Riassunto

La presenza di amianto nel talco cosmetico è stata segnalata negli Stati Uniti fin dagli anni Settanta. Il presente contributo ripercorre dapprima il caso italiano, poi si concentra sugli aspetti tecnici, nonché su leggi, norme e regolamenti in materia, per concludere con un approccio precauzionale basato sull’evidenza. La ricerca è stata finalizzata principalmente al recupero dei documenti ufficiali dell’autorità sanitaria italiana sulle analisi effettuate diversi decenni fa, per identificare l’eventuale presenza di amianto nei prodotti a base talco in vendita al pubblico. I risultati mostrano che, in Italia, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e la Farmacopea ufficiale italiana (1985) hanno utilizzato la microscopia elettronica a scansione (SEM) per riconoscere la presenza o per accertare l’assenza di fibre di amianto nei campioni analizzati. Nel 2008, l’Italia ha adottato la Farmacopea europea, secondo la quale per l’analisi è sufficiente la microscopia ottica (MO). Questo declassamento tecnico è chiaramente andato – e va – contro il principio standard di precauzione per prevenire danni alla salute degli utenti. Purtroppo non sono stati recuperati dall’Archivio di Stato i documenti relativi alla suddetta ricerca in SEM che avrebbero contestualizzato le osservazioni. Le considerazioni indicano che, nella pratica, i livelli di attenzione sul tema hanno subito un notevole calo (in negativo), tanto da rendere impossibile un’efficace pianificazione dei controlli necessari, come purtroppo avviene ancora oggi. I commenti finali vertono sul principio di precauzione e sulle possibili soluzioni operative pratiche.

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Abstract

The presence of asbestos in cosmetic talc has been reported in the United States since the 1970s. The present article first retraces the Italian case, then focuses on technical features as well as the relevant laws, rules, and regulations, ending with a precautionary evidence-based approach. Research was mainly aimed at retrieving official Italian Health Authority papers on the tests carried out several decades ago, to identify the presence of any asbestos in talc of products for sale. 
Results show that, in Italy, National Institute of Health (the technical agency of the Ministry of Health) and the Italian Pharmacopoeia (1985) used scanning electron microscopy (SEM) to ascertain the absence of asbestos fibres, following positive identification in several samples they had analysed. In 2008, Italy adopted the EU Pharmacopoeia according to which light microscopy (LM) was sufficient for analysis. Such a technical downgrading clearly went – and goes – against the standard principle of precaution to prevent harm to users’ health.
Unfortunately, documents on the above-mentioned SEM research that would have contextualized observations were not recovered from the Italian State Archive. Observations and results indicate that in practice levels of attention on the issue underwent a considerable (negative) decline, so much that effective planning of the necessary controls was not possible, which is unfortunately true to this day. Final comments deal with the principle of precaution and possible practical operational solutions.

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