Rubriche minuti di lettura
A cura di Francesco Forastiere
E&P 2025, 49 (2-3) marzo-giugno p. 224-225
DOI: https://doi.org/10.19191/EP25.2-3.052

Dalla rivista Quaderni ACP, un invito alla lettura per i lettori di E&P. Quaderni ACP 32 (3) 2025
Eccoci di nuovo alla segnalazione degli highlights dei Quaderni ACP, rivista scientifica dell’Associazione Culturale Pediatri. Vi sottoponiamo la lettura del numero 3 del 2025. Abbiamo trovato diverse cose interessanti che sottoponiamo all’attenzione degli epidemiologi italiani.
Mi ha colpito molto il racconto di Edoardo Corsi Decenti sulle Giornate di epidemiologia “Carlo Corchia” che si sono svolte a Fiesole dal 12 al 14 giugno 2025. Forse perché vorremmo che tutti gli incontri fossero come quelli descritti da lui: «clima familiare, in cui si dedica più tempo alla discussione di quanto presentato che alla presentazione stessa», sottostando alla regola della «gentilezza reciproca». Le Giornate si tengono ogni due anni per ricordare Carlo Corchia, uno straordinario epidemiologo della pediatria italiana che molti ricordano con affetto. Meritano attenzione la discussione scientifica approfondita e i temi che a noi epidemiologi “con il bollino” sono familiari, come le disuguaglianze di salute (materna e infantile) e gli impatti ambientali sullo sviluppo, e altri più specifici del mondo della pediatria, come l’interazione madre-bambino e la mortalità materna. Nel programma si trovano sessioni su studi nazionali e regionali, presentazioni di libri e approfondimenti metodologici. Si tratta di un evento che promuove il dialogo, pur mantenendo un rigoroso approccio scientifico. Possiamo metterci in gioco anche noi pubblicizzando questo evento nel mondo dell’epidemiologia italiana e, perché no, partecipare per allargare i nostri orizzonti.
In “Numero chiuso a Medicina”, Paolo Siani ci racconta come funziona il nuovo arruolamento degli studenti di medicina a partire da quest’anno. Il tema era stato affrontato da Cesare Cislaghi nel suo blog “Come sta la sanità?” il 21 maggio 2025 sul sito di E&P. Cislaghi si chiedeva se il tutto dovesse essere affidato alla performance in chimica, fisica e biologia: «L’idea di permettere di diventare medico solo a chi prende un bel voto in chimica e fisica sottintende un modello meccanicistico della medicina, oggi purtroppo molto spesso negativamente diffuso». Non credo abbiamo trovato un test (o un corso) che abbia la capacità predittiva per la selezione del “buon medico”. L’intelligenza artificiale nemmeno ci aiuta. Resta il vero problema che Paolo Siani sottolinea: «Non è tanto l’ingresso a medicina, quanto la mancanza di medici specialisti e questo provvedimento, come è evidente, non risolve il problema». Insomma, invece di affrontare un tema rilevante per la programmazione dei servizi sanitari, sono state complicate le regole per i più giovani.
Il lavoro “Impatto del nirsevimab sui ricoveri per bronchiolite da VRS. Primi dati ‘a colpo d’occhio’” analizza l’impatto di questo nuovo anticorpo monoclonale contro il virus respiratorio sinciziale (VRS) sulla riduzione dei ricoveri per bronchiolite da VRS in tre centri pediatrici italiani durante le stagioni epidemiche 2023-2024 e 2024-2025. I dati (“a colpo d’occhio”, dicono gli autori, anche per farsi perdonare dell’assenza di una valutazione formale) mostrano una diminuzione significativa dei ricoveri nei centri di Bari e Forlì, dove la profilassi è stata avviata tempestivamente, mentre a Pescara, con un avvio tardivo, l’incidenza è rimasta invariata. La somministrazione del nirsevimab ha ridotto il ricorso al supporto respiratorio e ha eliminato la necessità di terapia intensiva nei centri con profilassi tempestiva. Il farmaco sembra essere in grado di modificare l’epidemiologia delle bronchioliti da VRS e i dati sottolineano l’importanza di una campagna di immunizzazione uniforme e tempestiva. È proprio sulla vicenda del nirsevimab che Valeria Belleudi e Antonio Addis su questo numero di E&P “Nuove terapie per vecchi virus: quando tutti sbagliano qualcosa” hanno cercato di raccontare le vicende complesse all’origine della difficoltà di implementazione del farmaco sul territorio nazionale. I due articoli su ACP ed E&P vanno letti insieme per renderci conto della necessità di valutazioni complete dell’impatto di nuove politiche in generale, e di un nuovo farmaco in particolare. Dicono Belleudi e Addis: «Il recente caso del nirsevimab rappresenta un esempio emblematico di come mancanze e inefficienze a vari livelli possano mettere in evidenza le falle nel sistema attuale […] Questo ha creato uno scenario di grave sperequazione, con alcune Regioni in grado di avviare una campagna universale, mentre altre non potevano nemmeno proteggere i pazienti fragili».
Stefania Manetti e Laura Reali nel loro “Le sofferenze dei bambini dovute alle modifiche del sistema sanitario USA” non resistono alla tentazione di raccontare le brutture e le pesanti conseguenze della nuova amministrazione Trump sui temi della ricerca, degli aiuti umanitari, dell’assistenza pediatrica, degli organismi assistenziali pubblici. Ne abbiamo scritto e continuiamo a farlo anche noi di E&P. Come dicono Manetti e Reali: «possiamo e dobbiamo far sentire la nostra voce».
Lo studio di coorte NASCITA (NAscere e creSCere in ITAlia), presentato da Antonio Clavenna e colleghi, merita di essere conosciuto dall’epidemiologia italiana. Si tratta di un’iniziativa di ricerca condotta dal Laboratorio per la Salute Materno-Infantile dell’Istituto Mario Negri in collaborazione con oltre 130 pediatri di famiglia e l’Associazione Culturale Pediatri. Nato nel 2019, il progetto ha seguito più di 5.000 bambini dalla nascita fino ai 6 anni, raccogliendo dati preziosi su crescita, nutrizione, sonno, neurosviluppo e benessere genitoriale, attraverso strumenti integrati nella pratica ambulatoriale quotidiana. Il valore innovativo dello studio risiede nella sua capacità di sfruttare risorse già esistenti, come i bilanci di salute, trasformandoli in un osservatorio clinico-epidemiologico partecipato, capace di produrre evidenze rilevanti per la pediatria di base. I risultati hanno messo in luce, tra l’altro, l’importanza dell’interazione precoce (per esempio, lettura ad alta voce) sullo sviluppo cognitivo e l’impatto delle condizioni sociali e culturali sulle pratiche genitoriali. L’importanza per l’epidemiologia italiana è duplice: da un lato, lo studio rappresenta un modello replicabile di ricerca di popolazione “dal basso”, con forte radicamento nel territorio e nella medicina di prossimità; dall’altro, fornisce dati aggiornati e contestualizzati al sistema sanitario nazionale, essenziali per orientare politiche sanitarie, ridurre le disuguaglianze e rafforzare il ruolo della pediatria di famiglia nella promozione della salute e nella diagnosi precoce dei disturbi dello sviluppo.
Un articolo che mi ha veramente affascinato è quello sulla “Pratica della fasciatura nelle cure pediatriche” di Cerasoli et al. In particolare, è di interesse per il racconto sull’evoluzione storica e sugli aspetti etici. Chi fra noi ha avuto fratelli o sorelle entro la fine degli anni Cinquanta non potrà dimenticare di averlo visto stretto in fasce come una piccola mummia. Eppure, le voci negative sulle conseguenze delle fasciature erano già molto diffuse. Il medico Nicomaco, che aveva assistito alla nascita di Alessandro Magno (nel libro di Manfredi, Alexandros), «non voleva che i bambini venissero fasciati stretti come era d’uso nella maggior parte delle famiglie».
Segnalo la riflessione di Patrizia Elli “Accettare o non accettare” sul delicato tema dell’accoglienza in ambulatorio di bambini non vaccinati, partendo da un caso pubblicato sul NEJM. L’autrice fa sottolinea che, in un sistema sanitario pubblico come quello italiano, il pediatra ha la responsabilità non solo verso il singolo paziente, ma verso l’intera comunità. Pur riconoscendo la legittimità del rifiuto vaccinale come espressione di dubbi spesso alimentati da disinformazione, si mette in rilievo l’importanza di un atteggiamento empatico, non giudicante e orientato alla costruzione di fiducia per promuovere un cambiamento consapevole. L’articolo richiama così i principi etici della buona pratica clinica.
E, infine, la bellissima recensione del film “Il treno dei bambini” di Cristina Comencini.
Buona lettura dei Quaderni ACP!
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