Nel 2019 in Italia sono stati registrati più di 18.000.000 di DALY, cioè di anni di vita persi per morte prematura o disabilità.1 Di questi, circa la metà sono stati persi per cause associate direttamente o indirettamente a comportamenti in grado di aumentare il rischio di malattia, quali fumo di tabacco, regimi dietetici inappropriati e soprattutto sedentarietà. Questi dati suggeriscono che la prevenzione primaria rappresenta la categoria di interventi sanitari con maggiore possibilità di avere un impatto sullo stato di salute e sulla qualità della vita dei cittadini. In generale, però, gli interventi di prevenzione primaria hanno una procedura di implementazione poco definita. A differenza di quello che succede con i farmaci, gli interventi di prevenzione non devono essere sottoposti alla valutazione da parte delle agenzie regolatorie. La loro elaborazione e prescrizione non richiedono figure professionali con una formazione specifica e non sono regolati da accordi nazionali e neppure da linee guida.In questa situazione di assenza di vincoli normativi e professionali, il rischio che gli interventi erogati all’interno del Servizio sanitario nazionale (SSN) e, soprattutto, all’esterno manchino delle caratteristiche minime di qualità ed efficacia è molto alto.2Gli strumenti operativi che il programmatore ha per assicurare qualità ed efficacia degli interventi sono pochi: gli standard qualitativi, i repertori di buone pratiche e i repertori di interventi efficaci.Lasciando da parte gli standard qualitativi – per i quali si può far riferimento, per esempio, al manuale European drug prevention quality standards3 – affrontiamo qui il tema dei repertori.

Cos’è un repertorio

Il repertorio (o repository o registro) è un database che raccoglie e organizza osservazioni con l’obiettivo di studiare o guidare un particolare esito in una popolazione definita.4 Nell’ambito della prevenzione, quindi, un repertorio è una raccolta di interventi preventivi, organizzati al fine di rendere semplice l’accesso, utile al programmatore della prevenzione per scegliere il migliore intervento da attuare in un contesto specifico.La differenza fra il concetto di buona pratica di prevenzione e di intervento efficace sta soprattutto nel ruolo delle prove di efficacia.5 Infatti, una buona pratica preventiva deve avere caratteristiche di qualità nella progettazione, nell’implementazione e nel monitoraggio dei diversi soggetti coinvolti, ma non deve necessariamente avere ottenuto risultati positivi in studi di valutazione rigorosi... Accedi per continuare la lettura

 

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