Ormai noi tutti siamo bersagliati sui media da informazioni giuste e necessarie come da altre sbagliate o del tutto inutili. Ma quando dobbiamo decidere rispetto alla nostra salute a chi ci rivolgiamo? Quasi sempre e quasi tutti dal proprio medico di fiducia.

In questi ultimi anni è il medico di fiducia che agli anziani ha proposto, quasi sempre con molto successo, la vaccinazione antinfluenzale, mentre non gli è stato assegnato un ruolo veramente determinante nella campagna vaccinale anti COVID-19.

I motivi credo siano fondamentalmente quattro:

  1. una separazione sempre maggiore tra la medicina di base e la sanità pubblica. La riforma Crispi del 1888 aveva assegnato al medico condotto anche il ruolo di ufficiale sanitario; oggi ai Medici di Medicina Generale non viene più assegnato un ruolo determinante di responsabilità di sanità pubblica.
  2. Per una interpretazione talvolta non corretta del rispetto della privacy, il MMG in alcune realtà non riceve sempre facilmente l’elenco dei propri assistiti che non si sono vaccinati, e questo rende ovviamente molto difficoltosa ogni attività proattiva.
  3. La gestione complessa della consegna e della conservazione del vaccino Comirnaty (Pfizer) non può essere affidata al MMG.
  4. I MMG, per quanto eticamente e deontologicamente motivati, non ricevono spesso alcun reale incentivo a partecipare attivamente alla campagna vaccinale se non sono loro stessi che somministrano il vaccino; fanno eccezione alcune situazioni particolari relative ai soggetti più fragili.

I costi dell’epidemia sono molto elevati; dal 12 novembre 2020 all’11 novembre 2021, cioè nella durata di un anno della pandemia, nella sola terapia intensiva ci sono state 615.919 giornate di degenza e se si considera un costo medio di 2.800€ a giornata di ricovero in terapia intensiva, significa che si sono spesi 1.724.573.200€, una spesa sicuramente ragguardevole cui si aggiungono tutte le altre spese assistenziali e preventive, vuoi per i ricoveri ordinari, vuoi per l’assistenza domiciliare, senza qui considerare i costi sociali anch’essi molto elevati. Per questa ragione non si deve considerare il successo della campagna vaccinale solo un successo in termini di salute, ma anche in termini economici per cui non è disdicevole pensare di poter spendere per creare incentivi che contribuiscano al completamento della copertura vaccinale della popolazione.

Facendo i conti, oggi su 7 milioni di non vaccinati ci sono circa 30 ricoveri in terapia intensiva al giorno e se i contagi raddoppiassero o più, come sta succedendo, diverrebbero anche 70 nuovi ricoveri al giorno, per cui può assumersi credibilmente una media di 50 ricoveri attesi. Un ricovero in terapia intensiva oggi dura mediamente 15 giorni per cui la stima dei costi della terapia intensiva per i prossimi 12 mesi sarebbe di 50 x 15 x 365 x 2.800 cioè 776,5 milioni che divisi per i 7 milioni di non vaccinati farebbe circa 110€ a testa. Ciò significa che convincere un non vaccinato a vaccinarsi farebbe risparmiare per le sole terapie intensive 110 € l’anno; e quindi anche spendere ad esempio 10€ o 20€ per ottenere il consenso alla vaccinazione farebbe risparmiare molte risorse.

Per questo motivo si potrebbero ulteriormente incentivare i MMG dicendo che nei prossimi due o tre mesi per ogni loro assistito non vaccinato, fragile o non fragile, che aderisce alla vaccinazione riceveranno un incentivo economico ad esempio di 20€. Anche se si ottenesse l’adesione di tutti i non vaccinati, cosa che costituirebbe un successo eccezionale, la somma degli incentivi non supererebbe i 150 milioni che sono meno del 20% della spesa attesa per le terapie intensive dei 7 milioni di non vaccinati.

L’MMG potrà ottenere l’adesione alla vaccinazione sia assumendosi il compito di vaccinare lui stesso il suo assistito sia indirizzandolo presso un erogatore pubblico o privato, sia semplicemente convincendolo. L’incentivo ai MMG potrebbe essere calcolato sulla differenza tra il numero dei suoi assistiti di oggi e di una data futura da stabilirsi oppure, almeno in parte, sulla proporzione futura dei suoi assistiti vaccinati o anche vaccinati con la terza dose.

Queste sono idee che, ovviamente, devono essere valutate con prudenza e oculatezza, ma che comunque vogliono evidenziare come sia importante – ma anche possibile – sviluppare delle modalità proattive per ottenere il consenso a vaccinarsi da parte di una buona quota di soggetti restii; nessuno si illude che sia possibile convincere molti degli irriducibili, ma probabilmente  questi ultimi sono una parte minimale dei non vaccinati.

In conclusione, se il MMG invita a un colloquio personale i suoi assistiti che non si sono vaccinati e dedica loro un quarto d’ora per convincerli a vaccinarsi, probabilmente avrà in molti casi ottenuto un successo, e perché il MMG sia stimolato a far questo, un incentivo economico non guasta!

     
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