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A cura di Franco Carnevale e Alberto Baldasseroni
E&P 2013, 37 (4-5) luglio-ottobre, p. 345-345
DOI: —
Ambiente
L’aria è malata, ma può guarire
Our air is ill, but it can recover
Aria da morire
Pier Mannuccio Mannucci, Margherita Fronte
Milano, Dalai Editore, 2013, pp. 192, euro 15,90
Aria da morire è un titolo drammatico, che riflette il contenuto della prima parte del libro in cui si elencano le malattie dello smog e si dà conto del gran numero di ricoveri e decessi evitabili dovuti al semplice gesto di respirare in città.
Ed è proprio un’aria da morire quella che uccide prematuramente nel mondo 1 milione e 340mila persone ogni anno (stime OMS), e in media accorcia la vita dei cittadini europei di qualche mese, o addirittura di due-tre anni se si abita in Pianura Padana.
Con grande capacità, Margherita Fronte, giornalista scientifica già nota ai lettori di E&P, e Pier Mannuccio Mannucci, direttore scientifico dell’Ospedale Policlinico di Milano, studioso del rapporto tra inquinamento atmosferico e problemi cardiovascolari, illustrano in modo rigoroso i risultati degli studi più significativi compiuti in Europa e negli Stati Uniti per valutare gli effetti sulla salute umana dell’esposizione ai principali inquinanti dell’aria. La novità è che non si limitano a presentare il quadro a tinte fosche che emerge da tali risultati, ma attirano l’attenzione del lettore sulle possibili vie d’uscita. Se è vero che all’aumentare delle concentrazioni delle sostanze nocive il numero delle vittime cresce in modo proporzionale – dicono gli autori – è vero anche che miglioramenti anche piccoli della qualità dell’aria possono portare benefici notevoli. Ecco allora che Mannucci e Fronte passano in rassegna gli interventi messi in atto in diverse città per ridurre l’inquinamento atmosferico e ne analizzano l’efficacia indicando cosa ha funzionato e cosa no. Inoltre, alla fine di ogni capitolo suggeriscono azioni per inquinare di meno e per proteggere la propria salute con comportamenti virtuosi, senza però cadere nell’errore di addossare al singolo individuo l’intera responsabilità della questione inquinamento. Infatti, tra i suggerimenti c’è anche quello di entrare in contatto con le tante organizzazioni che a livello nazionale o locale si impegnano in azioni collettive per influenzare le politiche sulla qualità dell’aria. E le politiche sono davvero il punto centrale, come dimostra per esempio la «storia di successo» della lotta all’anidride solforosa onnipresente nelle città fino agli anni Settanta e oggi quasi assente: una storia «che dimostra – come sottolineano gli autori – che quando c’è la volontà politica la qualità dell’aria può migliorare e che ciò può accadere anche quando serve la collaborazione di più Stati e le misure necessarie sono costose e incontrano iniziali ostilità».
Lo stesso equilibrio tra informazione scientifica e attenzione alle politiche caratterizza la seconda parte del libro dedicata all’inquinamento presente in case, uffici e scuole, con particolare attenzione a due killer famosi: l’amianto e il radon.
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