Intervento di Claudio Maria Maffei a commento del post sul PNNR di SaniTAC

Cesare ha invitato a fornire idee e considerazioni sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) considerandolo come una opportunità da non perdere. Ritengo che abbia perfettamente ragione quando nel suo invito manifesta la sua preoccupazione che si rischi di perdere l'occasione che offre il PNRR “di ripensare a tutta la sanità come intero sistema, limitandosi solo a distribuire un po' di risorse dove più sono stati evidenti i tagli e correggendo le maggiori criticità”.  

Raccolgo subito il suo invito che mi arriva pochi giorni dopo la pubblicazione su Epidemiologia e Prevenzione di un mio contributo “di attualità” al tema della Epidemiologia nel PNRR.  Molte delle considerazioni che seguono sono riportate in quel contributo cui rimando per un eventuale approfondimento.

Nel ripensamento del Sistema Sanità di cui parla Cesare occorre evitare il rischio che ritrovo in tanti commenti di considerare il PNRR come una sorta di test di Rorschach in cui ognuno vede quel che vuol vedere o riesce a vedere. Conviene in realtà conoscerlo molto bene nella sua struttura in modo da essere molto mirati nella formulazione di proposte integrative o correttive. Il PNRR per sua stessa natura è infatti una sorta di macro progetto inviato per la sua approvazione in Europa per ricevere un ingente finanziamento che sulle azioni, sugli obiettivi e sulle scadenze che già contiene verrà approvato e monitorato. Come potrete leggere meglio nel mio già citato intervento, questi dettagli sono presenti in una scheda tecnica che ha accompagnato il testo del PNRR in Europa. E’ in questa scheda a mio parere che vanno ritrovati gli elementi cui collegare le proposte migliorative. Scheda che peraltro presenta moltissimi limiti tecnici, che potranno essere corretti in corso d’opera solo se in fase di governance della "Mission 6" del PNRR sulla Salute  si creeranno le condizioni adatte.

Nel caso specifico della epidemiologia, che è quello che qui tratto, l’aggancio per  un suo contributo più significativo e strutturato al futuro del Servizio Sanitario Nazionale è in due punti: nella prevista riforma del sistema della prevenzione (una delle tre riforme previste nella Mission 6) e ancor di più nell’investimento 1.3 della componente 2 dove si prevede il rafforzamento dell'infrastruttura tecnologica e degli strumenti per la raccolta, l’elaborazione, l’analisi dei dati e la simulazione. Al suo interno è previsto un progetto per il rafforzamento del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS), ovvero dell’infrastruttura e degli strumenti di analisi del Ministero della Salute per il monitoraggio dei LEA e la programmazione di servizi di assistenza sanitaria alla popolazione che siano in linea con i bisogni, l’evoluzione della struttura demografica della popolazione, i trend e il quadro epidemiologico. Se non è epidemiologia questa …

Questa opportunità è ben colta da Geppo Costa che in questo blog ha scritto che gli epidemiologi hanno idee e strumenti per contribuire ad alcuni dei temi dell’agenda del PNRR, ad esempio le metriche per valutare processi e risultati delle innovazioni. Ha parlato poi di una finestra di opportunità giusta per ridefinire ed organizzare il ruolo delle discipline di “policy analysis” nel SSN, di cui l’epidemiologia è capofila. Fin qui mi trovo. Dove non mi trovo  è nel passaggio in cui dice che non è più il tempo di cercare un riconoscimento alla disciplina di epidemiologia nei ruoli sanitari, ma piuttosto di definire standard esigibili di funzione epidemiologica che ogni Regione deve saper garantire. La mia lunga esperienza a livello Aziendale e Regionale mi porta a dire che è invece come non mai il tempo di dare un riconoscimento istituzionale alla epidemiologia nel SSN. Cerchiamo di immaginarci la realtà dei prossimi mesi. Le Regioni dovranno fare enormi sforzi per predisporsi al recepimento di indicazioni e risorse del PNRR. Il solo tema del potenziamento della assistenza territoriale si scontrerà nei fatti con le indicazioni confuse del PNRR e concentrerà su di sé attenzioni e dibattito. E per la epidemiologia non ci sarà spazio se non dove già ce l’ha.

Occorre parlare il linguaggio delle regole attuali del SSN e dire che occorre fare un salto di qualità nel sistema di monitoraggio dei LEA, un passaggio che vada al di là del semplice passaggio da un sistema di indicatori (quello della Griglia LEA) ad un altro (quello del Nuovo Sistema di Garanzia). Per fare questo passaggio, occorre far diventare “strutturale” la funzione prevalentemente epidemiologica di monitoraggio dei LEA e di valutazione delle performance in sanità di Regioni ed Aziende. Perché diventi strutturale occorre sottrarla alla tendenza della politica a darsi dei suoi modelli organizzativi e funzionali della epidemiologia, modelli che la rendono spesso subalterna come clamorosamente messo in evidenza dalla pandemia, in cui molti Presidenti avevano il “loro” epidemiologo.

Va in sostanza recuperato ed aggiornato quel Servizio Epidemiologico e Statistico previsto dall’Articolo 58 della vecchia 883, mai reso operativo e come non mai necessario ed attuale. Fatto questo attraverso il PNRR,  del resto (ed è tanto) della epidemiologia si parlerà. Ma da un punto di forza diverso …

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