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A cura di Luigino Dal Maso e Emanuele Crocetti
E&P 2012, 36 (6) novembre-dicembre, p. 372-372
DOI: —
Sorveglianza - Registri
Aumenta la sopravvivenza per tutti i tumori, soprattutto nei maschi, ma è solo questione di PSA
Survival for all cancers is increasing, especially in men, but only thanks to PSA
La sopravvivenza per tutti i tumori è un indicatore della performance complessiva di un sistema sanitario. Inoltre, essendo un determinante della prevalenza, essa è associata al carico globale della patologia neoplastica in una popolazione.
In 18 anni (dal 1990 al 2007) in Italia la sopravvivenza delle donne a 5 anni di distanza dalla diagnosi di un tumore (per tutti i tumori esclusi i non melanomatosi della cute) è cresciuta dal 54,2% al 62,7%, mentre negli uomini è passata dal 41,3% al 54,6%. L’incremento nelle donne è stato dell’8,5%, negli uomini ha raggiunto il 13,3%. La stima è standardizzata per sede per evitare che la variazione dipenda dal cambiamento nel tempo della distribuzione dell’incidenza dei tumori con differente letalità (Epidemiol Prev 2011; 35 (5-6) suppl 3: 150-167).
Dal 1990 al 2007 la perfomance complessiva del sistema sanitario ha perciò registrato in Italia un costante e sensibile miglioramento... Accedi per continuare la lettura
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1.
PSA: aiuta a posticipare la morte o anticipa solo la diagnosi?
Occhio al granchio!
Nell'articolo "Survival for all cancers is increasing, especially in men, but only thanks to PSA" sembra che si debba ringraziare il PSA per aver aumentato la sopravvivenza nei pazienti con tumore alla prostata. Occhio alla differenza tra sopravvivenza reale e quella percepita. In questo caso non si dimostra la possibile posticipazione del decesso (che viene percepita dall'articolo). E'invece possibile che l'aumento della sopravvivenza non sia reale ma sia causata dall'anticipazione diagnostica con il PSA (http://en.wikipedia.org/wiki/Lead_time_bias ) e dalla sovradiagnosi (http://www.bu.edu/today/2011/medical-overdiagnosis-bad-for-you-good-for-business/). Le implicazioni sull'aumentata durata della vita ma anche con aumentato periodo di sofferenza (grazie all'inefficace anticipazione diagnostica) è un altro problema che come sanitari dobbiamo considerare con priorità.