Se usiamo come indicatore per definire la crescita dei contagi il totale delle diagnosi di positività registrate negli ultimi sette giorni, allora la crescita è iniziata il 13 settembre. Se invece preferiamo considerare l'indice RDt, che calcola il rapporto tra i contagi dell'ultima settimana e quelli della settimana precedente, allora la crescita è iniziata il 17 settembre con l'RDt = 1,02.

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Era ormai dal 10 luglio che i contagi diminuivano, prima rapidamente, sino a Ferragosto, e poi più lentamente, ma comunque erano in continua diminuzione. Questa crescita del totale italiano dei contagi che si riflette nella crescita in più della metà delle Regioni, non può essere sottovalutato anche se non si sa come sarà il prossimo futuro, ma comunque ci dice che la circolazione del virus non sta esaurendosi, almeno a breve termine.

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I contagi hanno iniziato a crescere nella seconda settimana di giugno con un incremento anche dell'8% al giorno e sono diminuiti da metà luglio con una diminuzione giornaliera del 6% a meta agosto. Durante la settimana di Ferragosto c'è stata una anomalia dei dati dovuta soprattutto alla frequenza dei test diagnostici. La fine della ondata di giugno può considerarsi avvenga adesso a metà settembre quando dalla decrescita si è nuovamente passati ad una crescita dei contagi. Per il momento non si può certo né sapere né stimare cosa succederà nei prossimi giorni, però si può ritenere probabile che i contagi adesso crescano, ma non si può dire se lentamente o velocemente né quando durerà questa nuova crescita.

Questo mutamento nell'andamento dell'epidemia, seppur per il momento così non eclatante, non dovrebbe però passare inosservato in quanto dimostra chiaramente che la circolazione del virus non si è esaurita ed anzi potenzialmente potrebbe ritrovare vigore. Eppure se ora leggiamo i giornali o ascoltiamo la televisione, di questo fatto non se ne parla ed anzi sembra che tutto continui come nei giorni passati, cioè con i contagi in continua diminuzione.

Il 16 settembre il Televideo RAI riportava che l'ISS nel suo report settimanale affermava che l'incidenza calava, e il giorno dopo (la pagina di televideo è di sabato 17) poco si diceva tranne che il tasso di positività era in lieve calo. La crescita dei contagi era ormai evidente ma non se ne accennava minimamente, perché?

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Cercando il perché di questo silenzio che non sappiamo quanto durerà, anche perché non sappiamo quanto la crescita salirà, possiamo ipotizzare diverse ragioni: a) la prima è che il silenzio potrebbe essere dovuto ad una semplice distrazione dovuta alle maggiori preoccupazioni date dalla guerra in Ucraina, dall'aumento delle bollette dell'energia, dall'esito prossime elezioni.

Si potrebbe anche ritenere che: b) la lieve crescita non faccia notizia e non c'è posto sui media per questo. Se così fosse vorrebbe dire che la salute sta perdendo importanza nella scala delle preoccupazioni ed invece è maggiore quella per i soldi e per la sicurezza internazionale. Senza ovviamente sminuire l'importanza di queste, però vorrebbe dire che non è più di moda il proverbio che dice "quando c'è la salute c'è tutto".

Un'altra serie di motivazioni potrebbe riguardare degli aspetti più tecnici relativi alla qualità dei dati e dei metodi con cui vengono analizzati. Si potrebbe ritenere ad esempio che il dato dell'ISS abbia un ascolto prioritario ed allora la ragione potrebbe essere che: c) le analisi ufficiali non sono tempestive e non colgono ancora la crescita. Ovvero considerando le altre fonti, come il sistema MADE, si potrebbe ritenere che: d) i dati attuali sono gonfiati o le analisi li gonfiano: in realtà si pensa che non sia vero che crescono e quindi è meglio non diffondere quella che si ritiene sia una fake news. Questo ci preoccuperebbe assai perché significherebbe una assenza di credibilità nelle analisi epidemiologiche oggi a disposizione di chi vuole esaminarle.

Infine si può pensare che le motivazione del silenzio siano più collettive, vuoi psicologiche che politiche. Non si parla della possibile crescita dei contagi come: e) difesa collettiva da future misure sgradite: meglio rimuovere il fatto nella speranza che rimanga ristretto e non esploda una nuova vera ondata. Forse anche in questi giorni f) non si vuole portare l'argomento in fase elettorale per non dover rispondere di ciò che si farà se l'epidemia ritornasse ad essere preoccupante. Forse anche si pensa che: g) già l'economia ha i problemi del gas e non ci vogliono anche quelli del virus perché la gente non ne può più, meglio tacere su questa crescita ancora non importante.

Tutte motivazioni possibili e credibili; certamente non si deve assolutamente innescare del terrore che sarebbe del tutto fuori posto, ma forse non si dovrebbe neppure impedire che la popolazione si renda conto che il virus continua a circolare e che quindi se si vuole realmente ritrovare la normalità della vita sociale si deve ancora mantenere delle giuste precauzioni. Questo vale soprattutto oggi per le scuole dove la didattica esige una ripresa della normalità ma l'assenza di piccole precauzioni potrebbe essere proprio la causa del dover nuovamente introdurre delle  misure che disturberebbe il normale svolgimento della didattica stessa.

Quindi non mettiamo la testa sotto la sabbia; guardiamo la realtà, e con la calma e con i toni e le motivazioni giuste comunichiamo quali sono ancora i rischi attuali e speriamo che presto il virus sia lui a stancarsi ed a sparire, ma per il momento non facciamoci ancora granché conto!

 

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