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Malattie Trasmissibili - 26/08/2024 10:57
Cosa ha combinato il virus nelle regioni italiane?
Ci sono epidemie, come negli anni è stato per il colera o per l'Aids, che hanno una maggior presenza in alcune parti del territorio, ed altre, come in parte la periodica Influenza, che si presentano invece presso che omogeneamente in tutte le Regioni. Le stesse diversità tra territori riguardano talvolta anche le modalità diagnostiche (più o meno tamponi), o assistenziali (più o meno ricoveri). La pandemia da Sars-Cov-2 ha avuto inizialmente una distribuzione, sia dei contagi notificati sia dei decessi, molto concentrata su alcune, poche, Regioni mentre poi successivamente la distribuzione è diventata spesso presso che quasi omogenea. Diversità maggiori a livelli di attività diagnostico assistenziali.
Dal 24/2/2020 al 23/3/2020 i contagi notificati sono stati in Italia 108,4 su centomila abitanti ed i decessi 10,3 sempre su centomila abitanti. Nel totale della pandemia, invece, sino al 14/8//2024, i contagi registrati in Italia sono stati 45.466,4 su centomila abitanti ed i decessi 334,0 su centomila abitanti.
Nel primo mese i contagi si sono concentrati più che altro al Nord come anche i decessi, mentre poi le incidenze che hanno superato la media nazionale sono state in Veneto, nella PA di Bolzano, in Abruzzo in Umbria e in Friuli. Riguardo alla mortalità la Lombardia, l'Emilia Romagna, la Liguria e le Marche sono state le Regioni con i maggiori tassi sia nel primo mese che nel totale degli anni quando poi si sono aggiunte anche la Valle d'Aosta e il Friuli Venezia Giulia.
L'anno in cui si sono avuti più contagi registrati e notificati è stato il 2022 e ciò è dipeso sia da una ondata importante di infezioni dal virus, sia dall'obbligo di dotarsi di Green Pass per poter lavorare, obbligo che ha portato quasi tutta la popolazione a sottoporsi periodicamente ad un test per poter certificare eventualmente propria negatività al virus, e così si è arrivati alla cifra di 88,56 contagi giornalieri ogni centomila abitanti. I decessi, invece, sono diminuiti di anno in anno, e quindi il calcolo della letàlità dipende mprevalentemente dalla variazione dell'incidenza che dalla mortalità stessa.
I grafici degli andamenti delle Regioni rappresentano la proporzione percentuale dei tassi giornalieri (1) di incidenza delle Regioni rispetto al tasso italiano. Al Nord si osserva un valore elevato a Bolzano nel 2021 e nel Veneto nel 2023; nel 2024, tranne per la Liguria e il Veneto, i tassi delle Regioni settentrionali sono inferiori al tasso nazionale.
Al Centro si osserva nel 2024 la crescita del Lazio e la diminuzione delle Marche; la Toscana ha avuto sempre tassi simili alla nazione e la Sardegna sempre inferiori.
Al Sud gli Abruzzi hanno avuto un massimo nel 2023 per poi decrescere nel 2024 quando invece sono cresciute la Campania e la Puglia e sono diminuite la Sicilia, il Molise e la Basilicata. La Calabria sembra allinearsi su tassi inferiori a quelli nazionali.
Nel leggere questi grafici si deve considerare che, soprattutto ultimamente, molti contagi non vengono notificati ed è probabile che questo accada in misura differente tra le varie Regioni.
La differenza percentuale dei tassi di mortalità regionali nei confronti del tasso nazionale è presentato nel grafico seguente, sia calcolando i tassi sulla popolazione generale sia sui casi di contagio registrati.
La mortalità è stata più elevata al Nord anche in virtù dell'età media di alcune popolazioni come quella ligure, mentre al Sud la Campania ha tassi inferiori ma anche popolazione più giovane. Purtroppo non sono disponibili dati di mortalità Covid per età a livello regionale. (2)
Anche l'attività diagnostica ha subito molte variazioni durante gli anni della pandemia, e i tamponi (3) hanno avuto un loro massimo nel periodo del Green Pass; il 18 gennaio del 2022 vennero registrati 1.481.349 tamponi in un sol giorno. Nel grafico sono presentate le medie mobili quattordicinali.
La percentuale di esiti positivi del test dipende da molti fattori: certamente dalla diffusione dell'infezione ma anche dal numero di tamponi effettuati e dal numero di contagi notificati.
E questo comportamento diagnostico non è stato omogeneo tra tutte le regione, ne come totale dei tamponi somministrati, ne come loro distribuzione nei diversi periodi della pandemia.
Analizzando i valori complessivi delle percentuali di positività, dei tassi dei tamponi e dei contagi per abitante risulta evidente che vi è stata una percentuale di positivi maggiore dove si sono fatti meno tamponi, e non vi è quasi relazione tra frequenza di contagi e positività dei test.
I coefficienti di variazione tra Regioni degli indicatori regionali dei singoli anni, sono anch'essi molto diversi tra i vari periodi della pandemia.
E questo potrebbe essere il risultato di una possibile clusterizzazione gerarchica delle Regioni realizzata utilizzando i tassi annuali relativi ai tamponi, ai contagi ed all'indice di positività.
I dati delle medie annuali delle frequenze dei tamponi e dei contagi mostrano tra loro una buona correlazione tranne nell'anno 2022 in cui l'obbligo del geen pass fu vissuto diversamente nelle Regioni. Nel 2021, invece, risulta negativa la correlazione tra contagi e positività, cioè ci furono più contagi dove la media dei tamponi con esito positivo era più bassa. La correlazione poi tra tamponi e positività risulta sempre negativa, leggermente di meno nel 2020 quando praticamente all'inizio della pandemia venivano fatti dei tamponi quasi solo per confermare la patologia già sintomatologicamente in ospedale accertarta.
Nei grafici pseguenti sono riportati i dati relativi al totale della pandemia:
Tutto ciò può significare che l'attività diagnostica non ha seguito come volume la diffusione del virus ma probabilmente in molti casi si è maggiormente sviluppata quando ormai la pandemia era già in una delle fasi di calata delle ondate.
Per concludere questa analisi dell'impatto del virus nelle Regioni italiane si esamina l'ultimo periodo del 2024, dividendolo di due periodi, dal 1° gennaio al 13 aprile e dal 14 aprile al 14 agosto, nei quali sembra si possa dire che la Regioni abbiano avuto un comportamento quasi omogeneo, ma con il Lazio, la Campania e la Puglia tra le Regioni con maggiori incidenze di contagi rispetto alla media nazionale.
Anche i dati dei ricoveri e dei contagi nella settimana dall'8 al 14 agosto 2024 sembrano alquanto incoerenti anche a prescindere dal dato delle Marche (4) forse affetto da errore.
Come si vede nei grafici, dall'8 al 14 agosto 2024, i valori dell'incidenza settimanale dei contagi hanno una distribuzione molto diversa dai valori della prevalenza settimanale di ricoverati positivi al Covid ed il rapporto tra i due valori (qui ordinato) risulta anche molto variabile con la Sicilia e l'Emilia Romagna con valori elevati, ela Regione Marche non inserita.
Che significa tutto questo? significa soprattutto che i dati attuali sono incompleti ed imprecisi ed è ormai difficile poter fare delle analisi per singola Regione senza incorrere in interpretazioni inconsistenti. Forse ci si dovrebbe limitare a considerare solo i dati relativi ai ricoverati positivi, ma anche questi dati, ormai, sembra non siano più dati completi in quanto viene datto da più operatori che a livello di accettazionme ospedaliera non vengono più fatti dei tamponi a tutti i malati ma solo ai sintomatici evidenti o ai pazienti da ricolverare nei reparti con pazienti a rischio, come i reparti di oncologia.
In questa situazioine non si può far altro che analizzare i dati compolessivi nazionali cercando di cogliere delle tendenze e delle anomalie, e forse nulla più.
NOTE
(1) Si sono calcolati i tassi giornalieri delle diverse annate dato che n el 2020 e del 2024 i dati non riguardano tutto l'0ammo ma, nel 2020 solo 312 giorni e nel 2024, sino al 14 agosto, 287 giorni. La popolazione delle Regioni utilizzata per il calcolo dei tassi è per tutti gli anni la stessa, quella di inizio 2023, e l'imprecisone che potgrebbe derivarne dal non aver usato quella dei singoli anni sio ritiene debba essere minima.
(2) Si osservi che quando il tasso calcolato sui contagi notificati è superiore a quello calcolato sulla popolazione, questo potrebbe esser dovuto spesso ad una sottostima dei contagi.
(3) Si sono analizzati i dati dei tamponi e non dei casi testati perché questi ultimi sono stati pubblicati solo dal 19/4/2020. Nelle frequenze dei tamponi sono quindi presenti anche i tamponi utilizzati per diagnosticare la negativizzazione. Si osserva una diminuzione dei casi testati rispetto ai tamponi a partire dal 2021, per poi attestarsi attorno al 25%.
(4) La regione Marche dichiara nella settimana 6-14 agosto 2024 12 soli nuovi casi contro 51 ricoverati positivi.