Corrispondenza: Redazione di Epidemiologia&Prevenzione
Riassunto
Lungo la storia, le immagini sono sempre state di supporto nello studio dei casi di infortunio. I medici utilizzano precocemente nei loro trattati immagini del corpo di lavoratori infortunati o ammalati per cause lavorative in primis a fini illustrativi, poi per influenzare l’opinione pubblica e i governanti in modo che diano avvio a interventi di prevenzione, di assistenza e assicurativi.
Parlare con le immagini
Lungo la storia, le immagini sono sempre state di supporto nello studio dei casi di infortunio. I medici utilizzano precocemente nei loro trattati immagini del corpo di lavoratori infortunati o ammalati per cause lavorative in primis a fini illustrativi, poi per influenzare l’opinione pubblica e i governanti in modo che diano avvio a interventi di prevenzione, di assistenza e assicurativi. Famosi – anche per il terrore che emanavano – sono i “musei della sicurezza” di Vienna e Dresda, attivi tra le due guerre mondiali. Artisti visivi tra Ottocento e Novecento rivisitano le condizioni di lavoro e di vita degli operai con soluzioni ora realistiche, naturalistiche e veristiche, ora simboliche: da una parte si enfatizza la possanza e la dignità dei lavoratori, dall’altra il loro sfruttamento, la fatica richiesta per espletare mansioni pericolose che provocano infortuni mutilanti e mortali. Tra le due guerre, l’arte in Italia privilegia la capacità del lavoro e dei lavoratori di fare grande e ricco il Paese. Dal secondo dopoguerra, le varie correnti artistiche fiancheggiano l’aspirazione dei lavoratori a un nuovo ordine sociale che garantisca diritti, compresi quelli di non ammalarsi e di non infortunarsi. Dai primi decenni del Novecento, la propaganda contro gli infortuni si fa in fabbrica, con i cartelli ammonitori. Arriva poi a imporsi la fotografia, che prende il posto di disegni e incisioni: nel secondo dopoguerra, il fotogiornalismo assume un ruolo importante per denunciare con immagini realistiche e crude la triste condizione di sicurezza e di salute dei lavoratori. Negli ultimi anni, comunicazioni multimediali della più svariata natura, dal disegno al fumetto, dall’animazione alle installazioni sulla salute e sulla sicurezza del lavoro, si diffondono in maniera anche eccessiva con un intento che vorrebbe risultare preventivo. Attraverso stampe d’epoca, vogliamo qui analizzare due episodi esemplari avvenuti in periodi storici in cui i lavoratori non godevano di tutele.
Samuel, il garzone mugnaio
Il primo caso ci porta nell’Inghilterra della prima metà del Settecento. Il ventiseienne garzone mugnaio Samuel Wood viene portato al St. Thomas Hospital con un braccio staccato fino all’altezza della spalla. Nella stampa (figura 1), il ragazzo viene rappresentato con un’espressione nobile e seriosa; davanti a lui, il braccio: si noti la grande attenzione del disegnatore all’anatomia delle parti molli. Poche righe sintetizzano la dinamica dell’infortunio: una corda legata al polso, incastratasi nella ruota del mulino, trascina e solleva Samuel Woods. Nei giornali dell’epoca si è decantato l’intervento miracoloso del chirurgo, ma eventi fortuiti furono il mancato sanguinamento dell’arteria succlavia e l’assenza d’infezione della ferita. La sopravvivenza del giovane deve aver destato scalpore, poiché l’episodio è stato ripreso in vari trattati, non per denunciare l’elevato rischio infortunistico che affligge i lavoratori, ma per elevare un “inno al destino”. Fino all’epoca della rivoluzione industriale, l’infortunio era un fatto privato del lavoratore; solo successivamente si imporrà una mediazione delle istituzioni tra datori di lavoro e lavoratori.
Cammilla, la filandiera
In una pubblicazione di Ferdinando Zannetti (1801-1881), importante medico e chirurgo del suo tempo, troviamo il caso clinico della filandiera Cammilla Caroli. La litografia (figura 2) è composta da 3 quadri: il primo mostra la trentottenne con i capelli incastrati all’albero di trasmissione della macchina, il cuoio capelluto in parte distaccato; nel secondo l’operaia è di profilo; nel terzo si osserva la parte posteriore. La travagliata storia clinica della sventurata si prolungherà in sei mesi di sofferenze, concludendosi con il decesso. All’epoca, l’assicurazione per gli infortuni non era ancora obbligatoria. Questo tipo di infortunio non rientra più nelle casistiche italiane, mentre si ritrova ancora trattato da chirurghi cinesi e indiani, che ripropongono le stesse storie di infortuni lavorativi successi in passato nei Paesi di più vecchia industrializzazione.
Photogallery con le opere selezionate da Franco Carnevale
Gli effetti dell’infortunio subito da Samuel Wood nell’Agosto 1737. Incisione, collezione privata.
Infortunio alle cinghie di trasmissione in una filatura a Lille. L'Impartial de l'Est 1899.
Garibaldi ad Aspromonte. Giovanni Fattori (1825-1908), collezione privata.
Frontespizio del volume di Zannetti, 1877.
Manoscritto del medico Francesco Scarlini. Fondo Zannetti, Biblioteca Biomedica di Careggi, Firenze.
Prima pagina di copertina del volume curato da Fiorelli Malesci e Gori, 2012.
Il medico Zannetti cura un soldato ferito sui campi lombardi. Giuseppe Moricci (1806-1879), Fondazione Spadolini-Nuova Antologia, Firenze.
Ritratto di Ferdinando Zannetti. Pittore Toscano dell’Ottocento, Università degli Studi, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Firenze.
Manoscritto di Zannetti relativo al suo volume del 1877. Fondo Zannetti, Biblioteca Biomedica di Careggi, Firenze.
Un caso di “scalp”. Immagini durante e dopo la cura (la paziente “dimessa fornita di parrucca, esteticamente in ottime condizioni”). Compaiono in: Carnera 1951.
Frontespizio del volume di Bartrip e Burman, 1983.
Lo “strano” infortunio di Samuel Wood. Incisione, compare presente sul mercato antiquario, collezione privata.
Prima pagina di copertina del volume di Bronstein, 2007.
Antiporta e frontespizio del volume di Cheselden, 1791.
Prima pagina di copertina del volume curato da Cooter e Luckin, 1977.
Prima pagina di copertina del volume di Golebiewski, 1901.
Prima pagina di copertina del volume di Spence, 2016.
Prima pagina di copertina del volume curato da Carnevale, Tomassini e Baldasseroni, 2007.
Prima pagina di copertina del volume di Morello, 2015.
Come Benedetto resuscita lo monacello cui era caduto lo muro addosso. Luca Signorelli (circa 1450-1523) e aiuti, affresco, Abbazia di Monte Oliveto Maggiore ad Asciano.
San Benedetto resuscita un giovane monaco su cui era crollato un muro durante i lavori all'abbazia. Giovanni da Consalvo (attivo a Firenze tra il 1436 ed il 1439), Chiostro degli Aranci, Badia Fiorentina, Firenze.
Infortunio in un cotonificio, ex voto, compare in Direzione Regionale INAIL per il Piemonte, 2000.
Ferita per strappamento. Disegno colorato, Fondo Zannetti, pacco 1 ins 5 tav 4 e 5, Biblioteca Moreniana, Firenze.
Prima pagina di copertina del volume della Direzione Regionale INAIL per il Piemonte, 2000.
“Vivere pericolosamente” Mussolini. Disegno di Giuseppe Scalarini (1873-1948) per l’Avanti. Compare in: Bibolotti e Calotti 2006.
Il miracolo. Lorenzo Viani (1882-1936), olio su compensato, collezione privata.
Benedizione dei morti del mare. Lorenzo Viani, xilografia, collezione privata.
L’infortunio o minatore ferito. Emilio Rizzi (1881-1952), olio su tela, collezione privata.
La morte dell’operaio. Alberto Ferrero (1883-1963), olio su tela, collezione privata.
L’incidente in fabbrica. Plinio Nomellini (1866-1943), olio su tela, collezione privata.
I minatori. Antonio Ambrogio Alciati (1878-1929), olio su tela, collezione privata.
Cartello ammonitore, Cecoslovacchia, circa 1950. Compare in: Hunter, 1974.
Cartello ammonitore, Ungheria, circa 1950. Compare in: Hunter, 1974.
Litografia tratta dal precedente disegno illustrante il caso clinico Storia di una ferita per strappamento estesa a tutto il cuoio capelluto. Compare in: Zannetti 1877.
Cartello ammonitore, Gran Bretagna, circa 1950. Compare in: Hunter, 1974.
Cartello Ammonitore, Cina, circa 1990. Compare in: Navarro 2015.
Cartello Ammonitore, Italia. Compare in: Navarro 2015.
“Ptosi e strabismo interno in seguito ad una grave frattura comminutiva del cranio. Notevoli riduzione dei poteri mentali, tendenza a delinquere, varie condanne alla reclusione. E’ evidente l’espressione stupida della fisionomia”. Compare in: Golebiewski 1901.
Operai infortunati, progressione quinquennale per il periodo 1883-1992. Compare in: Cassa nazionale d’assicurazione per gli infortuni sul lavoro 1923.
In memoria. Remo Pasetto, tempera, collezione privata.
Infortunio mortale in un cantiere, Milano 26 maggio 1960. Fotografia di Uliano Lucas. Compare in: Agliani, Bigatti e Lucas 2011.
Edile morto in Viale Papiniano a Milano il 18 febbraio 1964. Fotografia di Uliano Lucas. Compare in: Agliani, Bigatti e Lucas 2011.
C. F. di anni 22 muore durante i lavori di scavo delle fognature dell’Ardeatino. Fotografia di Andrea Nemiz, Roma 1976.
6 Dicembre 2007, a Torino un incendio nello stabilimento della ThyssenKrupp provoca la morte di 7 operai. Fotografia di anonimo.
L’isola dei cani a Londra in una mappa del cartografo John Rocque.
Prima pagina di copertina della graphic novel di Di Virgilio e De Carli, 2009.
Monumento ai mutilati del lavoro. Scultura di Silvio Monfrini (1894-1969), Monza.
Monumento ai caduti sul lavoro. Floriano Bodini (1933-2005), Piazza San Francesco, Carrara.
I caduti sul lavoro. Bassorilievo in bronzo di Maurizio Carnevali, Laino Borgo.
Immagine del Flash Mob davanti al parlamento organizzato da CGIL CISL UIL il 28.4.2016, Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro. Fotografia di anonimo.
Piccola serie di immagini da utilizzare per illustrare elementi di responsabilità personali in campo penale in un caso di infortunio per caduta dall’alto. Archivio fotografico della UF prevenzione igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro “G. Pieraccini”, Azienda sanitaria di Firenze, 2005.
L’apprendista si allontana e va al mare. Foglio n. 5 di 12 della serie di incisioni Il Buono e il cattivo apprendista di William Hogarth, collezione privata.
Mulino a vento. Compare in: Agostino Ramelli 1588.
Un’altra sorte di Mulino a vento. Compare in: Agostino Ramelli 1588.
Una macina per macinare le materia. Compare in: Giovanni Branca 1629.