Prefazione di Sen. Prof. Pierpaolo Sileri, Vice Ministro della Salute
Il presente numero monografico offre un meritato tributo all’epidemiologia e alle risposte che questa disciplina è stata fin qui in grado di ispirare alla sanità pubblica e, ancor di più, alla politica nella gestione complessa dell’emergenza COVID-19. L’epidemiologia negli anni passati era rimasta nell’ombra, relegata a ruoli ancillari rispetto alla ricerca clinica, di cui ha rappresentato l’ancoraggio epistemologico e lo strumentario di metodi nell’ambito del paradigma dell’evidence-based medicine.
Torna ora alla ribalta, sull’onda di una pandemia che contribuisce a restituirle il senso e la prospettiva originari: conoscere le cause e le modalità di distribuzione delle malattie, allo scopo di prevenirne o limitarne la diffusione. Questa definizione, per così dire “classica”, era andata sfumando nel tempo, proprio in relazione al lento ma progressivo scivolamento dell’epidemiologia dal dominio di Igea (prevenzione) a quello di Panacea (diagnosi, prognosi e terapia). Mentre oggi, di fronte a questa nuova emergenza pandemica – come già era accaduto agli albori della disciplina moderna a Londra durante l’epidemia di colera del 1854 – l’epidemiologia torna protagonista nei luoghi cruciali dell’agorà per orientare e sostenere, attraverso un dialogo serrato con gli altri saperi biomedici e una continua interlocuzione con le istituzioni e con la società civile, le linee di policy sui temi di sanità pubblica. La presente monografia passa in rassegna, con dovizia di contributi e ricchezza di argomentazioni, i diversi campi in cui l’epidemiologia si è cimentata nel corso della pandemia da Sars-CoV-2.
Primo tra tutti, il monitoraggio degli andamenti epidemici, a partire da alcuni aspetti metodologici legati al calcolo delle misure di riproduzione (R0 ed Rt) che, in sinossi con i 21 indicatori introdotti dal Decreto del Ministero della salute del 30 aprile 2020 sulla probabilità di diffusione epidemica, l’impatto della patologia e la resilienza dei sistemi territoriali, hanno permesso di valutare tempestivamente l’effetto delle misure adottate e di rimodulare le attività di risposta all’epidemia, attraverso la classificazione dei diversi territori italiani in zone gialle, arancioni e rosse.
A questo si aggiunge il tema della preparedness, che rimanda al consolidamento di modalità organizzative territoriali per la sorveglianza proattiva, il tracciamento dei contatti di caso e la tempestiva individuazione dei bisogni sanitari da parte delle aziende sanitarie, e segnatamente dei dipartimenti di prevenzione nel loro ruolo di coordinamento delle attività di sanità pubblica a livello locale. Adeguato spazio trova anche la valorizzazione di specifiche esperienze di integrazione tra prevenzione e cure primarie, maturate in alcuni contesti e utili in un’ottica di trasferibilità dei modelli e delle pratiche.
Tra le riflessioni che l’esperienza COVID ha suscitato in seno alla comunità scientifica vi è la sottolineatura del ruolo dei determinanti ambientali e socioeconomici nel condizionare le dinamiche di insorgenza e propagazione del SARS-CoV-2, e di come le conseguenze negative per la salute possano trovare negli alterati equilibri uomo-ambiente (naturale, sociale, lavorativo) pericolosi moltiplicatori d’effetto.
La valutazione dell’esposizione della popolazione italiana all’inquinamento atmosferico, per esempio, può gettare luce sulla relazione esistente tra degrado ambientale e COVID-19; allo stesso modo, l’analisi della mortalità per COVID in rapporto alle condizioni di deprivazione sociale può fare emergere l’impatto delle disuguaglianze sui processi di salute-malattia.
Un importante ambito di studio e approfondimento riguarda il tema delle patologie croniche, che stabiliscono con il SARS-CoV-2 una dinamica di circolarità viziosa: le prime aumentano la gravità clinica dell’infezione e quest’ultima tende ,nei pazienti portatori di comorbosità, a peggiorare le condizioni cliniche preesistenti.
Inoltre, il carico sui servizi sanitari determinato dall’emergenza COVID ha portato a diversi cambiamenti nella gestione ordinaria dei pazienti cronici, a seguito della riduzione o sospensione dell’assistenza ambulatoriale differibile (per esempio, blocco delle visite e degli interventi chirurgici non urgenti). Analogo destino hanno subito i programmi di screening, i percorsi di assistenza integrata e le attività di presa in carico, tanto del disagio psichico quanto di quello fisico, con impatti sulla salute collettiva ancora tutti da valutare, soprattutto a carico dei soggetti più vulnerabili (anziani, bambini e persone portatrici di fragilità su base socioeconomica). Soprattutto nel lungo periodo, potrebbero derivarne conseguenze anche molto gravi, in termini di riduzione della compliance o tendenza all’autogestione clinica, specie per coloro che richiedono un monitoraggio regolare dei sintomi e continui aggiustamenti farmacologici nell’ambito di regimi terapeutici complessi.
Infine, la ricerca non legata al COVID ha subito inevitabili ritardi a seguito dello scoppio dell’epidemia, dal momento che le risorse strategiche (strutturali, finanziarie e umane) sono state drenate a vantaggio della gestione dell’emergenza, e diversi studi clinici e di laboratorio sono stati sospesi per effetto della pressione esercitata sui sistemi sanitari o della repentina riduzione del personale a causa dello smart working.
Alla luce di tali considerazioni, e a partire dalle evidenze che si stanno rendendo disponibili, è possibile oggi costruire l’agenda dei prossimi anni, anche grazie al contributo dell’epidemiologia, non soltanto nelle situazioni acute e drammatiche dell’epidemia, ma soprattutto nella programmazione ordinaria, nell’identificazione delle priorità di salute, nell’allocazione delle risorse e nella costruzione di una visione per il futuro.
Siamo chiamati a ridefinire nuove strategie integrate, che valorizzino il lavoro di rete e la sinergia tra i diversi attori del Servizio sanitario nazionale, nella prospettiva di una maggiore capacità di presa in carico dei bisogni di salute della popolazione, attraverso l’adozione di modelli organizzativi flessibili, dunque in grado di rimodularsi in relazione alle specificità dei contesti, con una forte impronta di prossimità sanitaria e un’attenzione massima ai valori dell’equità.
Prefazione di Giovanni Rezza, Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria, Ministero della Salute
Epidemiologia&Prevenzione, la rivista dell’Associazione italiana di epidemiologia, propone in questa monografia il “racconto epidemiologico” dei primi sei mesi della pandemia di Covid-19. Uno sforzo collettivo per dare conto dell’esperienza vissuta a fronte di un dramma pandemico che segnerà la storia di questo millennio. Una storia che dobbiamo approfondire e raccontare per superare questa fase in cui ancora l’epidemia non rallenta, e per estrarre indicazioni su come agire in futuro.
Quando la notte del 20 febbraio 2020, a Codogno, venne diagnosticata una grave polmonite da nuovo Coronavirus in un paziente senza apparenti legami con la Cina, fu chiaro che “l’epidemia di Wuhan” – la regione cinese da dove la pandemia risulta originata – aveva raggiunto l’Italia. Presto capimmo, infatti, che le persone colpite da SARS-CoV-2 erano già alcune migliaia, e dopo un paio di giorni venne per la prima volta instaurata una zona rossa estesa a 11 comuni del lodigiano: come forma di prevenzione primaria si indicò il distanziamento sociale nella sua forma estrema, obbligando i cittadini nelle loro case. Le misure di distanziamento mostrarono il loro effetto e l’intensità della trasmissione iniziò rapidamente a diminuire, tanto che Rt – indicatore della diffusione della malattia – all’inizio di marzo era già inferiore all’unità, indicando quindi la riuscita del contenimento del rischio collettivo. Ma i buoi erano già usciti dal recinto e l’epidemia si era ormai diffusa per contiguità verso Bergamo, Brescia e Piacenza, facendo salti a distanza verso il Veneto e la Romagna, e da lì, di nuovo per contiguità, verso il Nord delle Marche. Dopo la chiusura delle scuole, decretata il 4 marzo, l’11 marzo venne deciso il lockdown nazionale: la nazione venne chiamata a un vasto esperimento collettivo per la difesa della salute. Fu invero un lungo lockdown, seguito dal distanziamento sociale che si genera naturalmente nella stagione estiva, allorché scuole e attività lavorative restano chiuse e i trasporti pubblici sono semivuoti. Il conseguente rallentamento della circolazione virale venne probabilmente interrotto dai rientri di viaggiatori che avevano frequentato aree turistiche, in cui la riapertura delle attività ricreative aveva molto plausibilmente determinato un’amplificazione dell’epidemia. Tra settembre e ottobre, con la riapertura di gran parte delle attività, abbiamo assistito a una ripresa dell’epidemia, con tassi di incidenza mai raggiunti a livello nazionale neanche nell’inverno precedente. Una nuova ondata della storia della pandemia che dovremo poi saper raccontare.
Ora, mentre l’anno volge al termine, è importante fare il punto, consolidare ciò che sappiamo e individuare ciò che ancora ignoriamo del potenziale diffusivo e delle dinamiche che caratterizzano il fenomeno pandemico. Abbiamo stime relative al coefficiente di riproduzione di base (il cosiddetto R0), che si aggira intorno a 3; superiore, quindi, a quello dell’influenza stagionale, con cui SARS-CoV-2 condivide il modello di escrezione virale, che raggiunge un picco a ridosso della comparsa dei sintomi. Il fattore K, ovvero l’indice di dispersione, che è elevato per l’influenza (ogni caso ne produce altrettanti) è, invece, più basso per il nuovo Coronavirus (pochi superdiffusori generano tanti casi secondari). Un dato che descrive perché si formino tanti cluster, più o meno estesi, a partire da un singolo caso, e perché l’identificazione precoce di queste catene di trasmissione possa favorirne il contenimento. Se si perde la tracciabilità della trasmissione del virus, risulta quindi difficile porre argine alla sua diffusione.
Vi sono domande ancora senza risposte adeguate. Quanto contribuiscano gli asintomatici alla diffusione dell’infezione è ancora difficilmente quantificabile. La loro carica virale sembra non differire rispetto a quella dei sintomatici, ma l’assenza di sintomi come la tosse potrebbe richiedere un contatto più ravvicinato affinché la trasmissione dell’infezione avvenga. Credo, inoltre, che sia fondamentale, per esempio, acquisire dati da studi analitici sui determinanti delle infezioni che avvengono in comunità e ulteriori stime dell’effetto di popolazione dell’uso generalizzato delle mascherine chirurgiche o “di comunità”. Queste alcune delle domande che ci assillano in una fase nella quale, mentre ripercorriamo la storia dei primi sei mesi della pandemia per trarne insegnamenti, dobbiamo rispondere alla nuova fase pandemica del virus che non rallenta la sua diffusione.
Ciò che non ignoriamo, però, è che, finché non sarà disponibile un vaccino efficace e sicuro, dovremo mantenere comportamenti prudenti ed essere pronti a identificare e isolare o porre tempestivamente in quarantena casi e contatti. Misure di prevenzione individuali e collettive che dobbiamo assumere per la tutela della salute pubblica in un’epoca pandemica così da affrontare le esigenze della nostra economia, che non sopporterebbe il peso di un nuovo lockdown generalizzato. Scelte che, se seguiremo collettivamente come nazione, ci porteranno in futuro a raccontare una storia nella quale il virus è stato contenuto e – ci auguriamo – debellato.
Indice
Frontespizio
Indice
Editoriali
COVID-19. Italia: un prima e un dopo?
Questa strana estate
Infodemia cronica
Come la ricerca delle nuove terapie per la SARS-CoV-2 ha colpito la letteratura scientifica. È tempo per pensare a nuovi approcci?
Pandemia e filiera della carne. Uno sguardo ecosistemico sull’organizzazione delle società contemporanee
COVID-19 and cancer in the United States
The COVID-19 pandemic: a stress test for clinical epidemiology
Contributi dell'associazione italiana di epidemiologia
Interrompere le catene di trasmissione di COVID-19 in Italia: indagine tra i Dipartimenti di prevenzione
Rt or RDt, that is the question!
Covid-19 e ricerca clinico-epidemiologica in Italia: proposta di un’agenda di ricerca su temi prioritari da parte dell’Associazione italiana di epidemiologia
Effect of national and local lockdowns on the control of Covid-19 pandemic: a rapid review
Sorveglianza e controllo
La preparedness dell’Italian obstetric surveillance system in occasione della pandemia da SARS-CoV-2: aspetti metodologici di uno studio di popolazione
A&F per il monitoraggio e la promozione della qualità delle cure in emergenza COVID-19: il lavoro di EASY-NET
Describing the epidemic trends of COVID-19 in the area covered by Agency for Health Protection of the Metropolitan Area of Milan
Riorganizzazione e management di sanità pubblica del dipartimento di prevenzione nell’emergenza COVID-19. Un’esperienza di integrazione tra prevenzione e cure primarie nella gestione proattiva dei casi possibili
Ethics committees in the time of COVID-19
Metodi
Analisi e previsioni dell’epidemia da SARS-CoV-2 in Toscana
Impatto dell’epidemia da COVID-19 in Friuli Venezia Giulia: valutazione dei fattori associati al rischio di decesso mediante l’analisi dei rischi competitivi
COVID-19 pandemic: a mobility-dependent SEIR model with undetected cases in Italy, Europe, and US
Analisi spaziale per l’identificazione di cluster di casi durante l’emergenza COVID-19 a Roma e nel Lazio
SARS-CoV-2: exposure to high external doses as determinants of higher viral loads and of increased risk for COVID-19. A systematic review of the literature
Ambiente
La valutazione dell’esposizione della popolazione italiana all’inquinamento atmosferico nel periodo 2016-2019 per lo studio della relazione tra inquinamento atmosferico e COVID-19
Environmental pollution and COVID-19: the molecular terms and predominant disease outcomes of their sweetheart agreement
Test sierologici
The risk of over-diagnosis in serological testing. Implications for communications strategies
Evaluating a SARS-CoV-2 screening strategy based on serological tests
La prevalenza della risposta immunitaria a SARS-CoV-2 nella popolazione di Borgosesia (VC): una strategia di sorveglianza in fase post-lockdown?
Epidemiologia clinica
Clinical characteristics and management of COVID-19 patients accessing the emergency department in a hospital in Northern Italy in March and April 2020
Clinical and epidemiological characteristics associated with pneumonia at disease onset in patients admitted for COVID-19 to the Emergency Department of a large Hospital in Piedmont (North-Western Italy)
Clinical, demographical characteristics and hospitalisation of 3,010 patients with Covid-19 in Friuli Venezia Giulia Region (Northern Italy). A multivariate, population-based, statistical analysis
Epidemiologia descrittiva: mortalità
Variazioni temporali della mortalità totale e nei decessi per COVID-19 durante la fase 1 e la fase 2 dell’epidemia in Italia
Assessment of the Overall Mortality during the COVID-19 Outbreak in the Provinces of Milan and Lodi (Lombardy Region, Northern Italy)
Gender and age factors affecting the mortality during the COVID-19 epidemic in Italy
Identifying the Italian provinces with increased mortality during COVID-19 epidemics using the data made available by the Italian National Institute of Statistics. A methodological challenge
Classification of weekly provincial overall age- and gender-specific mortality patterns during the COVID-19 epidemics in Italy
L’eccesso di rischio di morte nelle residenze sanitarie assistenziali prima e durante l’epidemia di COVID-19 nelle province di Mantova e Cremona
Socioeconomic inequalities in overall and COVID-19 mortality during the first outbreak peak in Emilia-Romagna Region (Northern Italy)
A municipality-level analysis of excess mortality in Italy in the period January-April 2020
Fattori di rischio
Diabete e trattamento farmacologico con ipoglicemizzanti possono essere considerati fattori di rischio per gli esiti di salute in soggetti COVID-19? I risultati di uno studio nella popolazione residente in Sicilia
COVID-19 infections in the Friuli Venezia Giulia Region (Northern Italy): a population-based retrospective analysis
Educare a chiudere in modo corretto i rubinetti a manopola del bagno o a sostituirli
Occupazione
Modalità di gestione integrata nel dipartimento di prevenzione di un focolaio epidemico di COVID-19 in un grande stabilimento di lavorazione di carni della provincia di Bari
COVID-19 e operatori sanitari
Conseguenze del lockdown
Ritardi maturati dai programmi di screening oncologici ai tempi del COVID-19 in Italia, velocità della ripartenza e stima dei possibili ritardi diagnostici
Did social isolation during the SARS-CoV-2 epidemic have an impact on the lifestyles of citizens?
Salute materno-infantile
Factors associated with self-perceived knowledge of COVID-19: a study among women from the NINFEA birth cohort
Indicazioni di un programma di screening e trattamento per la gestione dell’ansia e della depressione perinatale nell’emergenza e post-emergenza COVID-19
Il consultorio familiare per la tutela e promozione della salute dei singoli e delle comunità: una riflessione ai tempi del Coronavirus
La pandemia di COVID-19: e i bambini?
Salute mentale
COVID-19 e servizi di salute mentale in Europa
Nuove strategie per promuovere la salute mentale dei cittadini in tempo di COVID-19
Differenze di genere
Gender-related sociocultural differences and COVID-19: what influence on the effects of the pandemic?
Differenze sesso/genere nella letalità COVID-19: cosa dicono e non dicono i dati
Mondo
COVID-19 in Africa: the little we know and the lot we ignore
Farmaci
Cambiamenti nella domanda farmaceutica durante i primi mesi dell’epidemia di COVID-19 in Italia
Libri e storie
Spunti sulle pestilenze in una prospettiva storica e letteraria