La European Commission, in collaborazione con l’OECD e con l’European Observatory on Health Systems and Policies pubblica ogni due anni un corposo report sulla salute e la sanità dei paesi europei, il report Health at a Glance.

Il report è in lingua inglese, ma viene affiancato da una breve sintesi disponibile in tutte le lingue europee.

In questo post si esaminano brevemente alcuni indicatori del report 2024 relativi ai sistemi sanitari, mentre nel blog “come sta la salute” è stato già descritto il confronto tra i paesi dell'Europa degli indicatori relativi alla salute della popolazione.

La parte del report che esamina i servizi sanitari è suddivisa in quattro parti:

1. la spesa sanitaria (Health expenditure and financing);

2. la qualità dell'assistenza (Effectiveness: Quality of care and patient experience);

3. l'uso dei servizi (Accessibility: Affordability, availability and use of services);

4. la sostenibilità dei sistemi (Resilience: Crisis preparedness, response capacity and fiscal sustainability).

La spesa per la sanità e il finanziamento pubblico

Nel 2022 la spesa sanitaria totale, pubblica e privata, in Italia era inferiore alla media europea ed era, tra i Paesi europei, al 12° posto con un pro capite di 2.947 €. La media europea era di un 19,9% in più, la Francia +46,3%, la Germania +80,4%, la Svizzera (non UE) addirittura +91.0%. La Spagna invece spendeva il 4,2% in meno dell'Italia.

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Considerando la percentuale della spesa per la sanità rispetto al PIL, sia la spesa totale sia la sola quota pubblica, l'Italia è al 14° posto e meno di lei ci sono praticamente solo i paesi dell'Europa orientale.

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La classifica è ancor peggiore per l'Italia se si calcola la percentuale della spesa sanitaria pubblica sul totale del bilancio dello Stato: l'Italia si colloca al 20° posto in Europa.

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Stranamente l'Italia risulta nel 2019 al primo paese per la percentuale di spesa sanitaria dedicata alla prevenzione e al quarto nel 2022. Probabilmente però forse non sono omogenei tutti i criteri di classificazione della spesa per la prevenzione.

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La spesa per farmaci in Europa è per il 70% pubblica e per il 29% out of pocket, in Italia è pubblica per il 64% e out of pocket per il 37%.

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Il quadro complessivo riguardante la spesa per la sanità mostra quindi una spesa complessiva dell'Italia alquanto modesta e una percentuale del contributo della spesa privata out of pocket importante.

La qualità dell'assistenza

Il report fornisce i dati di due indicatori che possono contribuire a valutare la qualità dell'assistenza sanitaria: il tasso di mortalità per cause che erano prevenibili e il tasso di mortalità per cause che erano trattabili. L'Italia può ritenersi orgogliosa di essere al secondo post dopo la Svezia nella classifica del primo indicatore ed all'ottavo nel secondo ma con valori molto simili ai precedenti.

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A vaccinazioni raccomandate, invece, per l'Epatite B l'Italia raggiunge la copertura prevista ma purtroppo non eccelle nelle vaccinazioni per il morbillo.

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Sono basse per l'Italia anche le percentuali per quanto riguarda l'effettuazione degli screening: al 16° posto, e sotto la media europea, per le mammografie in età tra i 50 ed i 70 anni, e addirittura al 24° posto per il Pap test tra il 20 rd i 70 anni di età, in Italia eseguito dal 30%, nella media europea dal 56% e ad esempio dal 80% in Austria.

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Una buona notizia viene invece dai ricoveri per diabete che sono considerati potenzialmente non appropriati. in quanto l'assistenza dovrebbe essere quasi esclusivamente territoriale. L'Italia è il paese che assiste di meno i diabetici in ambito ospedaliero mediante ricovero. e lo stesso accade per l'Asma e per le Malattie Polmonari Ostruttive Croniche (COPD)

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Soddisfacente appare anche l'efficacia delle cure erogate per gli Infarti del miocardio; L'Italia è al settimo posto per meno decessi nei trenta giorni successivi alle cure.

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Meno positiva invece la percentuale di fratture del femore operate entro i due giorni dall'ammissione in reparto: solo il 67% con la Danimarca che riporta il 100% e la media europea è al 73%.

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Infine, un quadro preoccupante sorge per le infezioni ospedaliere che per l'Italia hanno riguardato più del 10% dei pazienti ricoverati in ospedale; l'Italia è al 22° posto anche se sembra che il valore dipenda soprattutto dal case mix dei ricoverati.

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L'accessibilità e l'uso dei servizi

Per il bisogno insoddisfatto di assistenza, cioè per le rinunce per visite mediche e dentistiche, l'Italia è meglio della media europea sia per la popolazione con un reddito migliore che peggiore. Nel primo caso l'Italia è al 12° posto e nel secondo all'11°. 

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Al 15° posto nel 2023 invece l'Italia si colloca per i bisogni non soddisfatti di assistenza medica causati più dai costi elevati che dalle liste di attesa troppo lunghe. 

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Questo grafico illustra per i paesi europei la copertura sanitaria (pubblica e assicurativa) dei differenti servizi come percentuale della loro spesa: in Italia i ricoveri ospedalieri hanno una copertura del 97%, l'assistenza extra ospedaliera del 59%, l'assistenza odontoiatrica nessuna copertura, l'assistenza farmaceutica del 63%, gli altri interventi terapeutici del 15%.

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Complessivamente la quota spesa out of pocket sui consumi familiari è del 3,5% superiore alla media europea e al 9° posto tra i paesi europei.

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Infine dei dati sul personale sanitario i medici praticanti in Italia ce ne sono 4,2 per mille abitanti come la media europea ma al 13° posto tra i paesi europei.

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Il numero di medici di medicina generale per 1000 abitanti in Italia è più basso che altrove : il 16 per mille contro il 21 per mille della media europea e al l20° posto tra i paesi europei.

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Pochi sono anche gli infermieri/e il 6,5 per 1000 abitanti contro l'8,4 della media europea e l'Italia si colloca al 19° posto

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e ci sono quindi solo 1,5 infermieri per medico, mentre in Europa sono 2,2 e l'Italia è al 21° posto. A riguardo del personale sanitario l'Italia mostra quindi complessivamente una preoccupante carenza.

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In Europa 247 abitanti su mille, cioè un quarto, ha fatto durante l'anno o una TAX, o una RM, o una PET. In Italia invece solo 193 su mille, cioè un quinto della popolazione mentre in paesi come Austria e Francia sono stati di più di un terzo.

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A posti letto ospedalieri l'Italia ne ha 3,1 ogni mille abitanti mentre la media europea è di 4,7. Si ricoverano nell'anno 97 abitanti su mille contro una media europea di 155. Il tasso di occupazione dei posti letto in Italia è però più elevato della media, cioè del 73% contro il 66% europeo.

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La sostenibilità dei sistemi sanitari

 

Un Indice di capacità regolatoria in campo sanitario ( vedi il report per la sua descrizione ed interpretazione) il sistema sanitario italiano viene dato al 18° posto

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All'8° posto la percentuale di popolazione italiana che considera sicuri i vaccini, indice che può considerarsi come una misura del tasso di credibilità dell'offerta sanitaria

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Infine l'uso di  record elettronici sanitari è nella media all'83% , ma solo al 15° posto tra i paesi europei.

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Conclusioni

Questo panorama, qui presentato, di alcuni dei principali indicatori dei servizi sanitari forniti dal report del Health at a Glance, mostra per l'Italia più ombre che luci. Poche risorse disponibili, poco personale, ma per contro una buona efficacia delle cure.

Se in Italia gli indicatori di salute sono ai primi posti mentre quelli riguardanti la sanità sono spesso carenti, ci si deve chiedere quanto la salute dipenda dalla sanità rispetto ad altri fattori. Parlando di politica della salute non si dovrebbe quindi discutere solo di sanità ma anche di tutti gli altri determinanti che in Italia probabilmente sono prominenti. 

Non sappiamo quanto i responsabili della politica sanitaria, nazionale, regionale, locale, ospedaliera, territoriale, preventivistica leggano, riflettano e utilizzino queste informazioni per impostare le loro decisioni. Abbiamo purtroppo la sensazione che la politica discuta spesso di più su luogo comuni o su impressioni non verificate che su misure e frequenze rilevate. Non sappiamo però quanto quelle raccolte e descritte nel rapporto siano del tutto corrispondenti alla realtà. Raccogliere indicatori in paesi con linguaggi, mentalità, strutture differenti non è sempre facile e possono esserci delle storture seppur involontarie. Ma le scelte di governo devono basarsi sui fatti e questi rapporti riportano non tanto impressioni, opinioni, sensazioni ma soprattutto fatti. Purtroppo, emerge chiaramente come la realtà europea non si presenti omogenea ma molto variabile e ci sarebbe quindi molto da migliorare, anche per il nostro paese e per la nostra sanità, anche se forse oggi il principale sforzo dovrebbe essere quello di evitare che peggiori.

 

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