A cura del Centro di riferimento nazionale per la medicina di genere, del Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute (Istituto superiore di sanità), del gruppo di lavoro Salute e medicina di genere dell’Associazione italiana di epidemiologia (AIE) e del Ministero della salute (DGPREV).

Medicina e prevenzione di genere

La medicina di genere opera in modo mirato e integrato per promuovere la salute, migliorare le cure e la prevenzione delle malattie, attraverso interventi che tengano conto delle differenze di sesso (l’insieme delle caratteristiche biologiche) e genere (il costrutto sociale che definisce norme, ruoli e relazioni tra individui), col fine ultimo di raggiungere l’appropriatezza e la personalizzazione degli interventi. In questo senso, l’Italia ha iniziato un percorso d’avanguardia nel panorama sanitario europeo, grazie ai principi sanciti nell’articolo 3 “Applicazione e diffusione della medicina di genere nel Servizio sanitario nazionale” della legge n.3 del gennaio 2018, a cui hanno fatto seguito il “Piano per l’applicazione e diffusione della medicina di genere” (comma 1) e l’istituzione dell’Osservatorio dedicato alla medicina di genere (comma 5).1-3Questi principi vengono riportati anche nel Piano nazionale di prevenzione (PNP) 2020-2025, che persegue l’approccio di genere come un cambio culturale e di prospettiva, affinché la valutazione delle variabili biologiche, ambientali e sociali, dalle quali possono dipendere le differenze dello stato di salute tra i sessi, diventi una pratica ordinaria.4 La dimensione di genere va considerata come un approccio da prevedere e sostenere in ogni ambito di intervento sanitario, dalla prevenzione e promozione della salute alla cura, per evitare stereotipi e al contempo definire strategie volte a contrastare le disuguaglianze e aumentare l’appropriatezza di interventi e prestazioni. 

Dalle evidenze sperimentali alla misura dei progressi

Il PNP 2020-2025 basa l’azione e la governance della prevenzione quanto più possibile su prove di efficacia e sulla misura dei risultati (valutazione di processo e di esito), secondo i principi dell’evidence-based prevention (EBP). Nei sei macro-obiettivi su cui è strutturato, vi sono differenze di genere, ben documentate dalla letteratura, nella distribuzione dei determinanti di malattia e dell’impatto delle diverse patologie, che devono essere considerate e contestualizzate nella definizione delle azioni di prevenzione. Un esempio riguarda la percentuale di soggetti in sovrappeso od obesi, che in Italia è nettamente superiore per il genere maschile rispetto a quello femminile: 54,9% vs 37,3% nel 2020; questa differenza significativa si riscontra anche negli anni precedenti.5Per la prevenzione e il contrasto all’obesità, il PNP 2020-2025 prevede, nell’ambito del macro-obiettivo 1 volto alla prevenzione delle malattie croniche non trasmissibili, la realizzazione di interventi caratterizzati da un approccio intersettoriale, life-course e per setting (interventi a scuola, nell’ambiente di lavoro, nella comunità e nei servizi sanitari). Si tratta di interventi che, secondo un’ottica di sanità pubblica, mirano a ridurre i fattori di rischio individuali, ma anche a rimuovere il più possibile le cause che impediscono l’adozione di uno stile di vita sano e attivo, integrando quindi cambiamento individuale e trasformazione sociale attraverso programmi di promozione della salute condivisi tra servizi sociosanitari, istituzioni educative, datori di lavoro, reti e comunità locali. Il PNP 2020-2025 rappresenta, inoltre, uno strumento a sostegno della capacità di risposta all’attuale pandemia come a eventuali futuri scenari di crisi sanitaria... Accedi per continuare la lettura

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