Le figure del Cristo e della Madonna “della domenica” hanno radici nell’arte medievale d’ispirazione cristiana. Si tratta principalmente di affreschi che mostrano Cristo o Maria attorniati da strumenti da lavoro, in particolare attrezzi appuntiti che trafiggono i loro corpi, facenti riferimento in modo simbolico al terzo comandamento: «Ricordati di santificare le feste».
Per meglio comprendere l’esistenza di queste figure, vanno ricordati due aspetti fondamentali: nel Medioevo, l’intreccio fra religione e vita quotidiana era molto stretto, dunque colui che decideva di lavorare nel giorno del Signore era considerato un vero peccatore; inoltre, dato il bassissimo tasso di alfabetizzazione, il cristianesimo faceva ampio uso di immagini per istruire il popolo.
Testimonianze di raffigurazioni del Cristo e della Madonne “della domenica” si trovano non solo in Italia, ma anche nel resto d’Europa, tanto da spingere Dominique Rigaux, accanita ricercatrice ed esperta medievalista di Grenoble, a creare un corpus di queste immagini, raccolte e spiegate nel suo testo Le Christe du dimanche. Histoire d’une image médiévale.
L’idea della domenica come giorno dedicato alla religiosità è andata via via perdendosi, tanto che alla fine dell’Ottocento gli operai e operaie erano costretti a lavorare fino a 16 ore al giorno. Ci vorranno decenni di lotte per raggiungere il diritto a una giornata lavorativa di 8 ore. Attualmente, ci troviamo all’eccesso opposto: a causa dell’aumento del lavoro precario, i lavoratori sono disposti a lavorare più ore, accettano di lavorare la domenica (e spesso ne sono costretti), per un salario minimo si passano più ore lavorando che occupandosi di sé e dei propri affetti.
Fotografia dell’interno della basilica di San Miniato al Monte di Firenze. Si intravedono il pavimento con lo zodiaco e l’immagine del Cristo “della domenica” (in fondo, nella navata di destra).
Mariotto di Cristofano (attribuito a). Cristo “della domenica”. Basilica di San Miniato al Monte, Firenze.
Basilica di San Miniato al Monte di Firenze, affreschi sulla parete della navata di destra, l’ultimo che si intravede è il Cristo “della domenica”.
Mariotto di Cristofano. Christus patiens tra la Vergine e santa Lucia. Museo della Basilica di Santa Maria delle Grazie, San Giovanni Valdarno (AR).
Prima pagina di copertina del volume di Rigaux, 2005.
Mappa delle immagini di Cristo “della domenica” in Europa, compare in Rigaux, 2005.
Mappa delle immagini di Cristo “della domenica” in Italia, compare in Rigaux, 2005.
Giacomo Borlone de Buschis (Circa 1420-circa 1487). Trionfo e danza della morte. Registri superiore e mediano, ciclo di affreschi sull’esterno dell’Oratorio dei Disciplini, Clusone (BG).
Lorenzo Monaco (Piero di Giovanni, circa 1370-circa 1425). La pietà con i simboli della passione. Olio su tavola. Galleria dell’Accademia, Firenze.
Simboli delle Corporazioni delle arti e dei mestieri. Legno policromo. Museo dell’Opera del Duomo, Orvieto, 1602.
Maestro Venceslao (1352?-1411?) (attribuito a). Luglio, Ciclo dei mesi. Affresco della Torre dell’Aquila nel Castello del Buonconsiglio, Trento.
Paolo da Visso (1431-1481) (attribuito al pittore o alla sua cerchia). Cristo “della domenica”. Affresco. Chiesa di San Martino, Castelsantangelo sul Nera (MC).
Maestro di Configno (attivo negli ultimi decenni del Quattrocento) (attribuito a). Cristo “della domenica”. Affresco. Chiesa di Santa Maria delle Grazie, Amatrice (RI).
Cristo “della domenica”. Affresco. Basilica di S. Flaviano, Montefiascone (VT).
Codice 1404, fol° 40 r. Disegno. Biblioteca Casanatense, Roma.
Incisione. Department of Prints and Drawings, British Museum, Londra.
Vol. Inc. 1634, c 1 r. Xilografia. Biblioteca Casanatense, Roma.
Cristo “della domenica”. Affresco. Cattedrale di Santa Maria Maggiore, Biella.
Cristo “della domenica”. Affresco. Chiesa di san Vitale, Bormio (SO).
Cristo “della domenica”. Affresco. Cappella di San Rocco, Tesero (TN).
Individuazione degli attrezzi di lavoro rappresentati nell’affresco Cristo “della domenica”. Tesero (TN).
Leonhard von Brixen (attribuito a). Cristo “della domenica”. Affresco. Chiesa di San Filippo e San Giacomo, Campitello di Fassa (TN).
Leonhard von Brixen (attribuito a). Cristo “della domenica”. Affresco. Chiesa di San Giacomo, Ortisei (BZ).
Cristo “della domenica”. Affresco. Chiesa di San Pietro, San Pietro di Feletto (TV).
Prima pagina di copertina del volume curato da Lorenzi, Giraldi, Zaina et al., 2004.
Immagini di lavori. Affresco. Basilica di Santa Maria in Foro Claudio, Ventaroli di Carinola (CE).b
Pietà con vignette di azioni che offendono Cristo. Affresco, Broughton (Buckinghamshire, UK).
Madonna “della domenica”. Affresco e disegno che evidenzia le figure che la contornano. Pieve di san Siro, Cemmo (BS).
Affreschi della Chiesa di Santa Maria Assunta. In basso, a sinistra dell’arco trionfale, si vede il dipinto Arma Christi di Giovan Pietro da Cemmo.
Nella foto si intravede a destra l’affresco della Madonna “della domenica”. Il disegno ricostruisce la figura della Madonna e gli attrezzi e le vignette che la contornano. Chiesa di Santa Maria della Neve, Pisogne (BS).
Madonna “della domenica”. Affresco e disegno che ricostruisce la figura della Madonna e gli attrezzi che la contornano. Chiesa dell’Immacolata Concezione, San Vito di Leguzzano (VI).
Guidoccio Cozzarelli. Santa Caterina d’Alessandria. Dipinto su tavola, Pinacoteca Nazionale, Siena.
Caravaggio. Santa Caterina d'Alessandria. Dipinto su tela. Museo Thyssen-Bornemisza, Madrid.
Jusepe de Ribera (1591-1652). Ritratto di san Gregorio Magno papa, dottore della Chiesa. Dipinto su tela. Galleria Nazionale di Arte Antica, Palazzo Barberini, Roma.
Prima pagina di copertina del volume di Frugoni, 2010.
Autore di scuola veneta del XVII secolo. Una congregazione generale del Concilio di Trento. Dipinto su tela. Collezione d’arte della Cassa Rurale di Trento.
La Trinità tricefala. Affresco dei primi decenni del Cinquecento. Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, Armeno (NO).
Prima pagina di copertina del volume di Manetti, 2005.
Antonio Veneziano (?-1388). Madonna del parto. Dipinto su tavola, Pieve di San Lorenzo a Montefiesole, Pontassieve (FI).
Prima pagina di copertina del volume curato da Berruti, 2006.
Masolino da Panicale (1383-1447). Madonna del latte. Dipinto su tavola. Galleria degli Uffizi, Firenze.
Sandro Botticelli (1444?-1510). Sant’Agostino nello studio. Dipinto murale staccato. Chiesa di Ognisanti, Firenze.
Prima pagina di copertina di una edizione della Enciclica Rerum Novarum sulla “Questione operaia”, 1937.
29. Fotografia di lavoratori in lotta per ottenere le 8 ore giornaliere: otto ore per lavorare, otto per istruirsi, otto per riposare. Francia, circa 1910.
Prima pagina di copertina del volume sull’orario di lavoro delle 8 ore di Turati, 1920.
Medaglia commemorativa della visita a Venezia di Giovanni Paolo II, 1985.
“Fotografie cinematografiche” del movimento di portare il bicchiere alle labbra in lavoratore delle miniere del Monte Amiata affetto da intenso tremore mercuriale, compare in Giglioli, 1909.
Manifesto murale del 1° Maggio della Camera del Lavoro di Agliana “… 93 anni dopo è sempre attuale ridurre la giornata di lavoro”, 1985.
Prima pagina di copertina del volume di Gentili Zappi sulla mobilitazione delle lavoratrici delle risaie per la riduzione dell’orario di lavoro, 1991.
Prima pagina di copertina del volume di Arduino e Lipperini, 2016.
Prima pagina di copertina della fiction di Ferré, 2008.
“San Precario”, immagine diffusa specialmente in Italia nei primi anni del Duemila nel corso di manifestazioni di giovani per contrastare la precarietà del lavoro.
“Santa Precaria”, immagine diffusa specialmente in Italia, ma anche in altri Paesi, nei primi anni del Duemila in occasioni di manifestazioni di giovani per contrastare la “precarietà” del lavoro. Questa è una immagine usata in particolare in Germania.