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Sanità Pubblica - 01/09/2023 14:48
Quanto e chi spende per la sanità?
Si sta discutendo molto, in questi giorni, di spesa sanitaria e sono usciti molti articoli, vuoi giornalistici, vuoi accademici. Non si vuole qui aggiungerne un altro ma solo riportare alcuni dati OECD relativi ai paesi della zona Euro, per fornire dei riferimenti nelle discussioni.
Nel dashboard OECD i dati sono presentati sia come totali, che come percentuali del PIL o, come quelli qui riferiti, come procapite. I valori in tabella comprendono tutte le voci di spesa sia da parte di soggetti pubblici che privati. Sono qui riportati i dati relativi ai paesi UE della zona Euro.
Si consiglia cautela nella lettura ed interpretazione dei dati che possono nascondere delle disomogeneità che non sempre vengono evidenziate. E però evidente che ci sono due gruppi di paesi, il primo con una spesa importante ed il secondo con una spesa decisamente inferiore. L'Italia è la prima di questo gruppo nel 2015 ma diventa la seconda nel 2022 superata dalla Spagna.
Se si calcola l'incremento della spesa dal 2015 al 2022 si osserva un incremento importante soprattutto da parte dei paesi dell'est europeo entrati nella zona Euro. Tra gli altri l'incremento è stato tra il 120% ed il 150%. La spesa italiana risulta essere quella con il minor incremento negli ultimi 8 anni.
Si riporta qui di seguito solo un ulteriore interessante grafico pubblicato dall'OCDE che riguarda la composizione della spesa sanitaria per soggetto finanziatore: lo Stato, le assicurazioni private, l'out of pocket, cioè gli acquisti diretti da parte delle persone. I dati si riferiscono al 2022.
Il dibattito su quale sia la spesa giusta è un dibattito che deve considerare sia i contenuti della spesa, sia l'efficienza dei servizi, sia la disponibilità di risorse del PIL, ed altro.
L'unico comento che qui ci si permette di dire è che dopo anni in cui ci siamo detti continuamente che la nostra spesa sanitaria era fuori controllo, ci accorgiamo che spendiamo meno di tanti altri paesi e che abbiamo incrementato la spesa meno degli altri. L'incremento della spesa non solo dipende dall'aumento del costo del denaro, ma anche da altri due fattori: lo sviluppo della tecnologia sanitaria e l'invecchiamento della popolazione.
Confidiamo che il Governo, pur nella limitatezza delle risorse disponibili, non voglia penalizzare ulteriormente il sistema sanitario pubblico che rappresenta una delle maggiori conquiste sociali del secolo scorso ed un elemento indispensabile per garantire un sufficiente livello di equità nella soddisfazione dei bisogni di salute.
I cittadini dovrebbero rendersi conto del pericolo di dover perdere questo elemento di sicurezza sociale che negli ultimi anni ha perso ahimè talvolta di qualità e che deve essere sicuramente ristrutturato per diversi aspetti, ma per far questo sarà indispensabile che vengano garantite le risorse necessarie.
1.
La qualità della assistenza e della spesa sanitaria.
Penso che l'articolo sia condivisibile. Penso che tuttavia non sia secondaria anche la necessità di spendere meglio gli oltre 124 miliardi di euro che nell'ultimo anno si spenderanno per il SSN. I pilastri del SSN devono tornare ad essere tre: I Dipartimenti di Prevenzione, I Distretti, Gli Ospedali. Oggi anche in Lombardia l'entificazione è abnorme e disfunzionale. Le ASL devono contenere la prevenzione, la diagnosi, la terapia, la riabilitazione. Tutte le persone hanno diritto ad avere gratuitamente le prestazioni di cui ai tre Livelli Essenziali di Assistenza: prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale, assistenza ospedaliera. Le ASL di norma non devono superare 500.000 persone. Di norma il riferimento potrebbe essere il territorio delle Amministrazioni Provinciali. Semplificare, semplificare, semplificare. Vittorio Carreri, medico igienista.