Eravamo abituati ad osservare l'andamento di alcune malattie infettive, come ad esempio quello delle influenze stagionali, che si presentava come una "poussée" che, iniziata talvolta in sordina, poi esplodeva, raggiungeva il massimo dei casi e poi talvolta lentamente, altre velocemente, si esauriva.

Per l'epidemia da Covid non è stato sinora così, e pensiamo non lo sarà ancora per molto! L'andamento è a continue ondate, talune importanti, talaltre minori, ma quasi regolarmente successive l'una all'altra. I grafici seguenti mostrano tutte le "ondate" in Italia dall'inizio della pandemia ad oggi.

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Le ondate hanno avuto ampiezza molto differente e confrontando ad esempio quella di fine 2021 con le altre di inizio pandemia, queste sembrano trascurabili in ampiezza anche se in realtà sono quelle che hanno prodotto i peggiori effetti sulla salute. Trasformando l'ordinata in scala logaritmica si vede forse meglio come in realtà i "picchi" sono stati ricorrenti e forse potremmo contarne almeno otto. 
Sicuramente molte delle ondate sono spiegabili con le diverse varianti del virus o con i diversi gradi di immunità della popolazione ottenuta con i vaccini o ancora per le diverse misure di contenimento introdotte.

Dal gennaio 2022 però sembra che le variazioni dovute alla diversa contagiosità ovvero alle misure preventive, vuoi vaccinali vuoi protettive, non abbaino giocato un ruolo così rilevante come nei due anni precedenti, e quindi non sembra possano spiegare da sole l'alternarsi delle diverse ondate. Questi sono gli andamenti dell'epidemia durante i mesi del 2022:

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Guardando il grafico dell'incidenza si possono riconoscere almeno quattro ondate seppur la seconda potrebbe in realtà essere una somma di due ondate tra loro contigue. Il grafico di destra, invece, rappresenta l'andamento dell'indice di replicazione diagnostica, l'RDt, che è calcolato come rapporto tra la somma dei contagi di sette giorni con la somma dei contagi avvenuti nei sette giorni a loro precedenti.

L'RDt, come il più "nobile" e simile ma meno tempestivo indice Rt, misura la forza di contagiosità dell'agente patogeno nella situazione specifica, cioè come la media dei contagi attribuibili ad ogni soggetto contagiante. Come si vede i valori indicano che nei momenti di minor contagiosità il rapporto è stato di 1 a 2/3 circa e nei momenti di massima contagiosità di 1 a 3/2 o poco più. L'indice RDt può essere anche letto come stima di una sorta di derivata prima della curva epidemica e quindi vi è una stretta relazione tra le due curve: quando l'RDt vale 1, l'incidenza è ai massimi o ai minimi, mentre quando l'RDt è ai massimi o ai minimi l'incidenza mostra un flesso obliquo. Il grafico seguente illustra queta relazione tra i due indici:

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Sono riportati qui di seguito in tabella i giorni in cui in Italia è durata la fase di aumento o di diminuzione dei contagi e i giorni intercorsi tra due successivi picchi di ondate:

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Ogni fase è durata da uno a due mesi e la distanza tra due picchi da due a quasi quattro mesi. L'esame della curva del RDt forse è ancor più informativo perché individua i momenti di variazione della forza della contagiosità e non solo quelli dell'effetto della contagiosità stessa.

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L'ultimo dato del 21 ottobre non sappiamo se sia già un minimo, comunque possiamo riconfermare che le ondate principali hanno la durata dai due ai tre mesi circa. È interessante notare che tra le ondate principali si è sempre inserita una fase di crescita minore di poca intensità e di breve durata, quasi una eco dell'ondata precedente.

Non abbiamo le conoscenze e la competenza per dire come mai la pandemia si presenta con ondate almeno apparentemente molto regolari. Non sappiamo se sono stagioni del virus e delle sue varianti che lo fanno essere più o meno contagioso. Non sappiamo se dipenda dall'immunità della popolazione che si riduce dopo mesi dall'ultimo vaccino eseguito.

Abbiamo però il sospetto che le ondate dipendano proprio dalla dinamica dei contagi che avvengono per qualche ragione all'interno di un determinato vasto ambiente e lì si sviluppano e si esauriscono per poi ripresentarsi nuovamente dopo settimane in altro strato della popolazione. Sorprende comunque la contemporaneità dell'insorgenza e dell'esaurimento delle ondate nelle diverse Regioni.

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È molto evidente il ridotto scartamento tra le varie Regioni italiane nei giorni in cui il loro dato del RDt valeva 1.  Possiamo ritenere che almeno durante i mesi del 2022, a differenza di quanto era successo all'inizio della pandemia nel febbraio del 2020, l'andamento della pandemia non ha avuto ritmi differenti tra le Regioni seppur talvolta l'intensità dei fenomeni non è sempre stata ovunque la stessa. 

Vorremmo poter concludere questa nota dando almeno una spiegazione plausibile seppur provvisoria del perché la pandemia si presenta con un treno costante di ondate successive ma non ne conosciamo il motivo e speriamo che avendo noi descritto, speriamo abbastanza esaurientemente, cosa sia accaduto e stia accadendo, qualche esperto virologo, clinico, epidemiologo o altro sappia e voglia indicarcelo magari illustrandolo su questo blog. Una spiegazione in tal senso potrà sopratutto essere molto utile per capire quante onde ancora dovremo probabilmente aspettarci nei mesi futuri.

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