Le figure del Cristo e della Madonna “della domenica” hanno radici nell’arte medievale d’ispirazione cristiana. Si tratta principalmente di affreschi che mostrano Cristo o Maria attorniati da strumenti da lavoro, in particolare attrezzi appuntiti che trafiggono i loro corpi, facenti riferimento in modo simbolico al terzo comandamento: «Ricordati di santificare le feste».
Per meglio comprendere l’esistenza di queste figure, vanno ricordati due aspetti fondamentali: nel Medioevo, l’intreccio fra religione e vita quotidiana era molto stretto, dunque colui che decideva di lavorare nel giorno del Signore era considerato un vero peccatore; inoltre, dato il bassissimo tasso di alfabetizzazione, il cristianesimo faceva ampio uso di immagini per istruire il popolo. 

Testimonianze di raffigurazioni del Cristo e della Madonne “della domenica” si trovano non solo in Italia, ma anche nel resto d’Europa, tanto da spingere Dominique Rigaux, accanita ricercatrice ed esperta medievalista di Grenoble, a creare un corpus di queste immagini, raccolte e spiegate nel suo testo Le Christe du dimanche. Histoire d’une image médiévale.
L’idea della domenica come giorno dedicato alla religiosità è andata via via perdendosi, tanto che alla fine dell’Ottocento gli operai e operaie erano costretti a lavorare fino a 16 ore al giorno. Ci vorranno decenni di lotte per raggiungere il diritto a una giornata lavorativa di 8 ore. Attualmente, ci troviamo all’eccesso opposto: a causa dell’aumento del lavoro precario, i lavoratori sono disposti a lavorare più ore, accettano di lavorare la domenica (e spesso ne sono costretti), per un salario minimo si passano più ore lavorando che occupandosi di sé e dei propri affetti.

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