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A cura di Luigino Dal Maso e Emanuele Crocetti
E&P 2012, 36 (1) gennaio-febbraio, p. 67-67
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Sorveglianza - Registri
Meno di un terzo dei malati cronici si vaccina contro l'influenza
L'influenza costituisce un rilevante problema di salute a causa dell’elevata contagiosità e delle possibili gravi complicanze nei soggetti a rischio, come gli anziani e i portatori di patologie croniche.1,2 L’influenza è, inoltre, frequente motivo di consultazione medica e di ricovero ospedaliero ed è la principale causa di assenza dal lavoro, con forti ripercussioni sanitarie ed economiche sia sul singolo sia sulla collettività.
L’effetto della vaccinazione stagionale antinfluenzale è stato indagato in numerose ricerche presenti in letteratura scientifica e i risultati confermano il rapporto favorevole tra rischi e benefici della vaccinazione stagionale: l’uso estensivo della vaccinazione è in grado di ridurre in misura notevole morbosità, rischio di gravi complicanze e di morte nella popolazione bersaglio.3
Sulla scorta di queste valutazioni, il servizio sanitario nazionale promuove e offre la vaccinazione antinfluenzale a coloro che presentano il maggior rischio di conseguenze negative da influenza (anziani e portatori di patologie croniche); in questo gruppo di popolazione l’obiettivo è raggiungere la copertura vaccinale desiderabile di almeno il 75% (il 95%, invece, è la quota definita “ottimale”).4
I dati relativi alle coperture vaccinali tra le persone con più di 64 anni sono disponibili e affidabili in ogni regione5 mentre non esistono dati altrettanto solidi sulla copertura vaccinale delle persone affette da malattie croniche al di sotto dei 65 anni d’età, a causa delle difficoltà di stimare il numero complessivo di persone che rientrano in questa definizione e che, quindi, dovrebbero vaccinarsi.
Il sistema di sorveglianza PASSI copre questo bisogno informativo, relativamente alla fascia d’età 18-64 anni, fornendo, tempestivamente, una stima della prevalenza di alcune patologie croniche e la copertura vaccinale in tale gruppo di popolazione.
Sulla base dei dati raccolti nel periodo 2007-2010, la stima delle persone con almeno una patologia cronica è risultata, complessivamente del 17,6%* (il 7,8% ha riferito una malattia respiratoria, il 5% il diabete, il 4,4% una malattia cardiaca, il 3,4% un tumore, l’1,4% l’insufficienza renale).
La copertura vaccinale riferita dalle persone affette da almeno una delle patologie croniche indagate, è risultata complessivamente del 30%, senza significative variazioni da un anno all’altro.6
In particolare, riferisce di essersi vaccinata una quota maggiore di persone con diabete o malattie cardiovascolari (copertura rispettivamente del 41% e 39%) mentre la vaccinazione tra le persone affette da insufficienza renale, malattie respiratorie o da tumori risulta meno diffusa (percentuali rispettivamente del 32%, 29% e 28%).
Il ricorso alla vaccinazione, pertanto, è ancora ampiamente al di sotto dei livelli attesi, sebbene con variabilità tra le diverse condizioni patologiche.
Applicando i dati sulle coperture vaccinali alla diffusione delle diverse malattie croniche nella popolazione, il maggior numero di non vaccinati si registra, paradossalmente, tra gli ammalati di patologie respiratorie: prevalenza più alta e minori coperture vaccinali sono alla base di tale fenomeno (vedi grafico 1).
* Il valore è inferiore alla somma delle singole categorie, per la possibile compresenza di più patologie nelle singole persone
*Calcolo ottenuto applicando stime di prevalenza delle patologie croniche e valori delle coperture vaccinali rilevate dal sistema PASSI alla numerosità della popolazione tra 18 e 64 anni, residente in Italia, al 1.01.2011 (www.demoistat.it)
La disponibilità delle stime di copertura può costituire un utile riferimento per indirizzare e ottimizzare gli sforzi dei clinici e dei medici di sanità pubblica, affinché aumenti significativamente la proporzione di persone con patologie croniche vaccinate annualmente.
I servizi di sanità pubblica delle ASL dovrebbero migliorare la promozione della vaccinazione antinfluenzale e l’individuazione delle persone affette da malattie croniche a cui offrire il vaccino, puntando alla creazione di registri di patologia: l’incrocio dei dati delle anagrafi vaccinali con quelli dei registri degli esenti ticket rappresenterebbe una fonte immediatamente utilizzabile.
I clinici (specialisti pneumologi, oncologi, nefrologi, cardiologi e diabetologi e i medici di medicina generale) dovrebbero, altresì raccomandare e offrire attivamente la vaccinazione antinfluenzale stagionale a tutte le persone con patologie croniche, così come previsto da numerose linee guida assistenziali prodotte dalle rispettive società scientifiche.
Bibliografia Cox NJ, Subbarao K. Influenza. Lancet 1999; 354:1277-1282. Simonsen L, Fukuda K, Schonberger LB, Cox NJ. The impact of influenza epidemics on hospitalisations... Accedi per continuare la lettura
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