Riassunto

Il latte materno rappresenta il miglior alimento per il neonato, perché fornisce tutti i nutrienti di cui ha bisogno nella prima fase della vita e contiene sostanze immunologiche che sono fondamentali per proteggerlo da infezioni batteriche e virali. I benefici dell’allattamento al seno, in particolare di quello esclusivo (solo latte materno), sono molteplici sia per il bambino sia per la mamma. Per questo motivo l’OMS, assieme all’Unicef, ma anche a importanti società scientifiche internazionali, quali l’American Academy of Pediatrics, suggeriscono che i neonati vengano allattati al seno in maniera esclusiva per i primi 6 mesi di vita e che l’allattamento al seno continui anche dopo l’introduzione degli alimenti solidi.

Il latte materno rappresenta il miglior alimento per il neonato, perché fornisce tutti i nutrienti di cui ha bisogno nella prima fase della vita e contiene sostanze immunologiche che sono fondamentali per proteggerlo da infezioni batteriche e virali. I benefici dell’allattamento al seno, in particolare di quello esclusivo (solo latte materno), sono molteplici sia per il bambino sia per la mamma. Per questo motivo l’OMS, assieme all’Unicef, ma anche a importanti società scientifiche internazionali, quali l’American Academy of Pediatrics, suggeriscono che i neonati vengano allattati al seno in maniera esclusiva per i primi 6 mesi di vita e che l’allattamento al seno continui anche dopo l’introduzione degli alimenti solidi.1

 La coorte nazionale di nati Piccolipiù,2 avviata nel 2011 con un finanziamento del CCM, oltre al suo principale obiettivo di analizzare il ruolo eziologico di molteplici fattori rispetto alle patologie dell’infanzia, consente di descrivere l’aderenza ad alcune raccomandazioni della popolazione partecipante.

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Lo studio Piccolipiù consiste nell’arruolamento e follow-up di circa 3.000 famiglie, arruolate presso 6maternità a Firenze, Roma, Torino, Trieste e Viareggio in occasione della nascita del bambino. Complessivamente, i dati di Piccolipiù mostrano che l’86% dei neonati arruolati vengono allattati al seno in maniera esclusiva in ospedale e che esiste una variabilità notevole tra centri (dal 98% al 73%) anche in virtù delle differenti politiche di promozione dell’allattamento attuate nei diversi ospedali. Nei mesi successivi, la proporzione di neonati allattati esclusivamente al seno diminuisce gradualmente, passando al 42% al 4° mese e subendo una drastica riduzione al 5° mese (22%), quando inizia lo svezzamento. È interessante notare che la variabilità tra centri al 5° mese si attenua, attestandosi tra il 16% e il 28%.

Seppure questi dati vadano letti con cautela, in quanto è noto che la popolazione che partecipa a studi di coorte è spesso non rappresentativa della popolazione generale, mostrano prevalenze di allattamento al seno esclusivo piuttosto basse, soprattutto dopo il terzo mese, mettendo il luce la necessità di potenziare politiche di promozione dell’allattamento al seno anche dopo la nascita.

Bibliografia

  1. Horta BL, Victora CG (eds). Long-term effects of breastfeeding: a systematic review. Geneva, WHO, 2013.
  2. Farchi S, Forastiere F, Vecchi Brumatti L et al. Piccolipiù, a multicenter birth cohort in Italy: protocol of the study. BMC Pediatr 2014;14:36.
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