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Una della frasi più famose dette da Gandhi è: «The future depends on wath we do in the present». Il futuro dipende da ciò che facciamo oggi! E possiamo parafrasarla dicendo «e quindi non tanto da ciò che abbiamo fatto in passato sia di bene sia di male».

In molti settori si preferisce sanzionare perché si è incapaci per lo più di prevenire: nei reati o anche semplicemente nell'apprendimento scolastico, nell'illusione che sanzionare il passato serva anche a stimolare un miglioramento futuro.

Ma parlando di epidemia da Covid-19 cos'è più opportuno? guardare il passato o cercare di prevenire il futuro? cioè dobbiamo maggiormente occuparci dei danni constatati o dei rischi probabili? Ben capiamo che la sostenibilità dei danni è uno dei principali problemi di un sistema sanitario, ma dobbiamo intervenire quando questi sono sulla soglia della sostenibilità oppure dobbiamo cercare di prevenire le situazioni che possono determinarli?

E il problema della sostenibilità sta nella disponibilità di posti letto ovvero nella percentuale di positivi ricoverati o nella percentuale di letti occupati o nella prevalenza di positivi?

A fine agosto 2021 la disponibilità di posti letto per malati Covid-19 in Italia è di 14,9 ogni centomila abitanti in area critica (terapia intensiva) e di 192,4 in area non critica; le proporzioni di disponibilità di posti letto nelle Regioni rispetto alla media italiana sono rappresentate nel grafico seguente:

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Ma è utile anche vedere qual è la percentuale di attuali positivi che si trovano ricoverati in ospedale in area critica ed in area non critica:

Diverse sono le Regioni più piccole che non hanno ricoverati in area critica e comunque la percentuale di ospedalizzazione dei soggetti positivi ha una elevata variabilità. In Italia è ricoverato in terapia intensiva lo 0,37% degli attuali positivi e in area non critica il 2,9%. Tra le Regioni, ad esempio in area critica, è ricoverato lo 0,21% dei positivi in Campania, lo 0,97% in Friuli mentre in Sicilia la percentuale è dell0 0,39% praticamente simile al valore medio italiano.

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E quindi ne risulta che questa è la percentuale attuale di occupazione di posti letto per malati Covid:

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L'unica Regione che supera una occupazione di posti letto in area critica è la Regione Sicilia ma ritornando ai grafici precedenti si può constatare che la Sicilia non ha carenza di posto letto di area critica e non ha neppure una elevata percentuale di ospedalizzazione che avrebbe potuto far supporre o una maggior gravità dei contagiati o una maggior propensione a ricoverare. Quindi la maggior occupazione non può che derivare da una maggior prevalenza di positivi come di seguito cerchiamo di analizzare.

Vediamo infatti che a fine agosto vi è una elevata variabilità nelle prevalenze di positivi nelle diverse Regioni:

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In Italia la prevalenza di positivi è del 2,31 per mille e tra le Regioni va dallo 0,76 del Molise al 5,39 della Sicilia. Ma la prevalenza che oggi osserviamo è frutto dei contagi che si sono sviluppati nelle precedenti settimane in un lasso di tempo pari alla media dei giorni di durata della positività. Allora è opportuno chiedersi se per prendere decisioni concernenti il contenimento dei contagi è giusto ragionare su questi dati di prevalenza ovvero se sia più efficace e corretto ragionare basandosi sui dati attuali di incidenza o meglio sulla dinamica dello sviluppo dei contagi stessi. I dati di incidenza dell'ultima settimana confermano per lo più i dati di prevalenza.

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Si potrebbe comunque valutare se non sia più opportuno considerare questi dati che sono il presente dell'epidemia invece dei dati di prevalenza e di ospedalizzazione che sono l'accumulo del del passato.

Crediamo sia quindi opportuno andare oltre il passato per cogliere la dinamica dello sviluppo epidemico che può essere ben valutato con l'indice di replicazione diagnostica, l'RDt, che indica quanti contagi abbiamo prodotto i soggetti positivi in un lasso di tempo pari ai cosiddetti tempi di generazione, cioè ai giorni intercorrenti tra i sintomi di un caso ai sintomi dei casi da lui causati. L'RDt infatti è calcolato come rapporto tra l'incidenza dei contagi negli ultimi sette giorni e l'incidenza dei sette giorni ancora precedenti. Questi nel grafico sono i valori calcolati dal 22 al 28 agosto:

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Si può constatare come le dinamiche di sviluppo dell'epidemia nelle Regioni risulti molto differente: ci sono Regioni dove l'RDt è in decrescita come nel Lazio, in Liguria, in Sardegna e in Sicilia mentre altre Regioni in cui sta crescendo come in Emilia, in Lombardia e nel Veneto. Se confrontiamo la percentuale di sviluppo dell'RDt dal 22 al 28 agosto otteniamo infatti il seguente grafico:

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Ed allora chiediamoci: le misure di contenimento le dobbiamo attivare dove ci sono stati molti danni in passato o dove vi è il rischio che si producano danni nei giorni futuri? Forse non è il caso di scomodare Gandhi per avere una risposta che sembra in verità molto scontata. Veneto, Lombardia e Friuli dovrebbero fare molta attenzione, ancor più di Sicilia, Lazio e Liguria! Pensiamo quindi soprattutto ai rischi futuri senza naturalmente ignorare quelli che sono stati sinora i danni passati.

In conclusione sarebbe opportuno non usare come indicatore per determinare l'opportunità di misure di contenimento l'occupazione di posti letto. Ridiamo importanza all'indicatore di sviluppo epidemico e comunque affiancandolo agli altri utili indicatori disponibili.

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