori (cosa che comunque è stata fatta); alla fine la lavoratrice, immigrata, "povera" , cargiver, non è stata risarcita nè dall'Inail nè dall'Inps; poi è arrivato il caro-bollette...tutto questo distress produce malattia...
Complimenti per il vostro lavoro, continuerò a leggere con grande intenzione e interesse.
Vito Totire
https://cdn.pagellapolitica.it/wp-content/uploads/2022/08/Programma-Unione-Popolare.pdf
Al punto 4 una sintesi del programma di Unione Popolare per la sanità pubblica.
Grazie
Segnalo anche questa analisi dei programmi elettorali: https://salutedirittofondamentale.it/
Puoi inserire il link dove trovare il programma elettorale dell'Unione e sintetizzare le loro idee relative alla Sanità? Lo stesso invito vale per eventuali altre formazioni politiche non inserite nel mio post!
Caro Cesare, hai dimenticato il programma di Unione Popolare.
Cordiali saluti
Facendo grossolanamente dei calcoli grezzi presupponendo che la struttura eta-genere dei positivi sia la stessa della popolazione generale:
su 60.000.000 abitanti muoiono 1.800 persone al giorno, cioè 3 per 100.000
su 750.000 positivi prevalenti ci sono 113 decessi al giorno, cioe 15 per 100.000
RR = 15/3 = 5 i positivi muoiono cinque volte i negativi
Poi il calcolo sarebbe da fare per eta e genere e magari anche per area geografica e, potendo, per cronicita.
Nessuno, tranne chi va sotto il tram, muore solo per una "causa" specifica! Ci sono sempre molte concause e sopratutto per gli anziani difficilmente non ci sono situazioni senza qualche presenza di situazioni patologiche. Per definire la causa allora si devono seguire le norme della classificazione ICD. E concettualmente la causa principale è quella per cui se non ci fosse stata non ci sarebbe stato decesso. Attualmente i decessi dei positivi Covid non sono piu come nei primi tempi per polmonite interstiziale ma molti per sepsi non controllabili. In ogni caso si puo calcolare qual è il numero atteso giornaliero dei positivi prevalenti applicando iñ tasso generale di mortalita per eta e genere. Il rapporto tra l'osservato e l'atteso fa il rischio relativo di morire di Covid che attualmente è tra il 4 ed il 5. E questa è la sovramortalita per Covid che prescinde dalla definizione della causa specifics. Comunque oggi grazie ai vaccini i decessi dei positivi sono scesi sotto al due per mille e non c'è alcuna evidenza che genericamente vi siano problemi di sssistenza inadeguata.
Condivido totalmente l'esigenza di far di tutto per prevenire i conflitti ed anche il ruolo che possono averne i medici e l'ambiente della sanità tutta.
Vorrei solo però che non si cadesse nel pericolo di medicalizzare la pace e la guerra. Le guerre sottraggono moltissima salute, ma non sono malattie, l'origine non è biologica, l'origine è politica ed etica.
Prevenire le guerre è un compito di tutti noi, delle scelte politiche ed economiche che noi facciamo come singoli, come popoli, come Governi.
Non si guariscono le guerre con i farmaci, con il bisturi e neppure con le psico terapie. Come conservare la pace non è una ricetta che troviamo sui testi di clinica medica!
Però impegnamoci perchè si riesca a stare tutti senza guerre!
Non spetta a me dare un giudizio sulle decisioni del Governo, però credo si debba distinguere tra il prima ed il dopo vaccini.
Le misure dei primi mesi dell'epidemia, misure che non potevano ancora avere evidenze certe di efficacia, credo abbiano fatto risparmiare molte molte vite! erano necessarie e a posteriori si sono dimostrate efficaci seppur abbiano richiesto molti sacrifici alla libertà di tutti noi.
Con i vaccini poi il problema era come incentivarne l'adesione ed il Green Pass sicuramente ha funzionato seppur i vaccini stessi si siano poi dimostrati efficaci per prevenire le conseguenze gravi ma non altrettanto per i contagi, e a tal fine forse il Green Pass non è stato così efficace.
Poi le ragioni economiche sono diventate sempre più esigenti e non so se ci sia stata una rinuncia a misure preventive perr favorire l'economia. Forse il bilanciamento costi-benefici non è sempre stato lineare ma sicuramente ci sarà chi ritiene che si sia puntato troppo per ridurre i costi e chi invece pensa che si sia puntato troppo per ottrenere i benefici.
Chi ha preso le decisioni credo abbia cercato una sintesi "politica" al problema nell'interesse della collettività dato che sia costi che benefici sono diversi a seconda dei singoli ma devono essere valutati sulla complessità del paese.
Se dovessi dare un voto al Governo non darei la lode ma sicuramente darei la sufficienza e forse anche qualcosina in più.
Riflettendo sulle affermazioni:
Perchè si parlasempre di morte "per Covid-19" e non si dice, più semplicemente, morte per "polmonite interstiziale"? Parliamo del fatto che oggi, nel 2022, si muia di polmonite causata ,solo come fattore scatenante, da un virus, il SARS-CoV-2, con una letalità bassissima, inferiore all'1%. Il fatto che ci sia il suffisso "-2" non è casuale, ma indica che esso è strettamente correlato (>90% di omologia genetica, e quindi strutturale e, ancora, di meodi di infezione, replicazione e trasmissione) al virus SARS-CoV del 2002-03, parente strettissimo, quindi, ma con una letalità media dell'11% . Orbene, 20 anni fa, con minore espeerienza clinica e con mezzi diagnostici di minore precisione, la pandemia da SARS-CoV (1)è stata affrontata con un protocollo terapeutico (poi ribattezzato Protocollo Nazionale per l'Assistenza al paziente SARS) che ha permesso, in tutto il mondo, di avere solo poche centinaia di decessi, Oggi, con un virus mille volte meno letale, com mezzi diagnostici ultraprecisi, con la clinica che ha fatto passi da gigante, si assiste ad un numero di decessi che, ad oggi, solo in Italia, ha raggiuto cifra 175.00!
A questo punto due sole sono le possibilità: o i medici di oggi sono dei perfetti incompetenti, rispetto ai colleghi di 20 anni fa, o i decessi sono dovuti a protocolli, sia assistenziali, che sociali che ospedalieri, che sono deleteri o, addirittura, "gravemente pregiudizievoli" od "omicidi", come sentenziato da diversi tribunali, sia nazionali che esteri. Mi si può dire qualsiasi cosa, ma nulla può giustificare che nel 2022 muoiano 175.000 persone di polmonite, tranne se sono ultraottantenni e con 2 o 3 patologie gravi preesistenti. A questo punto, cosa li ha uccisi? La COViD? Sarebbe come dire che un muro lesionato e quasi al crollo è stato demilito non dai gravi danni preesistenti ma da un tizio che lo ha percorso con un semplice martello! La causa di morte non è assolutamente imputabile all'ultimo patogeno , come nei commenti soprastanti, lo sarebbe solo se la persona, in assenza di quel patogeno, non sarebbe mai morta di una delle patologie preesistenti (come da indicazioni ISS). Se un tizio ha un cancro in fase terminale e gli restano pochi mesi di vita e si infetta con il virus SARS-CoV-2, MUORE NON PER COLPA DEL VIRUS MA DEL GRAVE STATO DI IIMUNODEFICENZA DOVUTO AL TUMORE ED ALLA CHEMIO! Quindi, annoverare come morti DI COVID, i morti CON COVID, è sempre palesemente falso, ed utile solo ad una propaganda terroristica la cui finalità non è certamente preservare la salute dei cittadini e che, oltre tutto, fa passare un virus di bassa letalità come se fosse il nuovo Ebola o la nuova peste bubbonica e i medici come perfetti incompetenti!
vorrei segnalare un interessante articolo di Renato Balduzzi in argomento:
http://www.cortisupremeesalute.it/wp-content/uploads/2022/06/Balduzzi.pdf
Cara Stefania,
grazie dell'intervento e concordo pienamente che occorre approfondire il tema dei decessi.
Mi sono da tempo stupito che , a fronte di più di cento decessi, gli accessi alle terapie intensive fossero solo due o tre decine.
Ho chiesto qua e là il perché, e alcuni medici ospedalieri mi hanno detto che i decessi non sono più quasi mai per patologie respiratorie ma quasi sempre per sepsi non controllabili.
Se le cose stanno così il problema sta nell'incapacità dei deceduti di reagire comunque ad una infezione ed allora c'è poco da fare oltre che cercare di evitare che si contagino,
Peró se qualcuno dei lettori di questo blog ne sa di più sarebbe interessante ascoltarlo,
Per la sanità in Italia si spendono ogni anno più di 120 miliardi euro. Si calcola che circa il 20-30% siano sprecati, specie per l'assistenza farmaceutica. Il bilancio delle Regioni per oltre il i 3/4 è impegnato per spese sanitarie. L'Italia è l'unico Paese al Mondo che nel SSN si comprende unitariamente la prevenzione, la diagnosi, la cura, la riabilitazione. Questo avvieve dovunque salvo nella Regione Lombardia cioè per 10 milioni di persone. La nota interessante che mi permetto di commentare, chiude sulla prevenzione richiamando i principi e i valori della riforma sanitaria(legge 833/78). Forse l'importanza della prevenzione andrebbe segnalata al primo posto. Essa per essere realizzata necessita di decentramento istituzionale, di partecipazione e di controllo democratico. Mi pare che nulla di ciò stia accadendo. La situazione potrebbe peggiorare in futuro. Vittorio Carreri, medico igienista.
Grazie dell'analisi che cerca di prendere in considerazione i diversi punti di vista di discipline diverse. Stiamo cercando di decifrare l'andamento di una malattia per la quale i modelli già noti non funzionano granché. Abbiamo capito che il momento critico della pandemia, sostenuto dallo stato di suscettibilità di tutta la popolazione, è superato, ma ora che c'è una generica immunità parziale le infezioni continuano a circolare ampiamente, sostenute da diversi fattori. Insomma non c'è una soluzione semplice, ma se l'obiettivo prioritario è quello di ridurre i danni, la sorveglianza dovrebbe allargarsi a dare maggiori indicazioni sui decessi per individuare i margini di miglioramento possibili (ritardi di diagnosi? Ritardi di trattamento? Mancanza di prevenzione?)
Certamente anche questo può essere un bias dell'analisi.
Si consideri però che perché il RR fosse pari a uno i positivi prevalenti dovrebbero essere circa quattro volte quelli dichiarati, cioè sei milioni, uno ogni dieci italiani ... non credo sia la situazione attuale!
Carissimi,
penso possa esserci un ulteriore bias rispetto a quelli citati nel testo:
quando una persona ha problemi di salute si rivolge a una struttura sanitaria, quando una persona si rivolge a una struttura sanitaria è sottoposta a tampone (e necessariamente tampone "ufficiale", non fai-da-te come può avvenire a domicilio con possibile escape rispetto all'inclusione nei dati ufficiali) e se è positivo viene annoverato tra i positivi Covid.
Dunque un ricoverato (o chi ha avuto comunque necessità di rivolgersi a una struttura sanitari) ha più probabilità di essere riconosciuto come positivo rispetto a una persona che non si è rivolta a una struttura sanitaria e contemporaneamente ha una diversa probabilità di morte avendo una patologia (quale essa sia) che ha determinato la necessità di un contatto col sistema sanitario.
Questo a mio avviso può essere un bias piuttosto rilevante nell'interpretazione del RR così come calcolato.
Cordiali saluti,
Francesco Cuccaro
Epidemiologo
Ora dobbiamo puntare a lavorare non solo sugli slogan, dove siamo bravissimi, ma anche a studiare CHE FARE in modo efficace. Dove siamo molto meno bravi, come si evince dall'approccio epidemiologico delle Covid in Italia (24°paese per peggior tasso di mortalità).
Se non viene potenziata la prevenzione e la sanità pubblica nei Dipartimenti di Prevenzione, nei Presidi Multizonali di Prevenzione. nei Distretti, negli Ospedali non si va avanti anzi il SSN crolla. L'aziendalismo confuso con l'economia sanitaria, non ha giovato alla sanità pubblica. Anzi è servito a favorire la sanità privata. I principi e i valori della riforma sanitaria del 1978 sono ancora validi. La prevenzione e la sanità pubblica sono entrati in crisi quando à venuto meno il decentramentoi istituzionale condizione essenziale per la partecipazione delle persone e per un indispensabile controllo democratico.
Grazie Benedetto ... troppo onore! Non so se dico sempre il giusto, cerco solo di dire cose che abbiano una logica, e talvolta sicuramente la logica può essere quella sbagliata.
Bravo Cesare. Come fai spesso dici il giusto
Pieno consenso e totale condivisione con i firmatari della lettera. Sono un insegnante e spiego spesso ai ragazzi (e ai cittadini) la storia dell'articolo 32 della nostra Costituzione: "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti". È l'unico articolo in cui compare l'aggettivo "fondamentale". Ed è l'unico in cui il diritto è dell'individuo, ,quindi universale a prescindere dalla cittadinanza...