POST del BLOG Come sta la sanità? minuti di lettura
- 05/06/2018 14:25
Nuovo governo: Grillo parlante o Fata giallo-turchina?
“La prima vittima di un sistema sociale imperniato sull’utilitarismo e il profitto, insieme ai disabili a qualsiasi titolo, diventano inevitabilmente gli anziani”
Questa frase che sembra stralciata da un documento sessantottino si trova invece a pagina 40 del Contratto per il Governo del cambiamento di cui alleghiamo i paragrafi sulla sanità perché riteniamo necessario che almeno chi si occupa di questi temi ne prenda visione. La parte dedicata alla sanità, a dispetto del titolo del contratto, non auspica affatto un cambiamento, ma al contrario afferma che «è prioritario preservare l’attuale modello di gestione del servizio sanitario a finanziamento prevalentemente pubblico e tutelare il principio universalistico della 833».
Retorica o impegno reale?
Queste sono parole da “Grillo parlante”, cioè del richiamo della buone coscienza sulle cose che sarebbe giusto fare, o “da Fata turchina” (o giallo-turchina) cioè da chi ha realmente la capacità di realizzare in sanità obiettivi che la maggior parte di noi da sempre ritiene importanti? E quali sono quelli riportati nel testo di questo programma governativo?
- Creare maggiore formazione e professionalità in tutta la dirigenza anche attraverso una Scuola superiore di amministrazione sanitaria
- Ottenere maggiore valutazione e trasparenza nell’attività gestionale della sanità
- Eliminare la dipendenza del governo della sanità dagli interessi e dall’ingerenza dei partiti e della politica di basso livello
- Mantenere il finanziamento pubblico della sanità incrementandolo e riducendo la compartecipazione degli utenti. Al proposito G. Rodriguez su Quotidiano Sanità ricorda una interrogazione parlamentare della senatrice Grillo che chiedeva una più stretta regolamentazione della sanità integrativa e che il 23 giugno 2017 sul suo blog affermava che era in corso “Una progressiva ed inesorabile modifica del codice genetico del nostro welfare, che traghetta il nostro Paese in un sistema di finanziarizzazione e privatizzazione dei servizi sociali, assistenziali e socio sanitari, nonché dei servizi culturali e formativi.”
- Si parla poi di maggiore informatizzazione della sanità, di integrazione socio sanitaria da sviluppare, di interventi per eliminare le liste di attesa, di maggior centralità da riconoscere ai MMG, di indispensabile aumento del personale sanitario, di una revisione delle scuole mediche di specialità e del numero chiuso della facoltà e della necessità di dare maggiore spazio alla ricerca.
- Per quanto riguarda i vaccini si dice solo che l’obbligatorietà non deve interferire con la formazione scolastica.
Le intenzioni paiono buone, ma si sono fatti i calcoli giusti?
Non si può dire che le intenzioni non siano buone, e i casi sono due: o vi è una certa dose di ingenuità nella sottovalutazione di tutte le difficoltà - prevalentemente economiche - che hanno impedito negli ultimi anni di realizzare gli stessi obiettivi. O, al contrario, i nuovi governanti dimostrano una solida convinzione di essere realmente in grado di realizzare tutto quanto hanno dichiarato. Occorre stare a vedere.
Sarà quindi importante che tutti coloro che hanno a cuore la sanità incalzino il governo perché non si dimentichi nei prossimi mesi delle promesse e soprattutto non permetta poi che le inevitabili difficoltà lo portino a tradire ciò che è stato definito essere un “contratto”, e i contratti devono essere rispettati!.
Comunque in ogni caso cerchiamo di non star zitti e continuiamo a dire la nostra su tutto quanto si è scritto e si è detto, sia che si sia a favore o contro o si abbiano dei dubbi o degli auspici. C’è sicuramente bisogno che tutti si sia attenti e presenti, soprattutto in questo momento in cui tutto potrebbe sembrar facile e chiaro, ma è probabile purtroppo che non sia proprio così. Speriamo poi che non ci sia un Pinocchio che spiaccichi con un martello contro il muro il grillo parlante, simbolo collodiano della coscienza che suggerisce le scelte giuste, e si sia capaci di allontanare i gatti e le volpi e non si finisca nel paese dei balocchi già fin troppo da tempo frequentato.
Rinnoviamo quindi l’invito ad utilizzare lo spazio di questo blog per esprimere idee e critiche sui programmi nonché sulla loro realizzazione.
1.
Un programma condivisibile, ma...
Sulla sanità le dichiarazioni di principio dei programmi elettorali difficilmente affermano cose non condivisibili. Emblematico il caso del post su questo blog titolato “sanità elettorale 2”. Vi si legge che la Lega sembra primeggiare nel fare proposte “di sinistra”, che nel mio lessico si traducono “a favore delle persone con maggior disagio”. Lo Stato di questi si deve occupare innanzi tutto (così dice la Costituzione), riducendo le disuguaglianze di salute e favorendo l’accesso alle cure di chi ha maggior difficoltà.
La sanità nel nostro paese è competenza concorrente, con le regioni ad avere potestà di fatto assoluta sulla organizzazione dei servizi. Ora, le regioni in cui la Lega governa da anni, in primis la Lombardia, non primeggia per equità nell’accesso alle cure e da sempre favorisce l’ingresso sul “mercato” dell’offerta dei servizi dei privati. La quota di persone che rinunciano alle cure per motivi economici in Lombardia, seppur ben più bassa della media nazionale, è in costante aumento negli ultimi 10 anni ed è più elevata di quasi tutte le regioni del centro nord, vale a dire più alta di Toscana, Emilia-Romagna, Piemonte, Friuli VG, Liguria, Trentino-Alto Adige. (fonte ISTAT, indagine EUSILC) Se questo governo è veramente convinto di quel che proclama, vale a dire che “La prima vittima di un sistema sociale imperniato sull’utilitarismo e il profitto”, gli affaristi della Sanità lombarda (e non solo) dovrebbero essere assai preoccupati. Ma non li vedo con le valigie in mano…
Il governo giallo-verde enuncia nel suo “contratto di governo” obiettivi condivisibili, a partire dalla centralità del finanziamento pubblico della sanità. Tra gli obiettivi proposti quelli che il livello centrale del SSN può realmente perseguire è senz’altro questo. Per gli altri (trasparenza gestionale, informatizzazione…) può fare ben poco, essendo prevalenti le competenze regionali.
Vedremo se il neo ministro della Salute saprà resistere al fuoco di fila che da anni stanno producendo stampa, pseudo centri di ricerca, politici ad ogni livello, tesi a favorire i vari secondi e terzi pilastri della sanità. Spero che non solo sappia resistere, ma reagisca al mantra (ignobilmente falso) dei “12 milioni di italiani che non si curano” recitato in ogni tempo e in ogni luogo, informando correttamente la popolazione e facendo proposte che rimuovono gli ostacoli ad un equo accesso alle cure (leggi ticket sanitari e liste di attesa).