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Covid-19; mortalità - 08/09/2022 12:52
Tuttora i positivi al Covid-19 corrono un rischio di morte quadruplicato rispetto ai negativi
Lo studio che qui presentiamo mostra che nei primi 5 mesi di quest’anno il rischio di morte di chi ha contratto l’infezione è 4 volte quello delle persone non contagiate da COVID.
Per valutare quanto l'epidemia abbia aumentato il rischio di morire, si è considerata la popolazione italiana divisa tra contagiati e non contagiati calcolando per ogni età e genere quanti fossero i decessi degli uni e quanti degli altri.
Il rapporto tra i tassi della popolazione positiva e i tassi della popolazione non positiva stima il rischio relativo (RR) di morire "perché positivi". La nostra analisi non riguarda un rischio basato sui soli aspetti clinici della malattia Covid bensì il rischio combinato di tutti i fattori che possono aver determinato la mortalità di chi ha contratto il Covid.
Si conclude che, indipendentemente dalla questione spesso dibattuta del "morti PER Covid o CON Covid", la mortalità della popolazione contagiata è stata, durante i giorni del contagio, almeno quattro superiore a quella della popolazione non classificata come positiva. Questa è la maggior mortalità dovuta all'epidemia indipendentemente dalla definizione clinica di decessi come sicuramente ritenuti dovuti alla malattia Covid.
La mortalità dei soggetti positivi al Covid
Da più parti si è sollevato il dubbio che i decessi comunicati ogni sera dalla Protezione Civile come decessi dovuti al Covid altro non siano che decessi per cause comuni però relativi a soggetti positivi. I dati disponibili dei primi cinque mesi del 2022 danno questi valori:
La correlazione positiva tra le frequenze dei decessi di soggetti positivi e dei decessi di soggetti non positivi fa ritenere improbabile che quando ci sono più decessi di positivi è perché ce ne sono meno di non positivi in quanto i decessi positivi sarebbero decessi di non positivi con causa erroneamente attribuita al contagio Covid. Se cosi fosse la correlazione dovrebbe però presentarsi negativa.
La correlazione positiva, peraltro non molto elevata, permette inoltre di ipotizzare che quando la mortalità dei non positivi è elevata questa potrebbe aumentare ancor di più perché una quota dei fragili che altrimenti sarebbero sopravvissuti sono invece deceduti perché l'infezione da Covid ha peggiorato il loro quadro clinico.
Si discute quindi molto se la mortalità da Covid sia PER o CON Covid, ma la questione è di difficile soluzione data l'attuale non disponibilità per i ricercatori delle schede nosologiche, e comunque resterà forse tale a causa della probabile bassa precisione diagnostica soprattutto nei tanti casi di decessi a domicilio di soggetti molto anziani.
Ciò che più interessa chiedersi è allora se, prescindendo dalle classificazioni nosologiche dei decessi, lo stato di positività faccia aumentare il rischio di decesso. Infatti se ad esempio un infartuato fosse deceduto perché non è riuscito a farsi ricoverare in un reparto di terapia intensiva perché già affollato di pazienti positivi, la morte non sarebbe clinicamente dovuta al Covid ma sicuramente resterebbe attribuibile alla situazione epidemica.
In questo lavoro si vuole allora stimare quale sia stato, nei primi cinque mesi del 2022, il rischio di morire per i soggetti classificati come positivi nei confronti dei soggetti non classificati come tali.
I dati che si sono utilizzati
I dati utilizzati derivano da diverse fonti: Protezione Civile (PC), Istituto superiore di Sanità (ISS), Istituto Centrale di Statistica (ISTAT).
Popolazione degli abitanti e dei prevalenti contagiati
La popolazione classificata come positiva al Sars-Cov-2 è fornita dalla PC che raccoglie quotidianamente i dati delle diagnosi di positività, quelle dei decessi e quelle delle negativizzazioni dei positivi. Con questi dati calcola il numero di soggetti prevalenti quotidianamente considerati positivi. Queste le loro frequenze da gennaio a maggio:
La giornata con la maggior prevalenza è stata quella del 23 gennaio con 2.734.906 soggetti positivi e la media giornaliera di tutto il periodo di cinque mesi è stato di 1.434.246; sotto al milione si è arrivati il 15 maggio ed il 31 maggio c'erano 679.394 positivi.
Non si hanno informazioni sulla struttura per età dei soggetti prevalenti ma l'ISS fornisce i dati per età e genere dei soggetti quotidianamente diagnosticati positivi e non si dovrebbe compiere un errore rilevante considerare che la struttura dei prevalenti sia simile a quella dei soggetti incidenti.
Queste le strutture medie dei contagiati nei cinque mesi confrontate con la struttura di tutti gli italiani ad inizio anno 2022 (in colore azzurro):
Le differenze tra gli abitanti ed il totale dei prevalenti nei primi cinque mesi del 2022 non è eccessiva anche se si evidenzia che i prevalenti sono più giovani e tra di loro ci sono più femmine. Le differenze nelle strutture dei prevalenti tra i diversi mesi evidenziano la presenza di più anziani in aprile e maggio.
Deceduti complessivi e deceduti positivi al Sars-Cov-2
Rispetto ai deceduti sono disponibili i dati per età e genere degli italiani sino a fine maggio ed è per questo che la presente analisi non può andar oltre a questo mese. Rispetto ai deceduti Covid si hanno due fonti non sempre allineate: la PC fornisce i totali come quotidianamente comunicati dalle Regioni mentre l'ISS ricostruisce le frequenze, anche per età e genere, dei deceduti utilizzando i dati individuali dei positivi che muoiono. Si è scelto di utilizzare i totali della PC per mantenere una omogeneità con i dati di prevalenza e di ripartirli con i rapporti di composizione per età e genere forniti invece dall'ISS.
Questi gli andamenti dei decessi nella popolazione generale e nella sola popolazione positiva al virus:
e nei due grafici seguenti si vede la composizione del totale dei decessi tra popolazione non positiva e positiva al virus e la percentuale di questi sul totale dei decessi:
I seguenti grafici, inoltre, presentano i confronti dei rapporti di composizione per età e genere dei decessi dei positivi e dei decessi dei non positivi:
Tra i vari mesi ci sono diverse differenze nella composizione dei decessi per eta e genere sia tra i non positivi che tra i positivi; queste diversità, seppur non eccessive, indicano l'opportunità di analizzare i rischi separatamente per le differenti età e generi.
Ma quali decessi sono classificati come decessi di positivi?
1) Semplicemente i decessi di soggetti positivi che realmente non sarebbero deceduti a breve se non si fossero contagiati, vuoi per una malattia da Covid vuoi per una situazione determinata dallo stato di epidemia.
Infatti la correlazione delle frequenze giornaliere dei decessi dei positivi con le frequenze dei decessi dei non positivi non è molto elevata mentre l'R2 raddoppia se la correlazione è con il totale dei decessi. Ciò fa supporre che mentre è naturale che l'aggiungere ai non positivi i positivi porti all'aumento della correlazione, la bassa correlazione tra di loro è segno di un discreto livello di indipendenza.
2) Soggetti positivi che erano già in gravi stati di salute e che li avrebbero portati a morire a breve mentre non è il contagio che ne ha determinato il decesso.
Se così fosse i tassi di mortalità dei positivi dovrebbero essere molto simili ai tassi di mortalità dei non positivi mentre così non è. Infatti la percentuale è molto variabile ed aumenta all'aumentare del numero totale di decessi.
3) Soggetti che non si sapeva fossero contagiati ma aggravandosi sono stati sottoposti a tampone e quindi sono poi risultati accidentalmente positivi.
Se così fosse in misura importante la relazione tra positivi e non positivi dovrebbe addirittura essere negativa in quanto parte del totale dei decessi, ipoteticamente tutti non positivi, sarebbe sottratta e classificata come decessi di positivi e quindi più aumenta la prevalenza di soggetti positivi e più diminuirebbe la percentuale dei decessi dei non positivi.
È probabile che le criticità delle classificazioni sopra descritte siano realmente presenti ma sembra potersi ritenere che non influiscano gravemente sui dati certificati dalla PC.
I tassi specifici di mortalità dei positivi e dei non positivi
I tassi specifici per età e genere, qui presentati in scala logaritmica, solo dai sessant'anni in su, sono calcolati utilizzando come popolazione la popolazione media dei prevalenti positivi e la differenza di questa dalla popolazione totale italiana. Si nota una diminuzione in entrambe le popolazioni da gennaio a maggio. I tassi totali per genere e globali sono stati standardizzati sulla popolazione italiana.
Il calcolo dei rischi relativi di mortalità
Il rapporto tra i tassi dei positivi e tassi dei non positivi rappresenta il rischio relativo di mortalità dei positivi, e quindi indica qual'è il rischio di morire per una persona positiva al contagio, per il solo periodo che rimane positiva, rispetto alle persone che invece non risultano positive. Per questi Rischi Relativi il valore complessivo è ottenuto standardizzando per la popolazione italiana entrambi i tassi dei positivi e dei non positivi.
e qui di seguito la loro rappresentazione grafica:
Conclusioni
La condizione di soggetto positivo al virus Sars-Cov-2 comporta per tutte le classi di età e per i due generi un elevato rischio relativo di morire, indipendentemente dall'evoluzione del contagio e dalla causa del decesso. Nei mesi di aprile e maggio il rischio relativo era di circa quattro volte per tutte le classi di età adulte. Nei mesi precedenti invece è stato molto più elevato soprattutto in febbraio e per i settantenni.
Questo è il rischio di decesso che la pandemia ha prodotto per coloro che sono stati contagiati, indipendentemente anche dalla vaccinazione di cui non si considera qui il ruolo protettivo che sicuramente c'è stato e che l'ISS ha più volte quantificato.
In conclusione con questa analisi non si è risolto il dubbio se i decessi Covid siano decessi PER o CON Covid. Si è invece quantificato quanto siano stati in più i decessi dovuti all'essersi contagiati, indipendentremente da ciò che è successo a causa del contagio stesso. La popolazione durante lo stato di positività al contagio da Sars-cov-2 ha avuto sommariamente quattro volte di più decessi rispetto a quelli che avrebbe avuto se non fosse stata contagiata.