Intervista ad Andrea Ciattaglia, direttore della rivista Prospettive Assistenziali e rappresentante della Fondazione “Promozione Sociale e del Coordinamento Sanità e Assistenza” (CSA) tra i movimenti di base Grazie al tuo impegno per i diritti dei malati non autosufficienti, hai un’ampia prospettiva sulla loro situazione sanitaria.

Per la tutela di queste persone, il riferimento è la legge 833/1978, istitutiva del SSN in difesa della salute di tutti i cittadini e dei malati acuti o, come le persone non autosufficienti, cronici. Dalla legge 3 del 2001, riforma del titolo V, e contestualmente con l’introduzione dei livelli essenziali di assistenza, la presa in carico dei non autosufficienti, prima come spesa poi come competenze, ha subito un progressivo slittamento de facto dalla sanità verso le politiche sociali, anzi, verso l’assistenza a carico delle famiglie tamponata dai servizi sociali solo in caso d’indigenza.

Un anziano non autosufficiente ricoverato in RSA in convenzione con l’ASL ha per diritto il 50% del costo pagato dalla sanità e il restante 50% a carico proprio oppure, se non ha sufficienti risorse economiche, del Comune. La ripartizione dei costi non corrisponde a una divisione delle prestazioni. Non si ricevono trattamenti al 50% sanitari e all’altro 50% alberghieri: è una suddivisione burocratica che è il nocciolo del comparto cosiddetto sociosanitario... Accedi per continuare la lettura

 

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