Abstract

The current humanitarian crises in Ukraine and Gaza, along with the chronic crises, and the climate-related disasters, have exposed the limitations of the humanitarian system. Within these contexts, humanitarian organisations frequently struggle with collecting, analysing, interpreting, and utilising health data, due to the challenging environments in which they operate and funding constraints. It is precisely in these contexts that field epidemiology plays a crucial, but often overlooked role.

Field epidemiologists face unique challenges, including rapidly changing conditions, poor-quality data, and biases. Despite these difficulties, accurate epidemiological data are essential for needs assessment, guidance on interventions, and advocacy. Conventional methods often need adaptation for crisis settings, and there are still gaps in measurement.

This article discusses the role of epidemiology in such contexts, noting a shortage of trained ‘humanitarian epidemiologists’ and specialised training as major issues.

To address these needs, the Italian Association of Epidemiology organised a course in early 2024 to enhance the epidemiological skills of staff working in humanitarian crises and introduce traditional epidemiologists to crisis-specific challenges. The course covered key concepts and methods of field epidemiology, emphasising the use of secondary health data. Its positive reception underscored the demand for such specialised training.

Improving public health information collection and use in humanitarian crises is an ethical and practical necessity. Indeed, investing in field epidemiology and recognising its importance can enhance humanitarian interventions and better serve vulnerable populations.

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Riassunto

Le attuali crisi umanitarie in Ucraina e a Gaza, insieme alle crisi croniche e ai disastri legati al clima, hanno messo in luce i limiti del sistema umanitario. In questi contesti, le organizzazioni umanitarie fanno spesso fatica a raccogliere, analizzare, interpretare e utilizzare i dati sanitari, a causa dei contesti difficili in cui operano e dei vincoli di finanziamento. È proprio in questi contesti che l’epidemiologia sul campo svolge un ruolo cruciale, ma spesso trascurato.

Gli epidemiologi che lavorano sul campo affrontano difficoltà uniche, tra cui condizioni in rapido cambiamento, dati di scarsa qualità e distorsioni. Nonostante queste difficoltà, dati epidemiologici accurati sono essenziali per la valutazione dei bisogni, la decisione sugli interventi e l’advocacy. I metodi convenzionali spesso necessitano di adattamenti per i contesti di crisi e ci sono ancora lacune nelle misurazioni.

Questo articolo discute il ruolo dell’epidemiologia in tali contesti, notando una carenza di “epidemiologi umanitari” e di una formazione specializzata come problemi principali.

Per affrontare queste esigenze, all’inizio del 2024, l’Associazione Italiana di Epidemiologia ha organizzato un corso per migliorare le competenze epidemiologiche degli operatori che lavorano nelle crisi umanitarie e per introdurre gli epidemiologi tradizionali alle sfide specifiche delle crisi. Il corso ha coperto concetti e metodi chiave dell’epidemiologia di campo, enfatizzando l’uso di dati sanitari secondari. Il corso è stato accolto positivamente e questo ha sottolineato la domanda di questa formazione specializzata.

Migliorare la raccolta e l’uso dell’informazione di sanità pubblica nelle crisi umanitarie è una necessità etica e pratica. Infatti, investire nell’epidemiologia di campo e riconoscerne l’importanza può migliorare gli interventi umanitari e servire meglio le popolazioni vulnerabili.

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