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 Alberto E. Tozzi, Diana Ferro

Guida facile all’intelligenza artificiale in medicina

Roma, Il Pensiero Scientifico Editore, 2025; 208 pagine; 22,00 euro

Nell’ambito della collana “Mappe” del Pensiero Scientifico è stato recentemente pubblicato il libro Guida facile all’intelligenza artificiale in medicina di Alberto Tozzi e Diana Ferro. La collana si presenta in modo suggestivo, in quanto dichiara che la costruzione e l’utilizzo di mappe è per non perdersi o «confermarci capaci di governare ciò che sappiamo». Effettivamente, una mappa per orientarci su questo tema può essere utile a molti.

Parlare di intelligenza artificiale (IA) non è inconsueto, anzi, a dirla tutta, siamo ormai bombardati da citazioni di cosa potrebbe fare l’IA o cosa già fa e la percezione dei più oscilla tra una fondata preoccupazione per abusi incontrollabili e una fiducia entusiasta che le macchine trovino soluzioni e approcci a situazioni per cui al momento le nostre capacità sono insufficienti. In mezzo a questi estremi, c’è soprattutto il timore di sentirsi tagliati fuori e non avere gli strumenti almeno per capire, se non governare, le nuove tecnologie. Il volume di Tozzi e Ferro ha come obiettivo proprio quello di promuovere la consapevolezza dei nuovi orizzonti possibili tra chi si occupa di salute.  Comprendere le potenzialità, ma soprattutto su quali principi si basa l’IA, è fondamentale per non esserne vittima, ma anzi contribuire al suo uso migliore. La prima caratteristica del libro è che la guida non è scritta da informatici, bensì da persone che vivono e lavorano nel mondo della salute (Tozzi è un pediatra, Ferro una biologa), per cui il libro si sviluppa con una serie di esempi e nessuna formula matematica, aspetto molto apprezzato anche da chi scrive questa recensione.

Attraverso 14 capitoli, la guida affronta i concetti di base e le applicazioni fruibili in medicina. Viene chiarito che in realtà non si tratta di “intelligenza” artificiale contrapposta a quella umana, bensì di strumenti che permettono di “aumentare” l’intelligenza umana e soprattutto le nostre capacità di esaminare quantità di dati altrimenti impossibili da considerare e di costruire con questi dati modelli e simulazioni che permettono, per esempio al medico, di considerare contemporaneamente le diverse dimensioni in cui classificare uno specifico paziente, quindi adeguare diagnosi e cure in modo più idoneo rispetto agli approcci ordinari. 

Sono inclusi argomenti introduttivi in cui si spiega quali dati servono per sviluppare l’IA in medicina, gli usi per la diagnosi e per la predizione; si passa poi a chiarire cosa siano i sistemi di linguaggio naturale – i large language models (LLM) – e i digital twins. Gli autori discutono l’apporto che l’IA può fornire alla medicina basata su evidenza, danno suggerimenti su come leggere gli articoli che parlano di IA e indicano alcuni aspetti etici e di regolamentazione ancora non risolti. In particolare, viene sottolineata la versatilità potenziale di sistemi LLM in grado di produrre testi in modo generativo (come chatGPT) o addirittura di produrre video da testi, permettendo di simulare procedure cliniche e fornendo uno strumento formidabile per l’apprendimento dei professionisti.

I sistemi di IA – o meglio di intelligenza aumentata – si basano su enormi volumi di dati che, in ambito sanitario, sono le registrazioni di eventi di interesse clinico, fino a ora incanalati in sistemi informativi rigidi e di accesso limitato. I sistemi così costruiti perdono la possibilità di registrare informazioni non previste fin dall’inizio nell’elenco delle variabili considerate. Sistemi in grado di estrarre dati da testi scritti, di sintetizzare e classificare i contenuti e poi generare nuovi testi adattandoli a richieste specifiche sono già disponibili e sono in grado di descrivere e rendere utilizzabile anche tutto quello che proviene dal mondo reale (real world data) e saranno il futuro.  Tutto questo sarà effettivamente utile in base alla qualità di ciò che verrà registrato e di come verrà fatto. Anche assumendo che si riuscisse a far registrare qualsiasi informazione utile, il secondo punto critico sarà la capacità degli utilizzatori di formulare le domande giuste, per cui gli operatori sanitari, che sono i primi produttori di dati con cui nutrire l’IA, dovranno imparare anche a costruire i prompt (diversi dalle query a cui siamo abituati) per interrogare i sistemi. Questo non vi ricorda in particolare i romanzi di Isaac Asimov che già 70 anni fa prevedeva un super computer contenente tutto lo scibile umano (Multivac) che era però interrogabile dai pochi Maestri in grado di farlo?

Il libro di Tozzi e Ferro è effettivamente una guida, perché, per ogni capitolo, elenca gli strumenti già disponibili per ogni specifica funzione, permettendo così al lettore di farsi un’idea dei diversi sistemi e delle loro caratteristiche. Inoltre, per ogni esempio portato, a piè di pagina è citata la bibliografia, mentre alla fine del capitolo è presente una breve sezione “Per approfondire” che indica ulteriori letture consigliate.  

È indubbio che la tecnologia stia correndo a una velocità tale per cui stare al passo è molto difficile, ma sarà fondamentale identificare quali sono i punti critici su cui gli operatori sanitari, in particolare i medici, dovrebbero avere le idee chiare. Tutti si chiedono come i nuovi strumenti modificheranno la medicina, ma la domanda più importante è quali usi la medicina vorrà farne e come potrà forgiarli. A questo scopo, è fondamentale che i medici e il personale sanitario non siano utenti passivi della tecnologia, ma siano in grado di contribuire a guidare il cambiamento ed essere aperti a valorizzarlo. 

 

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