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Luca De Fiore

Sul pubblicare in medicina

Impact factor, open access, peer review, predatory journal e altre creature misteriose

Roma, Il Pensiero Scientifico Editore, 2024

192 pagine; 18,00 euro

Leggendo il libro di Luca De Fiore Sul pubblicare in medicina molti ricercatori o esperti nella comunicazione sanitaria potrebbero avere un senso di smarrimento. In meno di 200 pagine, ricche di citazioni puntuali, di dati e interessanti spunti filosofico-letterari, si trovano informazioni su tanti temi diversi, elaborati in modo approfondito e circostanziato. Una carrellata di “creature misteriose” e talvolta inquietanti che popolano l’editoria medico-scientifica e che minano dall’interno l’integrità e la credibilità della ricerca scientifica. Non solo, mettono anche in pericolo la capacità dei decisori di utilizzare le prove scientifiche per guidare le scelte in sanità, con un impatto potenzialmente devastante su pazienti e sistemi sanitari.

Mi hanno colpita in particolare quattro elementi: tre innovazioni già presenti e una a cui, in uno slancio di ottimismo, speriamo davvero di assistere in futuro.

L’introduzione del modello di pubblicazione open access è stata la principale innovazione nell’editoria medico-scientifica del secolo scorso.1 Nell’accezione originaria, l’open access prevede l’accesso libero alle riviste scientifiche, con possibilità di riprendere gratuitamente i loro contenuti citando opportunamente le fonti. Nato sotto ottimi auspici, spesso è diventato un meccanismo discriminatorio nei confronti di autori o tipologie di ricerca poco finanziati o che, in generale, non hanno fondi dedicati per le pubblicazioni. Come ben illustrato nel libro, l’open access è stato dirottato da editori senza scrupoli che sfruttano la necessità di pubblicare per sopravvivere nel mondo accademico per drenare risorse economiche che potrebbero certamente essere allocate in modo più utile e sensato.

Della seconda innovazione avremmo fatto certamente a meno. Sono i cosiddetti paper mill, letteralmente “cartiere”, potremmo azzardare “articolifici”.2 Una delle più diaboliche invenzioni nell’ambito delle frodi scientifiche. Aziende che producono articoli falsi che vengono inviati alle riviste scientifiche. Quando accettati, queste aziende vendono ai ricercatori l’authorship dell’articolo, facendo riferimento a un vero e proprio listino prezzi a seconda della posizione nella lista degli autori. Il libro illustra dettagliatamente questo fenomeno, fornendo dati sulla sua diffusione e sugli sforzi attuati dalle riviste scientifiche per difendersi da questa minaccia.

La terza innovazione riguarda “il nuovo capitolo della storia umana”, per citare Floridi,3 cioè l’intelligenza artificiale che sta producendo e produrrà numerosi cambiamenti anche nell’editoria medico-scientifica. La velocità con la quale evolvono i sistemi di intelligenza artificiale generativa è così elevata da rendere qualsiasi tentativo di governo e regolamentazione – pur necessari – istantaneamente obsoleti. Un Giano bifronte che offre immense opportunità e immensi rischi che vanno ben oltre il mondo dell’editoria.4

De Fiore definisce l’editoria scientifica come un’attività di servizio – molto remunerativa – a cui attingono diversi gruppi di interesse. Tra i più preoccupanti, a mio parere, c’è quello del supporto alle carriere dei ricercatori. Viviamo sulla nostra pelle le distorsioni legate all’uso degli indici bibliometrici come strumento di valutazione dei ricercatori per avanzamenti di carriera o accesso ai finanziamenti. In alcuni Paesi, i ricercatori vengono addirittura pagati per pubblicare.5 Questi meccanismi influenzano l’agenda della ricerca, cosa e come si pubblica e, probabilmente, sono alla base di gran parte della fabbricazione di dati e pubblicazioni. Alcuni Paesi hanno avviato discussioni concrete su modelli alternativi per la valutazione della ricerca e dei ricercatori.6 In Italia, ciò sembra essere ancora molto lontano. Sebbene alcune importanti istituzioni abbiano firmato i documenti di principio della Coalizione COARA,7 che gettano le basi per importanti riforme dei criteri e processi per la valutazione della ricerca, assistiamo ancora impotenti all’uso di soglie di h-index come criterio di accesso a bandi di ricerca, non come elemento di valutazione, ma come criterio di eleggibilità. Senza una vera innovazione (o rivoluzione) dei sistemi di valutazione della ricerca è difficile immaginare un ruolo diverso per le pubblicazioni medico-scientifiche e per i mostri che le popolano.

Il libro chiude con un’inaspettata dose di ottimismo e sei proposte per il cambiamento. C’è molto da fare, ciascuno per la propria parte. Possibilmente remando tutti verso una buona ricerca e, quindi, buone pubblicazioni scientifiche.

Bibliografia

  1. Open Access Network. Disponibile all’indirizzo: https://open-access.network/en/information/open-access-primers/history-of-the-open-access-movement (ultimo accesso: 11.06.2024).
  2. COPE. Paper mills research. 19.08.2023. Disponibile all’indirizzo: https://publicationethics.org/resources/research/paper-mills-research (ultimo accesso: 11.06.2024).
  3. Floridi L. Etica dell’intelligenza artificiale: sviluppi, opportunità, sfide. Milano, Raffaello Cortina Editore, 2022.
  4. van Rossum J. STM Integrity Hub communication. World Conference of Research Integrity. giugno 2024.
  5. Abritis A, McCook A. Cash bonuses for peer-reviewed papers go global. Science 2017. Disponibile all’indirizzo: https://www.science.org/content/article/cash-bonuses-peer-reviewed-papers-go-global
  6. Dutch Research Council (NWO).  Research policy NWO. Disponibile all’indirizzo: https://www.nwo.nl/en/dora (ultimo accesso: 11.06.2024).
  7. COARA Signature. Disponibile all’indirizzo: https://coara.eu/agreement/signatories/?category%5B0%5D=italy#signatories (ultimo accesso: 11.06.2024).

 

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