Vogliamo tenerci l'acqua sporca per paura di buttar via anche il bambino? Fuor di metafora: nel nostro sistema sanitario vogliamo mantenere anche le molte cose che non vanno bene per la paura che cambiandole si butti via anche il sistema stesso?

Ci sono certamente due atteggiamenti pericolosi: il rampantismo innovatore che fondamentalmente tende a ricreare un sistema capace di produrre profitti, ed il conservatorismo nostalgico che invece preferisce non cambiare nulla al cambiare in meglio.

La 833 è della fine degli anni '70, ha una nascita in un momento molto ricco di valori e di speranze e l'aver affermato un sistema sanitario universale e globale, rispettoso dell'equità e molto orientato alla prevenzione, lo si deve ancora oggi ritenere una conquista forse irripetibile e quindi assolutamente da difendere.

Tutto è cambiato

Ma in questi quarant'anni e più molte cose sono cambiate e se affermare gli stessi valori è ogni giorno più importante, il difendere alcuni aspetti organizzativi del sistema talvolta è solo anacronismo. Dalla fine degli anni settanta è cambiato tutto, è cambiata la società, è cambiata l'economia ma soprattutto è cambiata la medicina e la clinica.

Pensiamo solo alla diagnostica per immagine che negli anni settanta non andava praticamente al di là delle radiografie e che poi invece si è evoluta rapidissimamente stravolgendo i percorsi diagnostici e trasferendoli interamente al campo specialistico. Il medico di medicina generale, figura che riproduceva l'immagine quasi romantica del medico condotto, da detentore della maggioranza delle conoscenze cliniche si è sempre più accorto di saper solo poca parte di tutta la conoscenza che si veniva costruendo.

Il ruolo della chirurgia, prima minoritario in un ospedale, ha assunto sempre più peso in settori prima di competenza quasi esclusivamente medica come ad esempio la cardiologia. L'ospedale, che prima era soprattutto un luogo di accoglienza dei malati che non potevano essere curati a casa, è diventato prevalentemente solo l'ambito di somministrazione delle cure nella loro fase acuta.

La gestione della sanità, prima assegnata a USL di poche decine di migliaia di abitanti, oggi viene governata da Aziende che hanno un bacino d'utenza anche di milioni di abitanti. L'aziendalizzazione della sanità, che peraltro ha molti meriti, ha prodotto però anche molte distorsioni costringendo a trovare equilibri economici che spesso invece che cercare una maggior capacità produttiva hanno prodotto solo tagli delle risorse e dei servizi.

Sono cambiati nella società i bisogni, il vissuto del benessere della salute, ma anche la presenza di diverse malattie tra cui alcune infettive epidemiche che negli anni settanta si pensava non ci sarebbero state più. I consumi di farmaci sono aumentati verticalmente, ma anche la conquista di molti anni di maggior sopravvivenza ha prodotto fasce d'anziani con molti bisogni e problematiche che prima erano marginali.

Qualche aggiustamento o un coraggioso ripensamento?

È cambiata la società, il ruolo della famiglia, l'accentramento metropolitano, l'immigrazione, gli inquinamenti ambientali, l'organizzazione del lavoro, ecc. Insomma rispetto a quarantacinque anni fa è cambiata la società, sono cambiati i bisogni, è cambiata la medicina: in questo contesto è opportuno accontentarsi di una difesa del passato o di qualche semplice aggiustamento? Sono invece del parere che c'è bisogno di un coraggioso ripensamento di tutta l'impostazione e l'organizzazione del sistema, dei processi, dei ruoli e delle figura professionali, delle strutture di governo e di controllo.

Sono cambiamenti però che non possono essere fatti in poco tempo, necessitano di molta riflessione, confronto, partecipazione da parte di tutta la società, come è stato per la 833. Non è una operazione politica che si può fare con un decreto pensato in una stanza del Ministero anche se confrontato con le diverse rappresentanze. È un processo politico che innanzitutto deve trovare capacità di analisi e di progettazione e poi deve avere un consenso diffuso a tutti i livelli.

Si arrivò alla 833 attraverso varie proposte, vari dibattiti, varie sperimentazioni: non so se saremo in grado di avviare un processo di questo tipo che potrebbe iniziare dalle figure più capaci di interpretare la situazione con genialità propositiva a prescindere sia degli interessi di Partito sia degli interessi dei Sindacati degli attuali dipendenti. Un processo che poi dovrà diffondersi nel dibattito sociale sino a trovarne il necessario consenso.

Non si vede però come oggi questo processo possa iniziare, ma queste occasioni solitamente nascono da scintille che spero scocchino presto perché ce n'è veramente bisogno e non bastano i pannicelli caldi di qualche piccolo aggiustamento di un sistema che rischia di crollare per le spallate che gli stanno dando i molti interessi di mercato che vorrebbero una sanità nuovamente di tipo assicurativo privato, che inevitabilmente creerebbe dei privilegi e dei disagi nelle diverse classi sociali.

Salviamo il bambino, facciamolo crescere forte, sano, intelligente ... ma l'acqua sporca gettiamola!

 

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