Dall'inizio della pandemia da Covid sono stati notificati 26,8 milioni di nuovi contagi e 13,5 milioni di giornate di ricovero di malati positivi al virus, cioè ogni giorno, mediamente, ad ogni 100 nuovi contagi sono corrisposte 50,3 giornate di ricovero. Negli ultimi tre mesi, invece, cioè dal 1° maggio al 31 luglio del 2024, i nuovi casi registrati sono stati 60.273 e 78.749 le giornate di ricovero, cioè 130,7 giornate ogni 100 contagi, quindi una ospedalizzazione 2,6 volte superiore alla media dell'intera pandemia. Che significa questo? che i contagi hanno avuto ultimamente una gravità più che doppia necessitando di ricovero, contraddicendo l'impressione che invece se ne siano attenuate le conseguenze? esaminiamo i dati e cerchiamo una spiegazione plausibile. 

Nei grafici seguenti sono riportati gli andamenti dal 24 febbraio 2020 al 31 luglio 2024, giorno per giorno, dei nuovi contagi e dei ricoverati positivi al virus Sars-2-Cov. viene qui affiancato anche lo stesso grafico ma con l'ordinata in scala logaritmica per meglio poter esaminare i periodi con delle frequenze minori.

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Nei grafici sono evidenziati con colori differenti i sei periodi scelti per analizzare il rapporto tra contagi e ricoverati. Il primo corrisponde all'inizio della pandemia, Il secondo da metà estate del 2020 a metà autunno 2021, il terzo l'inverno del 2021/22 (con l'introduzione del green pass), il quarto tutto il 2022 e l'inizio 2023, il quinto i restanti mesi del 2023, il sesto i primi sette mesi del 2024.

Per meglio analizzare i dati si è innanzitutto eliminata la componente ciclica settimanale, molto presente nelle notifiche dei contagi ma anche nei ricoverati, calcolando le medie mobili centrate a sette giorni. Si è quindi calcolato il rapporto giornaliero tra le medie mobili del numero di contagi notificati e del numero di ricoverati registrati, e il grafico seguente mostra l'andamento del rapporto durante tutta la pandemia. Il grafico accanto riproduce (con l'ordinata in scala logaritmica) l'inverso, cioè il rapporto tra i ricoverati e i nuovi contagi del giorno, e può diventare utile soprattutto per leggere i periodi con meno casi.

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Per esaminare l'andamento reciproco di contagi e ricoverati si è utilizzato inoltre per ogni periodo considerato uno scatterplot dove in ordinata è posta la frequenza dei contagi giornalieri ed in ascissa il numero giornaliero di ricoverati positivi al Covid. Per l'intera pandemia questo è il grafico risultante:

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Sul totale della pandemia i nuovi casi risultano essere stati di 1,456 volte i ricoverati del giorno e l'R2 della loro correlazione non è molto elevato dato che il rapporto tra le due frequenze varia molto nei diversi periodi della pandemia come di seguito risulta evidente.

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Nel primo periodo (24/2/20-31/7/20) i casi sono solo 0,1342 volte i ricoverati e l'R2 è di 0,87. Infatti, nelle prime settimane della pandemia i contagiati praticamente venivano diagnosticati quasi solo se venivano ricoverati. La situazione rimane simile anche nei rimanenti mesi del 2020 e durante i primi undici mesi del 2021 (1/8/2020-30/11/2021) pur crescendo le diagnosi anche per i non ricoverati. La proporzione dei casi è qui di 0,6845 volte i ricoverati e l'R2 è simile al primo periodo e pari a 0,89.

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La situazione cambia del tutto a fine 2021 in quanto si assiste ad una ondata importante di contagi ma soprattutto viene introdotto l'obbligo del green pass per cui praticamente quasi tutti i contagi vengono diagnosticati, persino molti dei contagi asintomatici. In questo periodo (1/12/2021-31/3/2022) i casi risultano addirittura di 6,1082 volte superiori ai ricoverati e l'R2 è ancora elevato a 0,87, confermando una buona correlazione tra le due frequenze.

Nel quarto periodo (1/4/2022-28/2/2023) i casi continuano ad essere diagnosticati grazie al perdurare del green pass e grazie al diffondersi dei richiami vaccinali i ricoverati diminuiscono leggermente; ogni giorno i nuovi casi risultano di 4,7215 volte i ricoverati, e l'R2 diminuisce seppur leggermente a 0,81.

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Gli ultimi due periodi hanno invece andamenti diversi e soprattutto i contagi notificati hanno un evidente diminuzione. I grafici dei due periodi mostrano solo l'area particolare dei precedenti grafici più vicina all'origine in modo da poter ingrandire gli andamenti con frequenze minori. Nel quinto periodo (1/3/2023-31/12/2023) giornalmente in media i nuovi casi sono di 1,1797 volte i ricoverati e l'R2 risulta molto elevato a 0,9437. Nel sesto e ultimo periodo infine (1/1/2024-31/7/2024) la proporzione dei casi diminuisce di molto e risultano 0,4674 volte i ricoveri e l'R2 si abbassa evidenziando una minor associazione tre le due frequenze durante questi ultimi mesi del 2024.

Che può essere successo nel 2023 e soprattutto in questi sette mesi del 2024? Se le giornate di ricovero aumentano rispetto ai casi cosa può essere successo? Sembra potersi escludere un aggravamento delle malattie sia come maggior frequenza di casi gravi che necessitano il ricovero, sia come aumento della durata dei ricoveri stessi. Non resta allora che l'ipotesi di minori diagnosi e/o minori notifiche relative dei nuovi contagi che non danno luogo a ricovero. Infatti, è venuto meno l'obbligo di registrazione dei casi presso le ASL e molti contagiati o non cercano una diagnosi dei loro malesseri o la ottengono facendosi da soli un test antigenico che non viene poi però in alcun modo registrato e inserito nelle statistiche del Ministero.

Queste, in sintesi, sono le proporzioni, nei diversi periodi, dei contagi rispetto ai ricoverati e viceversa dei ricoverati rispetto ai contagi:

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Conclusione

Nell'ultima settimana del luglio 2024 (dal 25 al 31) sono stati notificati 17.008 nuovi casi di contagio e 12.191 giornate di ricovero per dei positivi al virus, cioè una media giornaliera di 2.430 casi e di 1.742 ricoverati, cioè 1,4 nuovi casi al giorno per ogni ricoverato, un valore maggiore rispetto alla media del sesto periodo, ma di molto inferiore della proporzione che si aveva a fine 2021 ottenuta grazie al green pass. Se si applicasse quella proporzione di 6,11 nuovi contagi per ogni ricoverato, si otterrebbe oggi una stima per l'ultima settimana di 74.487 nuovi casi pari a 4,38 volta i 17.008 invece risultanti dal monitoraggio ministeriale.

È affidabile questa stime? Lo è, probabilmente, ma solo come indicazione dell'ordine di grandezza dell'attuale sottostima dei nuovi contagi. Si potrebbe ritenere che i casi di contagio che non necessitano di assistenza ospedaliera non creino preoccupazione e quindi non importi saperne la frequenza, ma non è così se si considerano sia i giorni di attività persi con un numero così elevato di probabili contagiati sia anche tutti i disagi, piccoli e non piccoli, creati dall'infezione e dalle sequele del cosiddetto post covid. Infine, non ci si dimentichi che nel 2024 dal 1° gennaio al 31 luglio sono deceduti per Covid 1.813 persone, certo per lo più anziani e molti anche portatori di altre patologie, ma che comunque, se non si fossero contagiati, avrebbero vissuto ancora, magari per anni ed i relativa buona salute.

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E quindi prima di affermare che ormai il Covid non è più un problema, leggiamo bene i numeri e, senza tralasciare tutti gli altri problemi della sanità, di cui oggi alcuni sono sicuramente più gravi del Covid, come ad esempio lo sono i tumori e le malattie cardiovascolari, però diamoci da fare per contenere, come se lo si vuole è realmente possibile fare, la circolazione del virus Sars-2-Cov. E ancora una volta ci si ricordi della necessità di invitare all'isolamento volontario i positivi al virus, di consigliare di aerare frequentemente tutti gli ambienti chiusi molto frequentati, di usare le mascherine in presenza di soggetti fragili potenzialmente a rischio di subire gravi complicazioni se contagiati, ed infine di aderire ai programmi di richiamo vaccinale che speriamo il Ministero vorrà promuovere presto allargandone gli inviti. E solo così, allora, si potrà realmente dire, come si dice al Ministero, di essere preparati per una stagione autunnale che potrebbe presentarsi purtroppo favorente di maggiore diffusione dei contagi, come successe nel 2023 allorché, a dicembre, si sfiorarono gli ottomila ricoverati al giorno, frequenza che ancora una volta porrebbe dei seri problemi al Servizio Sanitario Nazionale.

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