PFAS, insetticidi e SARS-CoV-2, partecipazione e cambiamenti di paradigma
In Italia, numerosi disastri ambientali causati dall’industria chimica hanno lasciato segni indelebili sull’ambiente e sulla salute pubblica. Tra i più noti, ricordiamo Seveso (1976), Manfredonia (1976), Cengio (1988), Marghera (1996) e Valle del Sacco (2005). Questi eventi hanno spinto verso una maggiore regolamentazione e controllo delle industrie chimiche per prevenire ulteriori catastrofi.
Il disastro ambientale più recente è la contaminazione da PFAS in Veneto (2013).
L’azienda chimica Miteni ha inquinato le riserve idriche della regione con PFAS – ovvero sostanze perfluoroalchiliche –, esponendo decine di migliaia di persone a queste sostanze tossiche. I PFAS sono collegati a vari problemi di salute, tra cui cancro, basso peso alla nascita, alterazioni del fegato e del metabolismo, nonché problemi immunitari. Annibale Biggeri ha condotto studi sulla mortalità nell’area contaminata, suggerendo un aumento delle malattie cardiovascolari. Inoltre, ha rivisto la valutazione del rischio per la popolazione residente condotta dall’Istituto Superiore di Sanità, basandosi sugli aggiornamenti dei limiti stabiliti dall’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA). Le sue valutazioni indicano che il rischio per la popolazione è rimasto alto nonostante gli interventi di mitigazione.
L’editoriale di Giorgio Buonanno ci riporta ai primi giorni del COVID-19 nel marzo 2020, quando, insieme al collega Floriano Bonifazi, cercavamo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di aprire le finestre per ridurre il rischio di infezione (clicca qui per leggere il contributo). Non eravamo convinti che il virus si trasmettesse solo attraverso le goccioline a corto raggio, ma ritenevano possibile una trasmissione per via aerea. Buonanno ripercorre la storia del mancato riconoscimento da parte dell’OMS della trasmissione via aerosol e il ritardo nell’adozione di misure ambientali. Questo episodio ha portato a una revisione completa da parte dell’OMS delle conoscenze sulla trasmissione delle malattie infettive e ha spinto a proporre studi e innovazioni per migliorare la salubrità degli ambienti chiusi. In questo contesto, la prevenzione (anche di carattere ingegneristico, come suggerisce Buonanno) gioca un ruolo fondamentale. Due attualità di questo numero mi hanno colpito particolarmente. 1. Aggiornamento sui rischi da pesticidi organofosfati e carbamati di Mandrioli e Sgargi. L’esposizione professionale ai pesticidi organofosfati e carbamati è indubbiamente associata a un maggiore rischio di oligospermia. La revisione sistematica di Daniele Mandrioli e Daria Sgargi raccoglie e analizza accuratamente questa evidenza, sottolineando non solo risultati significativi, ma anche una metodologia di lavoro esemplare. 2. Protezione dei lavoratori dagli effetti del cambiamento climatico. In un’epoca caratterizzata da ondate di calore, Michela Bonafede e collaboratori sottolineano l’importanza di proteggere i lavoratori dalle conseguenze del clima eccessivamente caldo. Lavorare in condizioni di caldo estremo non solo è dannoso per la salute, ma aumenta anche il rischio di infortuni. È necessario sensibilizzare l’opinione pubblica e adottare misure preventive.
Franca Rusconi cura da tempo per E&P la rubrica “Dalla parte dei bambini”, dimostrando l’interesse della rivista per la salute dell’infanzia. Con questo numero, E&P inaugura un’altra iniziativa, una collaborazione stabile con i Quaderni ACP, l’Associazione Culturale Pediatri, una libera associazione di pediatri italiani volta a sviluppare la cultura pediatrica e promuovere la salute dei bambini. Questo scambio di informazioni tra le due riviste tratterà temi di pediatria rilevanti per gli epidemiologi (I Quaderni ACP per gli epidemiologi) e argomenti di epidemiologia utili per i pediatri (E&P per i pediatri). Promettiamo di mantenere questa iniziativa in ogni numero, beneficiando anche dell’eccellente aggiornamento dei Quaderni ACP sui temi ambientali (Ambiente e Salute News).
Sono presenti molti articoli originali da leggere in questo numero. Tra questi, segnalo l’articolo metodologico sulle variazioni della velocità di propagazione del COVID-19 (Maria Teresa Giraudo et al.), la revisione sugli effetti cancerogeni dei talchi non contaminati da amianto (Dario Mirabelli e Benedetto Terracini), una valutazione critica del corso su epidemiologia e crisi umanitarie (Sandro Colombo et al.) organizzato dall’Associazione Italiana di Epidemiologia, che richiama gli epidemiologi italiani a nuovi impegni, l’esperienza italiana sulla contaminazione con amianto dei talchi cosmetici (Pietro Comba et al.). Non mancano poi le rubriche, tra cui segnalo una riflessione di Antonella Bena sul rapporto fra arte e salute”.
Buona lettura!
Francesco Forastiere
Indice
Editoriali
Attualità
Articoli scientifici
Interventi
Rubriche
Farmacoepidemiologia in pillole: metodi classici e avanzati per studiare l’aderenza al trattamento farmacologico
Arti e salute: un approccio promettente per la promozione della salute, la prevenzione e il trattamento delle malattie
Le cicatrici dell’anima: il costo nascosto della violenza psicologica
Salute e lavoro a partire dagli scritti di Giulio A. Maccacaro
Viaggio nel periglioso mondo dell’editoria scientifica
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