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A cura di Luigino Dal Maso e Emanuele Crocetti
E&P 2015, 39 (5-6) settembre-dicembre, p. 393-393
DOI: —
Ambiente
BMInF: Colloqui motivazionali a bambini sovrappeso e genitori negli ambulatori dei pediatri: buoni risultati, ma un anno non basta
Motivational interviewing to treat overweight children and their parents in paediatrician’s medical office: good results, but one year is not sufficient
Riassunto
Per affrontare il problema del sovrappeso infantile, è stata istituita dall’OMS una commissione internazionale di esperti. Nel gennaio 2015, la commissione ha suggerito che il sistema sanitario dovrebbe occuparsi di formare il proprio personale a interventi finalizzati a modificare gli stili di vita del bambino (alimentazione e attività fisica).
Per affrontare il problema del sovrappeso infantile, è stata istituita dall’OMS una commissione internazionale di esperti. Nel gennaio 2015, la commissione ha suggerito che il sistema sanitario dovrebbe occuparsi di formare il proprio personale a interventi finalizzati a modificare gli stili di vita del bambino (alimentazione e attività fisica). Gli interventi dovrebbero coinvolgere sia la famiglia sia l’ambiente in cui il bambino vive, anche in età molto precoci (InterimReport 2015, High-level Commission on Ending Childhood Obesity, WHO).
Nonostante queste raccomandazioni, gli esperti stessi ammettono che le evidenze sono poche e non permettono di individuare quali interventi, fra i tanti proposti negli ultimi anni, siano realmente efficaci. Una strada che sembra dare risultati promettenti è quella del colloquio motivazionale.
È su queste basi che, nel 2011, nella Provincia di Reggio Emilia è stato progettato uno studio clinico randomizzato per testare l’efficacia di un intervento basato sulla tecnica del colloquio motivazionale offerto dai pediatri ai loro assistiti sovrappeso (cioè bambini con BMI tra 85° e 95° percentile) di età compresa tra 4 e 7 anni. Il 95%dei pediatri ha aderito al progetto. Di 419 bambini eleggibili, 371 (89%) hanno partecipato al trial; a 186 (una mediana di 3 per pediatra) è stato offerto l’intervento che prevedeva 5 incontri in un anno, i rimanenti 185 sono stati visitati a inizio e fine periodo. Il BMI è cresciuto durante l’anno di intervento di +0,49 kg/m2 (IC95%0,29-0,68) nel gruppo dei trattati e di +0,79 kg/m2 (IC95% 0,61-0,97) nel gruppo dei controlli (differenza: -0,30; p =0,007), dimostrando l’efficacia dell’intervento nell’immediato. Il vantaggio ottenuto in termini di BMI era accompagnata da piccoli cambiamenti positivi nella dieta e nell’attività fisica quotidiana. L’efficacia è stata maggiore nelle bambine e nei figli di madri con alto livello d’istruzione. È stata poi pianificata una visita di follow-up dopo 12 mesi dalla fine dell’intervento, per valutare se i buoni risultati ottenuti fossero mantenuti a lungo termine.
Il 91% dei bambini ha partecipato alla visita di follow-up, durante la quale i bambini sono stati pesati e misurati, e sono state rivalutate le abitudini alimentari e di attività fisica. Il risultati preliminari dicono che, dopo un anno in assenza di intervento, i trattati hanno perso tutto il vantaggio in termini di BMI che avevano ottenuto alla fine dell’intervento, anche se alcune abitudini alimentari rimangono leggermente migliori rispetto ai bambini del gruppo di controllo. Concludendo, i colloqui motivazionali offerti dai pediatri hanno un effetto positivo nell’immediato, ma i risultati non si sono mantenuti a un anno dalla fine dell’intervento. Si sta progettando un intervento analogo, ma che preveda alcuni incontri di rinforzo nei due anni successivi all’intervento.
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1.
Obesità e stili di vita
Vorrei proporre una lettura diversa dei dati pubblicati di Reggio Emilia
Il Colloquio di Motivazione (CM) non è un farmaco che si può o meno somministrare ai pazienti in doppio cieco valutando le differenze dell’effetto fra chi lo ha assunto e chi no. Se formiamo al CM i PLS di tutta l’ASL così che condividano con tutti i pazienti, che incontrano per qualunque problematica, il suo spirito è normale che essi rispondano allo stesso modo. Questo non significa che il CM così come è stato realizzato non serve e si deve provare a potenziarlo, ma piuttosto che il progetto è stato efficace su tutti e occorre offrirlo a più pazienti, rispettandone lo Spirito, mentre si possono anche ridurre gli strumenti (interviste, questionari somministrati, numero di visite di controllo, etc). Essi hanno reso il progetto difficile, faticoso e poco accetto ai PLS. Ciascuno di loro infatti ha arruolato solo 3 bambini sovrappeso, un nulla rispetto al numero di bambini con sovrappeso e obesità moderata (circa il 20% degli assistiti), che avrebbe dovuto curare. IL BMI percentile è diminuito dal 92 all’88° percentile cosa che per un gruppo di bambini sovrappeso, e quindi non malati ma solo a rischio di malattia, è un ottimo risultato soprattutto in quella fascia di età 3-7 anni in cui le cose peggiorano. Basta guardare i dati del 2014 di una ASL della vicina Lombardia, dove da 3 ai 10 anni l’obesità ed il sovrappeso aumentano di circa 4 volte, rispettivamente da 1,5 a 6,4% da 5,8 a 19,8%. Si potrebbe inoltre suggerire che i risultati andrebbero valutati oltre il BMI zscore, cioè anche sulla qualità della vita, socialità, autostima e rischio di sviluppare disturbi del comportamento alimentare. Aver sostituito la dieta con lo stile di vita sano, l’educazione con la prescrizione avrà di certo portato dei miglioramenti, che purtroppo non sono stati misurati, ma importanti nel bilancio della loro salute presente e futura.