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Malattie Trasmissibili; Comunicazione - 17/06/2022 15:59
Contagi Covid, questi sconosciuti: le autodiagnosi
Credo sia capitato a tutti di telefonare ad un conoscente e sentirsi dire "ho beccato anch'io il Covid", e alla domanda su dove abbia fatto il tampone, ricevere la risposta "me lo son fatto da solo, mi è costato di meno". Addirittura, ahimè, mi è capitato di sentirmi dire (non so se sia vero o no): "me lo ha consigliato il medico per evitare rogne con l'ASL". Non ci sono purtroppo dati al riguardo, ma se dovessi estrapolare il piccolo campione distorto delle mie conoscenze, direi che ci sono almeno tanti contagi autodiagnosticati e non denunciati rispetto a quelli invece notificati.
E' opportuno comunque ricordare che ogni medico ha l'obbligo di denunciare ogni malattia infettiva di cui fa diagnosi ma purtroppo quest'obbligo non ce l'ha il contagiato che se la autodiagnostica. Ciò nonostante potrebbe rilevarsi una responsabilità penale nel contagiato che non rispetta misure appropriate di isolamento. Molti mi hanno detto: "sintanto che non ripeto un test con esito negativo non esco di casa", ma non credo che questa precauzione ce l'abbiano tutti e quindi è probabile che dei positivi, anche se consapevoli, circolino in giro come già succedeva per gli asintomatici inconsapevoli di esserlo.
il problema dell'autotest è quello della sua attendibilità, e non tanto della specificità quanto della sensibilità. Sulla specificità sembra si possa star tranquilli anche se mi chiedo, da ignorante, se non può capitare, ma credo di no, che il test si positivizzi per un altro virus che non sia il Sars-Cov-2. Il dubbio mi sorge solo per aver sentito alcune persone che hanno avuto responso positivo all'autotest e poco dopo invece responso negativo al molecolare eseguito presso un laboratorio; probabilmente ci sarà stata una negativizzazione veloce o qualcos'altro.
Il problema serio invece è quello della sensibilità. Teoricamente la sensibilità del test antigenico autosomministrato dovrebbe essere del tutto simile a quello eseguito in una farmacia o in un laboratorio. Ma ci sono due aspetti da considerare: la correttezza del prelievo e la qualità della confezione all'origine o dopo la sua conservazione.
Penetrare con il tampone nelle alte vie nasali non è una operazione piacevole e probabilmente quando lo si esegue da soli è facile non procedere del tutto regolarmente. In altri casi poi è facile che non si siano persino lette correttamente tutte le dettagliate istruzioni. Per quanto riguarda invece la qualità del prodotto test mi chiedo se siano stati sottoposti ad un severo controllo di qualità e se la sua conservazione possa dare o meno dei problemi.
In ogni caso produrre un falso negativo equivale a produrre un efficace untore: nonostante magari la sua sintomatologia faccia sospettare il Covid, il test falso negativo spinge il soggetto " a non far finta di esser contagiato" e quindi a inoltrarsi in società.
Cosa sarebbe allora necessario stabilire? innanzitutto che la denuncia di malattia infettiva debba riguardare anche il malato qualora l'abbia autodiagnosticata con un dispositivo. E poi che il medico di un paziente con sintomi attribuibili al Covid "obblighi" il suo paziente ad eseguire un test non autosomministrato.
Se ieri 15 giugno i contagi registrati sono stati quasi quarantamila, non facciamo difficoltà a pensare che ci siano altrettanti contagi autodiagnosticati e almeno un'altra metà di asintomatici inconsapevoli e se così fosse i contagiati sarebbero stati circa centomila con una crescita di un terzo in più ad ogni settimana.
In conclusione è ormai evidente che gli auto test necessitino di indicazioni più precise e in ogni caso di maggior responsabilità da parte di tutti coloro che ne fanno uso. E nella valutazione delle statistiche dell'epidemia si deve considerare che le frequenze pubblicate sono certamente carenti di una quota importante dei contagiati che non sono emersi "per colpa dei test auto somministrati e con esito con comunicato".