Riassunto

Per affrontare il problema del sovrappeso infantile, è stata istituita dall’OMS una commissione internazionale di esperti. Nel gennaio 2015, la commissione ha suggerito che il sistema sanitario dovrebbe occuparsi di formare il proprio personale a interventi finalizzati a modificare gli stili di vita del bambino (alimentazione e attività fisica).

Per affrontare il problema del sovrappeso infantile, è stata istituita dall’OMS una commissione internazionale di esperti. Nel gennaio 2015, la commissione ha suggerito che il sistema sanitario dovrebbe occuparsi di formare il proprio personale a interventi finalizzati a modificare gli stili di vita del bambino (alimentazione e attività fisica). Gli interventi dovrebbero coinvolgere sia la famiglia sia l’ambiente in cui il bambino vive, anche in età molto precoci (InterimReport 2015, High-level Commission on Ending Childhood Obesity, WHO).

Nonostante queste raccomandazioni, gli esperti stessi ammettono che le evidenze sono poche e non permettono di individuare quali interventi, fra i tanti proposti negli ultimi anni, siano realmente efficaci. Una strada che sembra dare risultati promettenti è quella del colloquio motivazionale.

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È su queste basi che, nel 2011, nella Provincia di Reggio Emilia è stato progettato uno studio clinico randomizzato per testare l’efficacia di un intervento basato sulla tecnica del colloquio motivazionale offerto dai pediatri ai loro assistiti sovrappeso (cioè bambini con BMI tra 85° e 95° percentile) di età compresa tra 4 e 7 anni. Il 95%dei pediatri ha aderito al progetto. Di 419 bambini eleggibili, 371 (89%) hanno partecipato al trial; a 186 (una mediana di 3 per pediatra) è stato offerto l’intervento che prevedeva 5 incontri in un anno, i rimanenti 185 sono stati visitati a inizio e fine periodo. Il BMI è cresciuto durante l’anno di intervento di +0,49 kg/m2 (IC95%0,29-0,68) nel gruppo dei trattati e di +0,79 kg/m2 (IC95% 0,61-0,97) nel gruppo dei controlli (differenza: -0,30; p =0,007), dimostrando l’efficacia dell’intervento nell’immediato. Il vantaggio ottenuto in termini di BMI era accompagnata da piccoli cambiamenti positivi nella dieta e nell’attività fisica quotidiana. L’efficacia è stata maggiore nelle bambine e nei figli di madri con alto livello d’istruzione. È stata poi pianificata una visita di follow-up dopo 12 mesi dalla fine dell’intervento, per valutare se i buoni risultati ottenuti fossero mantenuti a lungo termine.

Il 91% dei bambini ha partecipato alla visita di follow-up, durante la quale i bambini sono stati pesati e misurati, e sono state rivalutate le abitudini alimentari e di attività fisica. Il risultati preliminari dicono che, dopo un anno in assenza di intervento, i trattati hanno perso tutto il vantaggio in termini di BMI che avevano ottenuto alla fine dell’intervento, anche se alcune abitudini alimentari rimangono leggermente migliori rispetto ai bambini del gruppo di controllo. Concludendo, i colloqui motivazionali offerti dai pediatri hanno un effetto positivo nell’immediato, ma i risultati non si sono mantenuti a un anno dalla fine dell’intervento. Si sta progettando un intervento analogo, ma che preveda alcuni incontri di rinforzo nei due anni successivi all’intervento.

 

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