Sin dai primi anni Duemila, il cit-tadino ha progressivamente acquisito un ruolo sempre più da protagonista nel processo di educazione alla salute e gestione delle patologie.1,2 A fronte sia di questa spinta nella prospettiva di em-powerment individuale sia del fatto che in ambito educativo lo spazio è definito un educatore nella misura in cui la qualità dello stesso va di pari passo con la qualità dell’apprendimento, sembra lecito chie-dersi quale sia il reale spazio messo a di-sposizione dal Servizio sanitario nazionale (SSN) in cui il singolo possa dar luogo al processo di “salutogenesi”, ossia attivo e consapevole di sviluppo della capacità di perseguire, realizzare e costruire il proprio potenziale di salute, con un certo grado di indipendenza e con l’opportunità di partecipazione sociale.3 Già la sola defi-nizione di ambiente di vita racchiude un ampio insieme di aspetti con un alto po-tenziale rispetto alla salute delle persone che vivono in quel determinato contesto, tale da esercitare una forte influenza su come una società distribuisce le risorse tra i suoi membri e, di conseguenza, sulle opportunità di salute della popolazione.4Nel caso specifico della prevenzione, in-fatti, le opportunità di salute sono defini-te dai livelli di accessibilità ai servizi e alle strutture a disposizione del cittadino...

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