Oggi 11 novembre finalmente sappiamo cosa ne è stato dell'epidemia da Covid tra il 4 ed il 10 scorsi. Eravamo fermi ai dati che ci erano stati "concessi" sino al 3 novembre ed eravamo confidenti che l'epidemia stesse continuando a decrescere come nelle ultime settimane come si può vedere in questo grafico appunto fermo al 3 novembre:

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Peraltro in questi ultimi sette giorni avevamo avuto qualche dubbio che potesse invece non andare come previsto perché avevamo sentito più di un caso di contagio attorno a noi, ma pensavamo che fosse solo casualità.  E invece oggi la brutta sorpresa: i casi sono cresciuti e l'indice di replicazione diagnostica ha raggiunto mercoledì addirittura il valore di 1,21 per poi ieri ripiegare a 1,09, ma come si comporta oggi non lo sappiamo e dovremo aspettare sette giorni perché ci vengano concessi altri dati che ci permetteranno di capire che stia succedendo.

L'incidenza settimanale è cresciuta nuovamente oltre i 300 contagi per 100.000 abitanti e non sappiamo cosa potrà adesso accadere dato che l'avvisaglia di crescita non è ancora del tutto chiara, ma le medie dell'ultima settimana superano quelle della settimana precedente: 

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Nel grafico le barre rosse indicano appunto le incidenze dei sette giorni precedenti mentre quelle azzurre le incidenze dei sette giorni ancora precedenti a questi. Quando le barre rosse superano le azzurre significa che l'epidemia si espande e quando invece sono inferiori significa che l'epidemia si sta contraendo.

I grafici seguenti mostrano l'andamento da inizio ottobre dell'incidenza settimanale e l'indice di replicazione diagnostica RDt; entrambi non danno molta speranza per il futuro immediato. Il Ministero ha pubblicato un valore dell'indice Rt inferiore ad 1 che indica una contagiosità in diminuzione ma come sappiamo l'indice Rt, per come viene calcolato, si riferisce a più di una settimana precedente a quella della giornata in cui viene calcolato. Forse questa caratteristica sarebbe bene che venisse sempre ricordata.

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È quindi solo una oscillazione temporanea, magari dovuta ai maggiori assembramenti nel ponte di Tutti i Santi, magari ad un aumento della registrazione dell'attività diagnostica, oppure è l'inizio di una nuova ondata e dovremo aspettare altri sette giorni per appurarlo?

Per capire meglio cosa stia accadendo si osservi comunque come l'attività diagnostica con tamponi notificati abbia interrotta la diminuzione e ripercorra l'andamento dei contagi lasciando legittimamente il dubbio se siano cresciuti questi o siano cresciute soprattutto le diagnosi.

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L'aumento dell'attività diagnostica non è però di facile interpretazione, ma comunque per i tamponi antigenici oltre al loro aumento si osserva anche la crescita della percentuale degli esiti positivi.

Considerando invece l'impatto dell'epidemia sul sistema sanitario, per il momento non sembra che vi sia stato un aumento dell'ospedalizzazione di pazienti positivi che però non è neppure diminuita, ne nei reparti a bassa intensità ne in quelli ad alta:

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L'andamento dei decessi invece, che ci sia aspettava decrescesse conseguentemente alla scorsa decrescita dei contagi, si è attestata attorno alla media di 80 al giorno indicando un aumento della letalità forse più dovuta ad una sottostima precedente dei casi che ad un aumento attuale dei decessi. Si consideri comunque che su una popolazione di cinquecentomila positivi con struttura demografica simile a quella della popolazione generale vi è un'attesa media giornaliera di decessi non superiore a venti e quindi i rimanenti sono determinati sicuramente dall'epidemia seppur non necessariamente conseguenti ad esiti clinici diretti dell'infezione virale.

Insomma, l'epidemia sembra che abbia interrotta la decrescita che ci aveva fatto sperare che ormai si stesse esaurendo anche se già arrivavano da più parti le indicazioni su possibili nuove ondate. Ma in questo scenario di incertezza ci chiediamo se la scelta del Signor Ministro di non rendere pubblici i dati se non nelle giornate di venerdì sia la scelta più opportuna e non faccia invece ancor di più aumentare l'ansia epidemica e non permetta di invitare la popolazione ad avere ancora atteggiamenti responsabili. L'epidemia da Covid non è finita e non si è neppure del tutto banalizzata anche se certamente non crea più i terribili guai dei primi mesi.

Signor Ministro allora, al di là delle richieste della politica, ci permetta di invitarla a ripensare per favore alla decisione di pubblicare i dati solo una volta alla settimana, ci sembra infatti che informare quotidianamente aiuti la popolazione ad avere maggior prevenzione mentre non pensiamo che possa creare alcun ostacolo al normale svolgimento della vita sociale ed economica del paese. Non si risolve l'epidemia diminuendo l'informazione bensì dandone corretta, ed anche speriamo rassicurante descrizione, del suo quotidiano andamento.

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