Fermare la guerra
Ancora una volta E&P si esprime per la pace: gli operatori sanitari e tutti coloro che si occupano di sanità pubblica non possono che essere, in maniera incondizionata, per la pace. La pace non offre mediazioni o scappatoie, si mantiene evitando i conflitti prima che questi scoppino, si persegue con la diplomazia e il cessate il fuoco quando i conflitti ci sono. La guerra causa morte e sofferenze, esattamente l’opposto delle aspirazioni di chiunque si prodighi per prevenire le malattie e alleviare le sofferenze dei malati. Bene fa l’Associazione italiana di epidemiologia a ricordare i nostri compiti e a cercare alleanze con altre società scientifiche in campo biomedico. E&P aderisce e fa propria questa iniziativa che contempla sia la richiesta immediata di deporre le armi sia l'avvio di un impegno a lungo termine per la sensibilizzazione degli operatori sanitari verso la prevenzione dei conflitti – come si fa per tutte le altre emergenze sanitarie evitabili – contro il riarmo dell'Europa e lo spirito bellicista che dopo l'illegale aggressione dell'Ucraina da parte della Russia dilaga nel continente.
Questo numero affronta un altro tema di grande attualità, ovvero il nuovo formato dei programmi di screening per i tumori previsto dalle raccomandazioni del Consiglio dell’Unione europea pubblicate a dicembre 2022. Passano da 3 a 6 le sedi tumorali per cui è appropriato implementare i programmi organizzati: si aggiungono polmone, prostata e stomaco nelle aree ad alta incidenza e vengono aggiornate le indicazioni per mammella, colon retto e cervice uterina. Il tema viene introdotto da un editoriale di Silvia Deandrea, presidente del Gruppo Italiano Screening Mammografico (Gisma), seguono gli interventi di Eugenio Paci, Paolo Giorgi Rossi e Lauro Bucchi.
Maria Chiara Giorgi, Giuseppe Costa e Marina Davoli, riflettono sulla crisi del Servizio sanitario nazionale, sulle difficoltà a garantire i livelli essenziali di assistenza e sui compiti dell’epidemiologia: temi dibattuti anche in una bella sessione dell’ultimo convegno dell’AIE. Il quadro che emerge dalla loro analisi può sembrare ottimista, perché pare trascurare il drammatico precipitare della crisi. Ma per cogliere la gravità del momento, basta soffermarsi sulle parole di Michal Marmot durante l’ultimo convegno di Forward: «If you had the hypothesis that the government is destroying the Health Care System, well, all data are consistent with that hypothesis. Failure to replace the vacancies, the increased number of people waiting for treatment, the lack of availability of general practitioners, and waiting time in accident and emergencies. This is a loss of faith in the public sector». Per Marmot sono il Regno unito e il suo NHS, per noi il SSN. La discussione e le proposte di Costa e Davoli per l’epidemiologia sono tutte da riprendere, discutere e verificare.
L’inquinamento atmosferico è più che attuale, non solo a causa degli incendi in Canada e negli Stati Uniti. La Commissione europea ha proposto una nuova direttiva sulla qualità dell’aria, che aggiorna la legislazione in vigore dal 2008. Si tratta di limiti di concentrazione degli inquinanti più stringenti, anche se ancora non completamente allineati alle indicazioni dell’OMS sui valori guida della qualità dell’aria. La proposta di direttiva trova l’opposizione di una variopinta cordata delle Regioni del Nord, che sostengono che un controllo più rigoroso dell’inquinamento atmosferico non sia realizzabile nel bacino Padano in quanto genererebbe problemi economici, causando alla popolazione più danni di quelli generati dall’inquinamento stesso. Seguendo questa descrizione, l’attuale legislazione europea sulla qualità dell’aria è vista come un compromesso tra la libertà di respirare aria pulita e la necessità di inquinare l’aria per la prosperità economica. A tale posizione ha fatto eco l’opposizione di molti operatori di sanità pubblica (lettera aperta del 23 maggio 2023) e un documento di ERS/ISEE, di cui pubblichiamo qui una traduzione. All’elenco degli effetti sanitari dell’inquinamento si aggiunge il lavoro di Andrea Ranzi et al. sull’impatto dell’inquinamento sull’incidenza di COVID-19. È un tema molto delicato che ha bisogno di disegni di studio adeguati, abilmente affrontati dal gruppo di lavoro del progetto nazionale EpiCovair.
Ci sono molti altri lavori che mi fa piacere segnalare: l’intervento formativo dei medici di medicina generale per ridurre gli eventi sfavorevoli di COVID-19 a cura di Antonio Russo et al., la revisione sistematica sull’efficacia degli interventi per contenere il COVID-19 nella scuola a cura di Michele Marra et al., l’analisi della mortalità per causa degli esposti a benzene di Alberto Scarselli et al., le nuove riflessioni di Mariachiara Tallacchini sull'etica della scienza, le utilissime “istruzioni per l’uso” di ChatGpt a cura di Gianluigi Ferrante et al. e il contributo di Benedetto Terraccini sulla senteza Eternit bis.
C’è tanto da imparare. Buona lettura!
Francesco Forastiere
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Audit&feedback come strumento dei medici di medicina generale per il miglioramento dell’appropriatezza e della qualità delle cure
L'arcipelago delle normalità
La salute perinatale in Italia e in Europa: il nuovo rapporto EURO-PERISTAT
Cinquant’anni dalla nascita delle 150 ore
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