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Malattie Trasmissibili - 29/12/2023 13:22
Non isolarsi se positivi a SARS-Cov-2: diritto o colpa?
Ci sono tanti comportamenti che la vita in comune ci costringe ad assumere. Ad esempio, il doverci fermare col semaforo rosso, anche se si ha fretta per ragioni di lavoro, il non fumare in pubblico anche se ne avessimo una gran voglia, il non mandare il proprio figlio a scuola se ha dei pidocchi, dovendo magari restare anche noi a casa, eccetera.
E allora è necessario chiedersi se la vita in comune richieda o meno di starcene isolati, per lo più a casa propria, quando abbiamo una malattia contagiosa. Da bambini ogni volta che ci si ammalava restavamo a casa e non era assolutamente permesso rientrare a scuola se non con un certificato di fine malattia.
Rinunciare alla libertà di comportamento è sicuramente un atto che non è gradito e che deve essere quindi ridotto il più possibile. Ciò che non è vietato comunque deve considerarsi permesso, ma non è sempre detto che sia giusto. Oggi è permesso ai positivi al virus Sars-2-Cov di vivere liberi in società, ma dovremmo, credo, chiederci se oltre ad essere permesso sia anche giusto. Certo per alcuni non andare a lavorare può significare una perdita economica anche significativa e per altri non poter fare la vita sociale normale può creare forte disagio.
Ma il limite "giusto" alla libertà personale è chiaro, cioè è il limite indotto dal rispetto delle sfere altrui. Non posso tenere la televisione a tutto volume di notte non perché è immorale, ma perché toglie il sonno a qualcuno almeno che non lo si faccia in pieno deserto. Non posso vendere merce avariata, perdendo così del guadagno, e contravvenendo al diritto della libertà di commercio, perché rischio di indurre un danno a chi compra la mia merce.
Le motivazioni che vengono addotte alla libertà di circolazione dei contagiati sono diverse: si dice innanzitutto che ormai il virus è endemico e produce banali sintomi e quindi è bene che tutta la popolazione ne venga coinvolta così da ridurre la suscettibilità al contagio.
Questa però è la situazione nella settimana poco prima di Natale 2023 (dal 14 al 20 dicembre): 60.440 nuovi casi con una prevalenza di 234.090; dati che sappiamo molto sottostimati a causa delle autodiagnosi non notificate. Ma anche 7.360 ricoverati in ospedale positivi di cui 276 in terapia intensiva, e 425 decessi.
Si dice allora che costringere ad isolarsi può creare al contagiato un danno economico sociale troppo elevato in rapporto al danno che lui può produrre nella comunità. Però l'isolamento necessario non è così lungo e sembra che la contagiosità sia elevata solo nei primi giorni e comunque in presenza di sintomatologia respiratoria.
Chiediamoci allora se verso un qualsiasi altro comportamento che inducesse 425 decessi alla settimana nella popolazione, anche se decessi per lo più di soggetti anziani, non interverremmo? Non chiederemmo di interrompere quei comportamenti? In una relazione "costi-utilità", l'evitare di incrementare la circolazione del virus nella società avrebbe meno valore di ciò cui si deve rinunciare rimanendo 4 o 5 giorni in casa propria? E l'uso della mascherina nei luoghi affollati, come ad esempio in metropolitana, crea un fastidio maggiore del vantaggio della riduzione delle occasioni di contagio?
Con l'isolamento dei positivi e l'uso delle mascherine nei luoghi affollati non riusciremmo di certo ad eradicare il virus dalla popolazione, ma di certo potremmo ridurne la velocità di circolazione.
Credo che dobbiamo renderci conto che oltre alle proprie e sacrosante libertà ci sono anche quelle degli altri, ed oltre a difendere i propri beni personali, come la salute, si deve difendere anche la salute altrui e non dobbiamo rubarla solo per difendere un nostro vantaggio. Riflettiamo quindi! e non si tratta di creare un sistema poliziesco di controllo dei contagiati come si è necessitato in passato. Dobbiamo lavorare sulla convinzione e sulla responsabilità.
Invito perciò le pubbliche autorità sanitarie, ed il Ministro innanzitutto, ad emanare un invito chiaro e motivato a restare isolati a casa propria se contagiati e ad usare comunque tutti una mascherina se siamo in un ambiente ad elevata frequentazione.
Evitiamo di diventare degli untori di manzoniana memoria ...
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Una essenziale richiesta del rispetto del diritto alla salute
Ringrazio il professor Cesare Cislaghi, che pubblica ancora una volta un articolo mirato a tutelare un diritto di tutte e tutti, ossia il diritto alla salute. Il professore scrive nella piena consapevolezza delle esigenze e delle contingenze che la società richiede in termini di lavoro e altre necessità e propone alcune minime misure essenziali ad arginare almeno in parte i contagi: le autorità dovrebbero emanare un "invito" all' isolamento per 4 -5 giorni delle persone risultate positive al covid e l' "invito" per tutte e tutti ad indossare mascherine nei luoghi chiusi ed affollati. Perchè tale invito sia accolto almeno da una parte della popolazione, che in gran parte considera il covid un raffreddore o semplicemente non vuole pensarci, sarà dunque necessaria una campagna di informazione sulle conseguenze attuali per l' organismo, dei contagi covid e sulle conseguenze a lungo termine del long covid. Negli U.S.A., in Gran Bretagna, Australia ed altri Paesi le informazioni riguardo contagi, a ricoveri decessi covid ed effetti del long covid, anche nei telegiornali nazionali, sono da tempo periodicamente aggiornate, molto più che in Italia. Se un' intensa campagna informativa di sensibilizzazione in Italia (qualora dovesse essere avviata, considerato che da oltre un anno e tuttora è lasciato alla responsabilità dei singoli cercare informazioni su alcune testate giornalistiche o agenzie di comunicazione) non dovesse essere sufficiente a far seguire almeno ad una parte delle persone quei comportamenti (peraltro non troppo impegnativi e limitati ai periodi di alta circolazione dei contagi) raccomandati dal professor Cislaghi, la comunità scientifica tutta dovrebbe interrogarsi sul fare raccomandazioni congiunte ai governi affinchè ripristinino, per periodi di tempo limitati, l' obbligo per legge di isolamento (anche per pochi giorni) per le persone positive al covid e l' obbligo di indossare mascherine nei luoghi chiusi ed affollati, a partire da tutti i presidi ospedalieri e dai mezzi di trasporto pubblici. Le persone anziane e le persone immunodepresse rischiano seriamente ricoveri o decessi, e tutti noi rischiamo il long covid, che può essere una condizione debilitante. Cerchiamo di avere rispetto dei valori della salute. Il personaggio di Marta interpretato dall' attrice Fiorenza Marcegiani nel film "Ricomincio da tre" diceva rivolgendosi al compagno Gaetano, interpretato da Massimo Troisi: "Quando c'è l' amore c'è tutto" "- e Troisi replicava: "No, chella è 'a salute".
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E in alcuni casi non è cosi' lieve come si dice
Ho contratto nuovamente il covid in questi giorni dopo avere fatto pure la quinta dose. Nella mia esperienza, contrariamente alla precedente, questa volta il decorso non sembra proprio banale come si tende a far credere. Sintomi pesanti con febbre mal di gola astenia disturbi respiratori catarro e tosse . Insomma molto più che una semplice influenza. Roba sufficiente per mettere fuori uso per alcuni giorni soggetti nel pieno dell'attività lavorativa per non parlare di anziani e fragili. Francamente ne avrei fatto a meno. Personalmente ritengo che tutte le malattie infettive a trasmissione diretta o aerea andrebbero prevenute con un minimo di precauzioni nella vita sociale specie in occasioni come le festività che implicano un gran numero di assembramenti. Anche un raffreddore apparentemente banale può essere impegnativo per chi soffre di malattie croniche respiratorie. E ' una questione di sensibilita' ed educazione ( anche sanitaria ) non essere fonti di diffusione dei contagi. Figuriamoci il covid di cui ancora forse non sappiamo tutto
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Le considerazioni di Cesare Cislaghi sono giustissime, ben spiegate e di buon senso: come si fa a non essere d'accordo?
Le considerazioni di Cesare Cislaghi sono giustissime, ben spiegate e di buon senso: come si fa a non essere d'accordo? Purtroppo, proprio per il fatto che Cesare sente il bisogno di sottolineare questi argomenti ciò significa che, irrazionalmente, molti non li condividono...