Annunziata Faustini, per molti Nunziella, ci ha lasciati il 7 settembre 2024, a 73 anni, a causa di una serie di patologie e di una tragica caduta in casa.

Nunziella era una persona unica, dotata di un'intelligenza tenace. A volte spigolosa nei rapporti con molti, era però sempre gentile con i giovani e con chi era disposto ad ascoltarla. Per i giovani nutriva un affetto particolare, che andava oltre il lavoro, con una particolare attenzione agli aspetti più delicati e sensibili della vita. Era un'epidemiologa "all’antica", rigorosa nella formulazione delle ipotesi di studio, nell'adesione al protocollo e nella raccolta dei dati. I grafici si facevano con riga e matita, e i risultati erano sempre una sorpresa da valutare con attenzione, usando ragionamento e giudizio.

Non era semplice uscire dagli schemi con lei. Molti ricorderanno il suo severo “lei mi deve scusare”, un’espressione con cui riaffermava con fermezza i principi e le regole su cui aveva costruito la sua carriera. Il dialogo con lei poteva essere complesso e articolato.  Tuttavia, molti non rinunciavano alle sue intuizioni, al suo rigore e al suo entusiasmo per le scoperte. "Sempre coerente e mai banale" ha suggerito qualcuno dei giovani che hanno lavorato con lei. Il suo rigore era assoluto, a volte estremo, anche se le si ritorceva contro, come era frequente che accadesse.

Aveva una comprensione profonda dell'epidemiologia, capace di cogliere i fenomeni di popolazione ma anche attenta ai meccanismi biologici sottostanti. Entrò nel campo dell’epidemiologia con le esperienze del Laboratorio di Epidemiologia dell’ISS, sotto la direzione di Donato Greco. Diede un contributo significativo alla sorveglianza delle malattie infettive nelle aree colpite dal terremoto dell’Irpinia, nel novembre del 1980. Partecipò alla progettazione e alla raccolta dei dati di uno studio caso-controllo nel comune di Teora, volto a identificare i fattori di rischio della mortalità durante lo shock sismico. In quei momenti difficili, condusse molte interviste ai familiari delle vittime, momenti di grande dolore e commozione, che affrontava con umanità e sensibilità.

Nunziella era un medico di sanità pubblica con una formazione solida e competenze approfondite da igienista, un ruolo che svolse per diversi anni nei servizi periferici di Aprilia e Tarquinia negli anni '80 e '90. Quell’esperienza sul campo l’aveva segnata, dandole nuove energie e motivazione, anche grazie all’entusiasmo di Francesco Ripa di Meana, con cui lavorò a lungo. Francesco è stata forse l’unica persona con cui si permetteva di giocare e di essere seria solo quanto basta.

È stata sempre un membro attivo dell'Associazione di Epidemiologia e ha contribuito alla direzione associata di Epidemiologia & Prevenzione. Chi non ricorda i suoi interventi nei convegni annuali o i contributi alla discussione sulla rivista? Anche in quei contesti, riportava sempre il ragionamento ai principi generali della professione e al valore della sanità pubblica.

Nunziella ha dato un contributo notevole al Dipartimento di Epidemiologia del Lazio, dove  era arrivata alla fine degli anni '90. La sua esperienza di ricerca ha seguito diversi filoni uno, forse il principale, è stato la  sorveglianza delle malattie infettive, di cui fu responsabile nel Lazio per molti anni, e su cui ha fatto scuola nella regione e non solo. Ha prodotto un gran numero di protocolli per la sorveglianza di patologie emergenti, raccomandazioni, documenti a scopo preventivo e molto altro.  Notevole fu la sua gestione nella difficile fase del Giubileo del 2000.

Il suo impegno si è poi rivolto ai temi dell'epidemiologia ambientale.  Ha condotto approfonditi studi sugli effetti dei pesticidi, in particolare sull’immunità, ed è stata coinvolta in un lavoro meticoloso sugli effetti dell’inquinamento atmosferico. Ebbe un ruolo importante nei progetti EpiAir e MedParticles e sviluppò un particolare interesse per il tema della suscettibilità agli effetti dell’inquinamento. Tra i suoi lavori più citati ci sono quelli sugli effetti del biossido di azoto (NO2) e sulla BPCO.

In pochi hanno saputo valorizzare la sua notevole competenza in sanità pubblica, nel cui ambito ha prodotto approfondimenti e riflessioni  con grande passione e meticolosità. Fra le tante cose elaborò anche un articolatissimo documento sulla prevenzione e l’organizzazione dell’assistenza per la Tubercolosi che rimase nei cassetti.

Quello che rimane impresso di lei in chi la conosceva bene è la sua incredibile ironia, di profondo stampo siciliano, sottile, acuta, a volte sferzante; chi riusciva a coglierla (non tutti) ne rimaneva affascinato.

Molti ne avevano una grande stima e hanno imparato tanto da lei . Anche se con il tempo alcuni l’hanno persa di vista, rimane il ricordo di una bella persona che si nascondeva dietro un carattere difficile. Solo a ricordare la sua sensibilità, alla morte di Barbara Pacelli nel 2019, chiese di omaggiarla con le parole di De André, tratte dal brano Preghiera in gennaio.

Ora quella preghiera è per te, Nunziella.

Lascia che sia fiorito
Signore, il suo sentiero
Quando a te la sua anima
E al mondo la sua pelle
Dovrà riconsegnare
Quando verrà al tuo cielo
Là dove in pieno giorno
Risplendono le stelle……

Nunziella verrà ricordata presso il Dipartimento di Epidemiologia del Lazio, Via C. Colombo 112, Roma il 25 settembre alle ore 15. La partecipazione è libera.

 

          Visite