Attualità minuti di lettura: DOSSIER Popolazioni invisibili
E&P 2025, 49 (2-3) marzo-giugno p. 153-155
DOI: https://doi.org/10.19191/EP25.2-3.051

Suicidi in carcere. Oltre l'anonimato dei numeri
Oltre l'anonimato dei numeri
L'epidemia di suicidi in carcere sembra non arrestarsi: 85, 70, 91, negli ultimi 3 anni; e in questo 2025 ne sono già stati accertati 35. Ma chi sono le persone in carcere che "scivolano nell'oblio", per dirla con Manconi e Fantauzzi? Qualche informazione ci arriva dal Focus sui suicidi contenuto nell'ultimo rapporto di Antigone, che vi invitiamo caldamente a leggere. Sono uomini e donne segnati dallo shock dell'ingresso in carcere, o che non hanno la forza di affrontare il momento dell'uscita dal carcere o, ancora, uomini e donne fragili che in carcere non resistono.
Aggregando informazioni provenienti dal dossier di Ristretti Orizzonti, dall’analisi del Garante Nazionale dei diritti delle persone detenute, da fonti di stampa e da segnalazioni arrivate direttamente ad Antigone, il Focus prova a fotografare il fenomeno: quanti sono, chi sono: genere, età, nazionalità, posizione giuridica, disagio psichico, dipendenze, precedenti eventi critici. Poi analizza il dove, il quando e le modalità. Poi, tutte queste caratteristiche sociodemografiche, tutti questi numeri si animano e diventano storie, diventano persone:
- In carcere da 2 mesi per una rapina da 55 euro. «La sua morte poteva essere evitata se il magistrato di sorveglianza avesse considerato che si trattava di un soggetto fragile, come avevamo documentato...»
- Due uomini vicini al fine pena. «Un uomo italiano di 45 anni si è suicidato a settembre 2024 nel carcere di Imperia. Soffriva di problemi psichiatrici. Aveva una pena brevissima di soli 6 mesi, sarebbe uscito a gennaio 2025...»
- Ennesimo suicidio nella sezione femminile di Torino. Il quarto in meno di 2 anni. «...era molto composta. Era solo preoccupata per il marito. Perché voleva sapesse che lei dal carcere di Brissogne era stata trasferita in quello di Torino, la donna di 63 anni in attesa di giudizio toltasi la vita a maggio 2024 nel carcere delle Vallette...»
- Una storia di marginalità sociale, conclusa in una cella di isolamento. «Un altro giovane uomo di 27 anni, originario della Tunisia, è deceduto a dicembre 2024 in una cella di isolamento del carcere di Piacenza...»
- Affetto da schizofrenia, in carcere da solo 2 settimane. «Fuori dal conteggio dell’amministrazione perché è morto in ospedale...»
- Tre suicidi a Regina Coeli nel 2024: tutti nuovi giunti nella VII sezione.
- Giovane tunisino morto in isolamento dopo precedenti gesti di autolesionismo.
- Tre persone detenute e un operatore si sono tolti la vita nel carcere di Paola.
e l'elenco continua...
12 storie

Alessandro Trocino, giornalista del Corriere della Sera, ha pubblicato quest'anno per Laterza Morire di pena. 12 storie di suicidi in carcere con prefazione di Luigi Manconi e Marica Fantauzzi. Lo stesso autore, dal 28 maggio, cura la pubblicazione sul Corriere della Sera della serie di videoVoci dal carcere.
(quasi) tutti i nomi
«Abbiamo provato a raccontare una a una queste vite spezzate, perché sui suicidi in carcere non si spengano i riflettori»
a cura di Federica Olivo, Huffington Post

Contro l'inerzia
APPELLO della Conferenza nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà
Un silenzio assordante della politica e della società civile sul carcere
Sono passati due mesi dal discorso di fine anno del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha richiamato tutti al rispetto della dignità di ogni persona e dei suoi diritti anche per chi si trova in carcere: “L’alto numero dei suicidi è indice di condizioni inammissibili. Abbiamo il dovere di osservare la Costituzione che indica norme imprescindibili sulla detenzione in carcere. Il sovraffollamento vi contrasta e rende inaccettabili anche le condizioni di lavoro del personale penitenziario, i detenuti devono poter respirare un’aria diversa da quelli che li ha condotti all’illegalità e al crimine. Su questo sono impegnati generosi operatori che meritano di essere sostenuti.”
Sulla scia di queste parole, noi Garanti regionali, provinciali e comunali delle persone private della libertà, abbiamo il dovere di agire qui e ora. C’è un silenzio assordante da parte della politica e della società civile sul carcere. Chiediamo soluzioni giuridiche immediate sia alla politica che all’Amministrazione penitenziaria attraverso provvedimenti che riducano il sovraffollamento e migliorino le condizioni di vita dentro le carceri. Alla società civile chiediamo invece una sensibilità che superi la visione carcero centrica.
Per questo motivo chiediamo a gran voce:
1. L’approvazione urgente di misure deflattive del sovraffollamento [...]
2. L’accesso alle misure alternative ai detenuti [...]
3. L’attuazione della circolare sul riordino del circuito della media sicurezza [...]
4. Garantire l’affettività in carcere. [...]
5. Superamento circolari dei P.R.A.P. che restringono l’acquisto, il possesso e la ricezione di oggetti
e generi alimentari. [...]
Per questi motivi, la Conferenza nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà
personale ha indetto una mobilitazione nazionale per la giornata del 3 marzo.
La Conferenza dei Garanti territoriali delle persone private della libertà
18/02/2025
Documento completo disponibile qui
Questo appello non è che l’ultima delle iniziative della Conferenza dei Garanti, segue le due giornate di mobilitazione organizzate nei mesi di aprile e di maggio dello scorso anno “Suicidi in carcere. Indignarsi non basta più”.
Tra le altre mobilitazioni del 2024, ricordiamo quella organizzata nel mese di giugno dalla Camera Penale di Milano “Non c’è più tempo”. Maratona oratoria per fermare i suicidi in carcere. Iniziativa sostenuta dai capi degli uffici giudiziari milanesi, simbolica della presa in carico da parte di tutto il sistema della giurisdizione della situazione drammatica delle carceri, che toglie il senso costituzionale alla pena e in genere alla privazione della libertà. Magistrati, avvocati, giovani praticanti e studenti, operatori e volontari in carcere, le mamme di due ragazzi suicidi, semplici cittadini.
Un momento collettivo per ricordare a tutti che l’attuale situazione degli istituti penitenziari è insostenibile e va urgentemente presa in carico.
Tutti gli interventi disponibili qui
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