I contagi dell’epidemia da Sars-Cov2 hanno ripreso la loro crescita in Italia da metà ottobre. Nei primi giorni la crescita sembra sia stata determinata anche dall’incremento notevole del numero di tamponi effettuati per ottenere il Green Pass, tamponi che hanno evidenziato, si stima nella misura di circa lo 0,2%, diversi soggetti positivi prima non diagnosticati in quanto inconsapevoli  soggetti asintomatici.

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Comunque, accanto alle numerose diagnosi di asintomatici, l’incremento è stato certamente determinato anche da un effettivo aumento della contagiosità che ha portato un valore massimo, di contagi giornalieri (sino all'8 ottobre) pari a 6.764 contagi osservato sia il 5 sia il 6 ottobre.

Negli Open Data di Epicentro (ISS) sono disponibili i dati per classe di età e genere delle frequenze di contagi dai quali si può ricavare la seguente tabella relativa alle frequenze bisettimanali dall’11 ottobre al 24 ottobre e dal 25 ottobre all’8 novembre. Per conoscere i contagi per età a livello regionale gli unici dati pubblici sono invece quelli pubblicati dall'Associazione Italiana di Epidemiologia corredati di approfondite analisi.

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La somma dei contagi non corrisponde esattamente ai valori pubblicati dal Ministero, ma le differenze sono minime e derivano soprattutto dalla presenza di soggetti per i quali l’età non era determinata. L’incremento dei contagi dall’11 ottobre all’8 novembre, cioè in un periodo di quattro settimane, è il seguente:

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Nelle ultime quattro settimane l’incremento maggiore è sicuramente stato quello della classe di età 0-9 anni. Per questo maggiore incremento si possono avanzare alcune ipotesi di spiegazione: dalla riapertura delle scuole all’aumento delle patologie respiratorie parainfluenzali che possono aver fatto aumentare il ricorso ai tamponi mettendo in luce così positività prima non evidenziate. Alcuni ipotizzano che le nuove varianti del virus abbiano fatto aumentare la contagiosità nella prima infanzia. Certamente è anche rilevante l’assenza di vaccinati nella classe under 12 anni, ma l’incremento delle incidenze tra i due periodi bisettimanali appare generalizzato a tutti e due i generi e a tutte le classi di età.

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Il grafico degli incrementi delle frequenze assolute di contagi cambia poco di aspetto se lo si calcola come incremento percentuale delle incidenze cumulative per età, anche se ovviamente mutano i valori degli incrementi; il motivo è la stretta relazione tra i denominatori dei totali dei contagi e dei totali dei soggetti rispetto alle differenze dei numeratori. Cambia, però, se invece dei rapporti si rappresentano le differenze tra le incidenze dei due periodi, e in questo caso diminuisce il valore della classe 0-9 in quanto il rapporto risente maggiormente della minor incidenza precedente.

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L'interrogativo che qui ci si era posti è se l’incremento dei contagi nelle ultime due settimane, dal 25 ottobre all’8 novembre, rispetto all’incremento delle prime due settimane, dall’11 ottobre al 24 ottobre, sia stato omogeneo o meno tra le diverse classi di età e tra i due generi.

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Per meglio capirlo si sono calcolati degli indici di replicazione diagnostica bisettimanali che sono risultati i seguenti (si faccia attenzione che è del tutto indifferente calcolarli come rapporto tra le frequenze assolute bisettimanali o tra le incidenze bisettimanali):

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I valori degli indici sembrano tra di loro molto simili e quindi si può ipotizzare che la crescita sia stata simile per tutte le età e anche per i generi. Si osservano comunque crescite leggermente maggiori nelle femmine per molte classi di età e un leggero incremento per le classi dai 40 ai 79 anni.

Si può quindi concludere ipotizzando che la crescita dei contagi nel mese di ottobre sia stata una crescita omogenea in tutta la popolazione e non selettiva per alcune classi specifiche, sia quelle degli studenti sia quelle dei lavoratori o degli anziani. Ne deriva che le misure di contenimento devono pensarsi principalmente come misure rivolte alla popolazione generale e non semplicemente ad alcune specifiche categorie di soggetti.

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