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SSN; - 20/03/2024 17:57
Perché aumenta il privato in sanità?
Negli anni '50 del secolo scorso quasi tutti gli ospedali erano pubblici, facevano eccezione solo alcuni ospedali gestiti da ordini religiosi, e solo alcune cliniche potevano chiamarsi effettivamente private. Le Facoltà universitarie di Medicina e Chirurgia erano tutte solo statali e contenevano tutta la ricerca medica e l'eccellenza clinica e chirurgica. L'attività privata era per lo più solo la seconda attività di chi lavorava negli ospedali pubblici. Ora la realtà è molto diversa, perché? E perché, nonostante l'universalismo del SSN, la spesa sanitaria privata è così elevata e in forte crescita?
I dati della relazione del MEF mostrano una spesa sanitaria privata diventata un quarto della spesa sanitaria totale, mentre solo sette anni fa era meno di un quinto.
Un'altra fonte utile per documentarsi sulla spesa sanitaria è il "sistema dei conti della sanità" dell'Istat di cui riportiamo la tavola sulla spesa corrente per tipo di finanziamento (2012-2021) e la tavola della spesa diretta delle famiglie per funzioni di assistenza (2012-2302).
Si faccia attenzione che leggendo i dati contabili di spesa sanitaria, sia pubblica sia privata, capita di non trovare esatta corrispondenza tra le fonti; ciò per lo più dipende dalle diverse classificazioni utilizzate, comunque le differenze sono quasi sempre marginali.
Per ragionare sulla tendenza alla privatizzazione della sanità può essere però più utile analizzare i dati raccosti dall'indagine Istat sugli aspetti della vita quotidiana delle famiglie dal 2017 al 2021 (ultimo anno con dati disponibili per la ricerca). Questi sono dati che mostrano lo scenario dal punto di vista della popolazione assistita e non hanno i pregi e i difetti dei dati contabili di bilancio.
Esaminando le risposte alle indagini dal 2017 al 2021, che sono quelle in cui i questionari contengono domande sul tipo di prestazioni utilizzate, si intravvede una leggera diminuzione di persone che hanno effettuato in generale una visita specialistica o un esame diagnostico specialistico. La diminuzione è evidente soprattutto nel 2020 e nel 2021 e probabilmente può essere attribuita alle difficolta di accesso dovute alla pandemia da Covid.
Analizzando però le condizioni di accesso con le quali sono avvenute, se cioè gratuitamente, o pagando un ticket, o pagando direttamente, o ottenendo un rimborso da una assicurazione privata, si osserva che la diminuzione non ha riguardato le visite a pagamento, che anzi sono, seppur leggermente, aumentate.
Anche i soggetti che riportano di esser stati ricoverati, o in ospedale o in casa di cura, sono diminuiti sensibilmente nel 2020 e 2021, ma aumenta la percentuale di coloro che dichiarano di aver dovuto pagare almeno una parte delle prestazioni (cliniche e/o alberghiere) e ancor di più sono coloro che dicono di aver usufruito di un rimborso assicurativo.
I dati contabili risentono ovviamente della dinamica dei prezzi, mentre questi dati dell'indagine non contengono l'elemento dei costi ma solo della frequenza di tutte le prestazioni ricevute. Comunque si può senza dubbio alcuno ritenere che il ricorso alle prestazioni di sanità privata sia cresciuto e stia sempre ancora crescendo e quindi è opportuno chiedersene le ragioni.
Fattore politico-ideologico
Il primo, e forse più allarmante, fattore della tendenza alla privatizzazione della sanità è di natura politico-ideologica. Per la sinistra solidarista, o più propriamente socialista, la collettività deve farsi carico della salute, e quindi ognuno deve contribuire ai costi secondo le proprie possibilità e può ricevere secondo i propri bisogni. Per la destra liberista, invece, la salute è un elemento fondamentalmente solo personale e quindi ciascuno deve farsene carico in proprio.
Un governo di destra, quindi, non può che favorire forme di contenimento dell'impegno pubblico sui servizi sanitari favorendo quindi la crescita del privato. Ci si ricordi al proposito che quando, nel 1978, fu votata la legge 833 di istituzione del SSN, l'unico partito che non votò a favore fu il partito liberale. Anche nella popolazione, dove il "sentiment" liberista è in questi ultimi tempi cresciuto, non si chiede, più di tanto, alla politica di assumersi l'onere dei propri problemi di salute e si preferisce invece che si preoccupi di garantire che i servizi sanitari privati siano di buona qualità, e si limiti a dare assistenza agli indigenti che non sono in grado di attivare, personalmente o tramite i datori di lavoro, una protezione assicurativa.
Fattore economico
Attualmente il prodotto interno lordo italiano si aggira sui 2.085 miliardi di €uro e l'ammontare delle entrate fiscali dello Stato sono state di 886 miliardi, cioè una pressione fiscale del 42,5%. Questa è la pressione fiscale ufficiale, che risulta ultimamente in continua crescita, calcolata seguendo le disposizioni metodologiche previste dall'Eurostat.
La CGIA di Mestre ritiene che quella reale calcolata nel 2023 sia addirittura salita al 47,4%.
Considerando l'attuale spesa sanitaria di 136 miliardi, questa corrisponde al 6,5% del Pil e al 15% delle entrate fiscali dello Stato, cioè a più di un sesto ed è purtroppo naturale che chi intende abbassare la pressione fiscale pensi di agire sui capitoli principali della spesa pubblica e quindi innanzitutto sulla spesa sanitaria; ma in Italia la spesa sanitaria pubblica è già tra le più basse in Europa ed è quella che è cresciuta di meno negli ultimi anni.
È evidente che se si destinano alla sanità meno risorse rispetto a quelle disponibili, per giunta in un periodo in cui invece il costo della sanità è cresciuto, le possibilità sono due, o fornire alla popolazione meno servizi sanitari, o favorire, direttamente o indirettamente, l'accesso ai servizi forniti dal privato tramite copertura assicurativa.
Nel 2021 solo 5 nazioni in Europa hanno destinato alla sanità meno risorse pubbliche dell'Italia, mentre nel 2011 erano 14! E comunque la percentuale italiana è diminuita.
È evidente che se si destinano alla sanità meno risorse rispetto a quelle disponibili, per giunta in un periodo in cui invece il costo della sanità è cresciuto, le possibilità sono due, o fornire alla popolazione meno servizi sanitari, o favorire, direttamente o indirettamente, l'accesso ai servizi forniti dal privato tramite copertura assicurativa.
Fattore imprenditoriale
L'imprenditoria italiana ha individuato nel settore sanitario una crescente possibilità di sviluppo. Sono sorti diversi ospedali privati, diversi centri diagnostici e laboratoristici, si è sviluppato soprattutto il settore assicurativo integrativo che ha permesso a molti di accedere alle prestazioni erogate privatamente.
I fondi assicurativi si sono sempre più diffusi e ormai vengono spesso inseriti nei contratti di lavoro di molte aziende, come ad esempio il fondo FASDA, uno dei tanti, promosso anche dai sindacati CGIL e CISL.
Sembra insomma che anche coloro che hanno maggiormente a cuore il SSN e l'equità nel settore sanitario, si siano rassegnati alla necessità di garantire ai propri protetti forme di assistenza integrativa, ma non solo, anche sempre più sostitutiva. Questa situazione difficilmente può essere invertita ed anzi sembra sia destinata a diffondersi sempre più lasciando, ahimè, con meno possibilità di assistenza coloro che non possono beneficiare di una qualche forma di assicurazione privata sulla salute.
Fattore condizioni di lavoro
Gli operatori del SSN si lamentano ogni giorno di più delle condizioni di lavoro e innanzitutto degli aspetti salariali, ma anche dei ritmi di lavoro e della scarsità di soddisfazione professionale. Molti sono coloro che hanno lasciato il SSN e sono andati addirittura all'estero dove hanno trovato rimunerazioni e soddisfazioni maggiori, altri si sono trasferiti nelle strutture private, molti infine pur rimanendo nel SSN hanno optato per un regime di part-time svolgendo attività libero professionali ad esempio in intra-moenia. Ormai in Italia l'operatore sanitario non gode più della stima e del rispetto che una volta aveva e spesso su di lui, per lo più del tutto incolpevole, si versano le frustrazioni dei malati malamente assistiti. Una difesa del SSN non può più non considerare la necessità un miglioramento delle condizioni lavorative degli operatori.
Fattore consumistico
Se i fattori principali della tendenza alla privatizzazione della sanità riguardano la produzione e l’offerta dei servizi, ci sono però anche molti elementi relativi alla domanda, cioè alle preferenze degli utenti. Se l’aver accesso alle prestazioni senza dover pagare è per tutti una opportunità, per chi ha appena la possibilità di pagare spesso c’è la preferenza ad essere trattato da «cliente». Il cliente può, o per lo meno crede di poter, determinare le modalità di erogazione, e la facoltà di esser libero di scegliere comporta per l’erogatore un incentivo a dare una migliore accoglienza. Ma l’elemento determinante sta soprattutto nei tempi di accesso; molte persone che si sono visti prenotare dal SSN visite od esami dopo diversi mesi, trovano invece possibili prenotazioni nel privato dopo pochi giorni e anche accettando le difficoltà del pagamento si rassegnano ad accettare l'alternativa. L'immagine dei servizi sanitari privati è molto curata, sia nelle strutture che nell'accoglienza del personale e molte sono le comodità che il servizio pubblico non dà; si pensi ad esempio alla possibilità di prenotarsi via internet e di ricevere per email i referti diagnostici, comodità che anche alcune Regioni, però, hanno iniziato a dare.
Bisogna comunque notare che la fiducia nei medici è oggi rimasta elevata e descrivendo le valutazioni da 0 a 10 dei rispondenti, in tutti gli aggregati è sempre superiore alla sufficienza, e pochi sono i soggetti che hanno dato un voto insufficiente.
Si notano valutazioni maggiori nei laureati, nel nordest rispetto al sud, in chi sta bene economicamente ed anche sta in buona salute.
Allora non resta che rassegnarsi?
Dobbiamo innanzitutto distinguere tra gli aspetti della privatizzazione nell’ambito della produzione dei servizi rispetto a quelli dell’erogazione e finanziamento degli stessi. La produzione di prestazioni da parte di un privato, se rispetta le caratteristiche previste e se mantiene una integrazione reale con gli altri ambiti del SSN, non crea di per sé gravi problemi. È comunque da dire che una vera integrazione è difficile che avvenga e da questo punto di vista meglio sarebbe che tutto il sistema fosse pubblico. Peraltro, il privato, in alcuni settori, talvolta è in grado di fornire ottime prestazioni, anche migliori di quelle prodotte dal pubblico, a prezzi competitivi e sicuramente con una miglior flessibilità agli sviluppi della medicina. Diverso è il caso dell’accesso che solitamente ha come norma quella relativa del rispetto dei LEA, norma che è per lo più solo nominale e non entra nelle modalità di erogazione dei LEA stessi. Tempi, luoghi, qualità, accoglienza ecc., non rientrano purtroppo nei LEA e quindi spesso i diritti alla prestazione si riducono ad essere meramente nominali.
Se una prestazione ha tutti i crismi dell’appropriatezza deve poter essere ottenuta comunque, anche se non vi è disponibilità nel SSN. Dovrebbe quindi essere consentito di accedere a pari condizioni anche alle prestazioni erogate in Intramoenia e persino (semmai anche solo con rimborso indiretto) nelle strutture private.
Il problema da evitare sarebbe comunque quello dell’iperconsumo inappropriato derivato o dall’impazienza o dall’ipocondria degli utenti, ovvero da un’iperprescrizione dovuta a comportamenti errati o addirittura fraudolenti da parte dei medici. Sarebbe allora essenziale che si introducesse un sistema più efficiente di controlli e di valutazione dei prescrittori. Nelle impegnative dovrebbero essere meglio specificati i motivi della prescrizione e nel caso di medici che abbondano in prescrizioni (valutate per età e per patologia dei suoi assistiti) ci dovrebbe essere un modo per valutarne la correttezza.
Ci sono diversi soggetti che oggi spingono apertamente verso la privatizzazione del servizio sanitario, invece invece si rassegnano e si lamentano per questa deriva, ma purtroppo pochi che lavorano realmente perché il SSN non venga smantellato. È sicuramente invece importante lottare perché il finanziamento pubblico sia realmente adeguato e per rinnovare, migliorandoli, i contratti di lavoro degli operatori, ma tutto ciò, anche se irrinunciabile, non basta.
Occorre soprattutto ritrovare la capacità di ridisegnare un servizio sanitario nazionale che riesca a snellirsi di tutte le inefficienze burocratiche, che sappia assumersi il compito di promuovere realmente la salute e non solo di "tamponare" le malattie, che sappia ascoltare i bisogni e le preferenze della popolazione, che sappia occuparsi del benessere della popolazione ottenendone il gradimento.
Non si può farne solo un argomento di lotta elettorale soprattutto quando chi oggi è all'opposizione nel passato non aveva fatto molto per migliorare il SSN. Per la maggioranza dei cittadini in salute può interessare di più poter pagare meno tasse che dover pagare qualcosa per una sanità di cui non ha ancora bisogno.
Occorre allora maggiore preparazione gestionale in tutto il personale sanitario del SSN; non conta solo, anche se è l'aspetto più rilevante, l'efficacia delle terapie, conta molto anche il sentirsi accolti, il sentirsi protetti, il sentirsi aiutati. E l'operatore del SSN non può essere solo un operatore di sanità, ma deve anche essere un operatore sociale capace di capire ed indirizzare gli utenti; ma per far questo deve cambiare anche la formazione dell'operatore che non può ignorare nel suo curriculum universitario gli argomenti gestionali, economici, relazionali, ecc.
Ed anche l'operatore deve essere soddisfatto del suo ruolo e dei riconoscimenti che la società gli riserva. Ls scelta di lavorare in sanità spesso è motivata da valori etici significativi ma se manca da parte dell'istituzione un giusto riconoscimento anche questi valori svaniscono, e spesso sono proprio gli ambienti della sanità privata a ridare giusti riconoscimenti all'operatore.
È probabile che per la metà più benestante della società un sistema sanitario basato su assicurazione privata possa apparire maggiormente conveniente, ma per l'altra metà sarebbe inaccessibile, ed allora differenziare l'assistenza sanitaria in base alle capacità economiche sarebbe l'abbandono più grave all'idea di equità affermatasi nella seconda metà del secolo scorso. Però l'equità non può realizzarsi su bassi livelli di qualità altrimenti è inevitabile che chi può cerchi delle alternative alla soluzione dei propri problemi di salute e approvi lo sviluppo di una sanità privata costosa, ma gratificante.
Il modo principale per contenere l'eccessiva privatizzazione della sanità è quindi quello di rendere più competitivo il SSN nei confronti dei servizi privati, e questa sarebbe una sfida che credo molti apprezzerebbero e molti operatori sarebbero contenti di collaborare perché si realizzi.
Commenti: 16
15.
Il privato cresce sempre di più se il pubblico funziona sempre peggio
Concordo con Cesare sulla opportunità di non concentrarsi sulla solo quantificazione della crescita del privato per cercare di entrare nel merito delle eventuali cause ed effetti. Sulla crescita a mia conoscenza non c'è una analisi che la dimostri a tipo pistola fumante, come testimoniato anche dal capitolo sui consumi proivati nell'ultimo Rapporto OASI della Bocconi (2023). Ci sono però tanti segnali che vanno in quella direzione. Sulle cause e sugli effetti di tale crescita vorrei sottolineare due cose. Tra le cause a mio parere e nella mia esperienza gioca un ruolo fondamentale la perdita progressiva di qualità della componente pubblica del Ssn sempre più condizionata dall'intreccio tra una politica scadente e una classe dirigente acritica. Tra gli effetti ricordo la perdita di attrattività del lavoro nelle strutture pubbliche. Ultima annotazione: temi così ampi e rilevanti mal si prestano a essere approfonditi con un articolo introduttivo e successivi commenti. Meglio un forum o come lo si vuol chiamare perchè i commenti per stare entro le 2.500 battute offrono assaggini su un argomento da affamati.
14.
Oltre la differenze
Per evitare che la discussione su questo post diventi un confronto sterile, alleghiamo per i nostri lettori le tabelle elaborate sui dati dall’ISTAT, sistema dei Conti della Sanità, che illustrano separatamente per il 2016 e il 2022, per ogni voce di spesa (funzioni), il tipo di finanziamento per l’assistenza sanitaria. In fondo a ogni tabella è indicata la percentuale del totale della spesa spesa non-SSN sul totale della spesa sanitaria. La tabella riassuntiva fornisce l'incremento percentuale del 2022 rispetto al 2016.
Appare chiaro che rispetto ai finanziamenti, non cresce la spesa diretta delle famiglie mentre crescono in modo importante i finanziamenti volontari e le assicurazioni volontarie.
Rispetto alle funzioni invece non cresce la spesa privata nell'assistenza ospedaliera in regime ordinario mentre cresce principalmente in day hospital e nell'assistenza ambulatoriale.
Invitiamo i lettori e le lettrici ad arricchire il dibattito sulla spesa sanitaria del nostro Paese segnalando analisi utili ad approfondire il tema. Per esempio segnaliamo la relazione su "pubblico e privato in sanità" presente nei materiali pubblicati da Laboss 2023 e la sintesi dei vari contributi che potete leggere qui.
13.
Buona notizia: la sanità privata non è vero che cresca!
Buona notizia: ciò che si dice, e cioè che il SSN è in crisi e la sanità a pagamento cresce è una falsità! I rispondenti alle varie indagini che dicono che si spende di più per curarsi si sbagliano o imbrogliano. La crescita importante delle assicurazioni malattie è un businnes basato su false credenze, in sanità non c'è nulla di più da assicurare. Pure il MEF ci si mette pubblicando dati che dicono il contrario e non si sa allora perchè li pubblica inducendo così pericolose credenze. I pagamenti in nero a medici, infermieri ed altri operatori non ci sono più, tutti fanno onestamente fattura e tutto viene registrato. Sembra persino che stiano addirittura fallendo le imprese che erogano prevalentemente prestazioni sanitarie non finanziate dal SSN. Insomma non preoccupatevi, non avrete alcun bisogno di ricorrere a prestazioni a pagamento perchè il SSN ve le garantisce con vostra completa soddisfazione nei tempi e nei modi necessari.
Sogno o son desto? svegliatemi per favore ...
12.
QUAL E' L'IPOTESI DI PARTENZA? E QUALI SONO LE FONTI A SUPPORTO DELL'IPOTESI?
Mi dispiace constatare che Lei non desidera colloquiare serenamente senza offendere! mi pare non sia il caso di andare oltre anche perchè ripeto che il mio post non era sulla definizione della misura corretta di spesa privata ma sulle ragioni per la quale la spesa sannitaria NON finanziata dal SSN sta crescendo.
Il richiamo agli articoli dei giornali era proprio per evidenziare come l'argomento sia diffuso e vale la pena ragionarci sulle motivazioni. Questo è un blog e non è un articolo accademico! si parla di argomenti di attualità riferendo idee ed opinioni e non solo "verità" documentate e provate.
Non ho mai parlato poi ovviamente di accesso ai servizi di produttori privati, bensì di accesso privato ai servizi; forse una mia espressione poteva essere equivoca ma vedo il suo gusto nell'enfatizzare ogni eventuale imprecisione.
Quindi non risponderò più nel merito delle cifre della spesa, che non era lo scopo del mio post, ma invito chi voglia proseguire il dibattito a ragionare sul perchè cresce l'accesso alle prestazioni sanitarie non finanziate dal SSN, cioè "grossolanamente", la sanità a pagamento!
Mi perdoni ma come fa a disquisire sull'aumento di qualsiasi cosa, partendo da dati errati? Se si parla di spesa corrente, aumenta anche la spesa pubblica; se si parla di spesa rispetto al Pil, la spesa privata sostanzialemente resta invariata nel tempo; se si guarda alla spesa delle famiglie la spesa sanitaria è rimasta identica; se si analizza rispetto al potere di acquisto è ancora un'altra storia.
Che cosa sta considerando lei? Perchè non è affatto chiaro.
Il fatto che questi articoli riportino TUTTI informazioni errate e letture sbagliate dovrebbe non farci proseguire sulla stessa strada ma, al contrario, utilizzare dati affidabili e interpretarli in modo corretto.
Non è gossip; è la salute degli italiani.
Non è materiale su cui aprire il dibattito del "secondo me". Non è una partita di calcio.
Il modo spiacevole di colloquiare lo ha inaugurato Lei, apostrofando il mio nome e cognome e la qualifica. Chiaramente se anzichè rispondere nel merito, si persevera nell'errore e si continua ad arrampacarsi sugli specchi al punto di dire che nulla valgono le ipotesi di una argomentazione perchè l'importante è parlare di tesi tratte da ipotesi errate, alzo le mani.
Infine lei ha parlato di "aumento del ricorso ai servizi sanitari privati" che non significa accesso privato ai servizi ma significa accesso a servizi privati e non c'è interpretazione che tenga.
Visto che - per formazione - resto convinta che sia possibile partire da dati di realtà non solo in ambito accademico o tecnico-scientifico, ma anche negli spazi di divulgazione, mi auguro, invece, che questa discussione ci porti ad essere più attenti nel formulare le nostre ipotesi.
Perchè argomentare ipotesi errate è un esercizio di stile poco nobile.
11.
questo non mi pare proprio il modo di colloquiare
Professore, non è da lei.
Ma stiamo davvero confondendo spesa sanitaria privata con ka spesa per servizi sanitari privati?
Ma come si può immaginare di fare informazione o di aprile a una riflessione se si confonde addirittura la fonte del finanziamento con la natura giuridica dei soggetti erogatori presso cui si acquistano i servizi?
Un paziente può spendere i propri risparmi per rivolgersi a un servizio in intramoenia (ovvero un servizio privato erogato da strutture pubbliche); gli utenti del SSN pagano di tasca propria il ticket (spesa privata che va allo Stato); parte del finanziamento pubblico va a pagare servizi presso strutture private accreditate.
Si tratta di due concetti diversi!
Rispetto ai dati sui quali lei basa la sua analisi, continua a non comprendere la falla: il punto non sono "le voci già presenti nel 2016" ma è la popolazione che non è confrontabile.
Faccia una chiamata alla Ragioneria: glielo spiegheranno sicuramente meglio di me.
Ma è tra l'altro evidente, lampante: come si può pensare a un incremento di quel tipo, anni luce lontano da tutte le altre fonti ufficiali?
Quanto alle fonti da lei riportate, posso solo sorridere: le analisi delle persone della sua statura e con le sue conoscenze dovrebbero servire a fare conoscenza e non ad alimentare la disinformazione.
Ma che fa? Mi cita le fonti secondarie? I quotidiani?
Io le riporto i dati ufficiali e lei mi riporta il link della "Mia partita Iva"?!
Concludo dicendo che se lei avesse voluto davvero aprire un dibattito sulle ragioni degli andamenti della spesa sanitaria pubblica e della spesa sanitaria privata avrebbe fatto un'analisi molto diversa, prendendo in considerazione il PIL, l'inflazione, il potere d'acquisto degli utenti.
Una volta partito da dati di realtà, si sarebbe potuto ragionare sui comportamenti di spesa degli italiani.
E invece si cade sempre nel vizio tutto italiano di urlare forte per richiamare attenzione, anzichè fare cultura e ragionare delle criticità REALI del nostro Servizio sanitario nazionale.
Mi dispiace constatare che Lei non desidera colloquiare serenamente senza offendere! mi pare non sia il caso di andare oltre anche perchè ripeto che il mio post non era sulla definizione della misura corretta di spesa privata ma sulle ragioni per la quale la spesa sannitaria NON finanziata dal SSN sta crescendo.
Il richiamo agli articoli dei giornali era proprio per evidenziare come l'argomento sia diffuso e vale la pena ragionarci sulle motivazioni. Questo è un blog e non è un articolo accademico! si parla di argomenti di attualità riferendo idee ed opinioni e non solo "verità" documentate e provate.
Non ho mai parlato poi ovviamente di accesso ai servizi di produttori privati, bensì di accesso privato ai servizi; forse una mia espressione poteva essere equivoca ma vedo il suo gusto nell'enfatizzare ogni eventuale imprecisione.
Quindi non risponderò più nel merito delle cifre della spesa, che non era lo scopo del mio post, ma invito chi voglia proseguire il dibattito a ragionare sul perchè cresce l'accesso alle prestazioni sanitarie non finanziate dal SSN, cioè "grossolanamente", la sanità a pagamento!
10.
Una ulteriore riflessione
Ma è solo questo blog a ritenere che la sanità privata stia crescendo? qualcun altro ne parla:
https://www.internazionale.it/notizie/laura-melissari/2020/12/09/italia-sanita-privata
https://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=110245
http://www.sportellopmi.it/sanita-privata-un-settore-in-costante-crescita/
https://ilmanifesto.it/affari-in-crescita-per-i-colossi-della-sanita-privata
https://gipo.it/blog/strutture-sanitarie/sanita-in-italia
https://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=79492
https://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=106776
... eccetera ...
Va considerato che nei dati ISTAT (Sistema dei conti della sanità) non si tiene conto della spesa che passa attraverso le forme di sanità integrativa, con premi a carico delle imprese (la parte relativa alle imprese riguarda le sole spese dirette per prevenzione a favore dei lavoratori), plausibilmente quella che cresce di più.
Inoltre il SSN finanzia il privato accreditato.
Bisognerebbe guardare anche i dati dal lato della produzione/erogazione di servizi.
9.
SPESA PRIVATA NON E' SPESA per SERVIZI PRIVATI!!!
Le critiche costruttive sono sempre positive e ben accolte anche quando segnalano eventuali errori nelle analisi presentate, più difficile è accettarle quando la critica è fuori target.
Nel nostro post, dedicato all’aumento della spesa privata in sanità, l’obiettivo non era di quantificare in modo puntuale questo aumento, ma riflettere sulle ragioni che lo hanno determinato. A tale scopo, si è fatto cenno a un panorama di fonti differenti che, pur quantificando in modo diverso la crescita della spesa privata, concordavano nel mostrarne l’esistenza. L’aumento del ricorso ai servizi sanitari privati è registrato anche da più indagini, come ad esempio dai dati della Multiscopo Istat che, per quanto rilevati diversamente dalle altre fonti, non sono certo oggi confutabili.
Nel file qui allegato, che praticamente riprende gli stessi valori già pubblicati nel post, sono riportati i dati come risultano dalla relazione della spesa sanitaria del MEF del 2023 (dati con le sole voci già presenti nel 2016 e dati anche con le voci successivamente aggiunte), dai dati Istat dei Conti della Sanità con l'aggiornamento al giugno 2024, oltre ai dati delle Indagini Multiscopo Istat del 2018 e del 2022. Le differenze tra le fonti erano già esplicitamente evidenziate nel testo del post originario e forse potevano, e forse dovevano, essere più approfondite le ragioni delle differenze.
Spero chiusa questa non piacevole querelle e auspico invece che qualche lettore vorrà commentare, anche magari confutandole, le interpretazioni sulle ragioni di questa crescita della sanità privata, che questo era l'obiettivo del nostro blog.
Professore, non è da lei.
Ma stiamo davvero confondendo spesa sanitaria privata con ka spesa per servizi sanitari privati?
Ma come si può immaginare di fare informazione o di aprile a una riflessione se si confonde addirittura la fonte del finanziamento con la natura giuridica dei soggetti erogatori presso cui si acquistano i servizi?
Un paziente può spendere i propri risparmi per rivolgersi a un servizio in intramoenia (ovvero un servizio privato erogato da strutture pubbliche); gli utenti del SSN pagano di tasca propria il ticket (spesa privata che va allo Stato); parte del finanziamento pubblico va a pagare servizi presso strutture private accreditate.
Si tratta di due concetti diversi!
Rispetto ai dati sui quali lei basa la sua analisi, continua a non comprendere la falla: il punto non sono "le voci già presenti nel 2016" ma è la popolazione che non è confrontabile.
Faccia una chiamata alla Ragioneria: glielo spiegheranno sicuramente meglio di me.
Ma è tra l'altro evidente, lampante: come si può pensare a un incremento di quel tipo, anni luce lontano da tutte le altre fonti ufficiali?
Quanto alle fonti da lei riportate, posso solo sorridere: le analisi delle persone della sua statura e con le sue conoscenze dovrebbero servire a fare conoscenza e non ad alimentare la disinformazione.
Ma che fa? Mi cita le fonti secondarie? I quotidiani?
Io le riporto i dati ufficiali e lei mi riporta il link della "Mia partita Iva"?!
Concludo dicendo che se lei avesse voluto davvero aprire un dibattito sulle ragioni degli andamenti della spesa sanitaria pubblica e della spesa sanitaria privata avrebbe fatto un'analisi molto diversa, prendendo in considerazione il PIL, l'inflazione, il potere d'acquisto degli utenti.
Una volta partito da dati di realtà, si sarebbe potuto ragionare sui comportamenti di spesa degli italiani.
E invece si cade sempre nel vizio tutto italiano di urlare forte per richiamare attenzione, anzichè fare cultura e ragionare delle criticità REALI del nostro Servizio sanitario nazionale.
8.
Che si dice in giro della sanità privata?
Ma è solo questo blog a ritenere che la sanità privata stia crescendo? qualcun altro ne parla:
https://www.internazionale.it/notizie/laura-melissari/2020/12/09/italia-sanita-privata
https://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=110245
http://www.sportellopmi.it/sanita-privata-un-settore-in-costante-crescita/
https://ilmanifesto.it/affari-in-crescita-per-i-colossi-della-sanita-privata
https://gipo.it/blog/strutture-sanitarie/sanita-in-italia
https://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=79492
https://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=106776
... eccetera ...
7.
Discutiamo piuttosto sulle ragioni della crescita della sanità privata!
Professore,
le ho riportato:
- le fonti dei dati richieste
- i dati ufficiali che può verificare direttamente nelle relative fonti
- ben tre valutazioni distinte: quella sul Sistema dei Conti della Sanità, quella OCSE e quella sul Sistema contabilità nazionale
- le ragioni per le quali, invece, i dati da lei riportati nel suo articolo non hanno validità: ragioni che sono riportate dallo stesso Ministero dell'Economia e delle Finanze nello stesso documento dal quale lei li ha estratti.
Consideri che secondo la Ragioneria di Stato i dati da Tessera sanitaria sono incompleti anche nell'ultimo anno di valutazione; si figuri nel 2016.
Non mi sono limitata a criticare: le ho chiarito perfettamente dove risiede l'errore.
Non saprei come altro dimostrarle la non validità delle analisi da lei riportate.
Se i dati che si utilizzano nelle proprie elaborazioni sono di scarsa qualità le analisi peccano di invalidità. È lapalissiano.
Per quanto riguarda il rapporto del 2022, si', è il 26%. Lo 0,4% in più rispetto al 2016 (errore di digitazione, sorry).
Dunque, non si passa dal 20% al 25% come da lei riportato, ma dal 25,6 al 26,0%.
Del resto era perfettamente intuibile dalla Tavola1 che lei stesso ha pubblicato.
Buon lavoro!
Le critiche costruttive sono sempre positive e ben accolte anche quando segnalano eventuali errori nelle analisi presentate, più difficile è accettarle quando la critica è fuori target.
Nel nostro post, dedicato all’aumento della spesa privata in sanità, l’obiettivo non era di quantificare in modo puntuale questo aumento, ma riflettere sulle ragioni che lo hanno determinato. A tale scopo, si è fatto cenno a un panorama di fonti differenti che, pur quantificando in modo diverso la crescita della spesa privata, concordavano nel mostrarne l’esistenza. L’aumento del ricorso ai servizi sanitari privati è registrato anche da più indagini, come ad esempio dai dati della Multiscopo Istat che, per quanto rilevati diversamente dalle altre fonti, non sono certo oggi confutabili.
Nel file qui allegato, che praticamente riprende gli stessi valori già pubblicati nel post, sono riportati i dati come risultano dalla relazione della spesa sanitaria del MEF del 2023 (dati con le sole voci già presenti nel 2016 e dati anche con le voci successivamente aggiunte), dai dati Istat dei Conti della Sanità con l'aggiornamento al giugno 2024, oltre ai dati delle Indagini Multiscopo Istat del 2018 e del 2022. Le differenze tra le fonti erano già esplicitamente evidenziate nel testo del post originario e forse potevano, e forse dovevano, essere più approfondite le ragioni delle differenze.
Spero chiusa questa non piacevole querelle e auspico invece che qualche lettore vorrà commentare, anche magari confutandole, le interpretazioni sulle ragioni di questa crescita della sanità privata, che questo era l'obiettivo del nostro blog.
16.
QUAL E' L'IPOTESI DI PARTENZA? E QUALI SONO LE FONTI A SUPPORTO DELL'IPOTESI?
Mi perdoni ma come fa a disquisire sull'aumento di qualsiasi cosa, partendo da dati errati? Se si parla di spesa corrente, aumenta anche la spesa pubblica; se si parla di spesa rispetto al Pil, la spesa privata sostanzialemente resta invariata nel tempo; se si guarda alla spesa delle famiglie la spesa sanitaria è rimasta identica; se si analizza rispetto al potere di acquisto è ancora un'altra storia.
Che cosa sta considerando lei? Perchè non è affatto chiaro.
Il fatto che questi articoli riportino TUTTI informazioni errate e letture sbagliate dovrebbe non farci proseguire sulla stessa strada ma, al contrario, utilizzare dati affidabili e interpretarli in modo corretto.
Non è gossip; è la salute degli italiani.
Non è materiale su cui aprire il dibattito del "secondo me". Non è una partita di calcio.
Il modo spiacevole di colloquiare lo ha inaugurato Lei, apostrofando il mio nome e cognome e la qualifica. Chiaramente se anzichè rispondere nel merito, si persevera nell'errore e si continua ad arrampacarsi sugli specchi al punto di dire che nulla valgono le ipotesi di una argomentazione perchè l'importante è parlare di tesi tratte da ipotesi errate, alzo le mani.
Infine lei ha parlato di "aumento del ricorso ai servizi sanitari privati" che non significa accesso privato ai servizi ma significa accesso a servizi privati e non c'è interpretazione che tenga.
Visto che - per formazione - resto convinta che sia possibile partire da dati di realtà non solo in ambito accademico o tecnico-scientifico, ma anche negli spazi di divulgazione, mi auguro, invece, che questa discussione ci porti ad essere più attenti nel formulare le nostre ipotesi.
Perchè argomentare ipotesi errate è un esercizio di stile poco nobile.
L'aumento della spesa sanitaria privata (=non finanziata dal SSN) è un trend storico che parte almeno dal 1980, il primo anno del SSN. Secondo l'ISTAT (Conti della Protezione Sociale e di contabilità nazionale per l'OOP) nel 1980 la percentuale sul totale nazionale di 11,6 mld di € era del 17,8% e nel 2022 del 24,6% su 171,6 mld di €. Alla stessa conclusione si arriva prendendo i Conti della sanità (SHA) dell'ISTAT, come mostra questo prospetto (appena elaborato in vista di una lezione) per gli anni più recenti. Piaccia o non piaccia, i dati ufficiali confermano questo trend, che sembra accentuarsi negli anni più recenti