Il 28 nella Smorfia napoletana sono "e zzizze ", segno talvolta con valenze erotiche ma talaltra con significato di benessere e di nutrimento vuoi per il corpo vuoi per lo spirito. Così poteva essere per tutti noi, infatti da quel giorno (lunedì 28 giugno 2021) tutte le Regioni Italiane sono state dichiarate "zone bianche", con il livello minimo di misure di contenimento dell'epidemia da Covid-19.

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È pur vero che il Ministro avvertiva che "l'epidemia non era finita" ma il significato simbolico del "bianco ovunque" ha prodotto nella popolazione la convinzione che l'epidemia stesse terminando e che quindi "si potesse ormai passare alla normalità".

Bassa l'incidenza e basso l'indice Rt, come dichiarato nel verbale della Cabina di Regia del 25 giugno 2021; ma noi già due giorni dopo pubblicavamo un post sul Blog "Come sta la sanità" evidenziando le contraddizioni in atto, cioè il timore per il diffondersi della variante Delta ritenuta molto più contagiosa ed invece l'abrogazione delle misure di contenimento e tra queste anche l'uso della mascherina all'aperto.

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Vai alla pagina del post Al lupo al lupo...

Concludevamo il post dicendo: "Temo che se dovessero malauguratamente crescere di nuovo i contagi si dirà che tutta è colpa della variante Delta non più chiamata Indiana per ragioni geopolitiche, ma forse tutta la colpa non è della variante del virus bensì delle varianti "allegre" dei nostri comportamenti."

E che è successo il 28 giugno, segnando una beffarda coincidenza? È radicalmente cambiato il modello di andamento dei contagi dell'epidemia. Sino al 28 giugno le frequenze giornaliere di nuovi contagi potevano essere considerate aderenti ad un modello di decrescita esponenziale con uno slope (cioè il decremento moltiplicativo) di 0,951 che aveva permesso di arrivare al valore giornaliero di soli 389 nuovi contagi di lunedì 28 giugno.

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Da allora l'andamento dei i contagi si è invertito ed hanno ripreso a salire e attualmente le frequenze appaiono moltiplicarsi di 1,052 ogni giorno.

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Questi due modelli esponenziali possono considerarsi adeguati, come dimostrano anche i bassi residui rispetto ai valori osservati, e se il trend rimanesse costante avremmo a fine agosto quasi 18.000 contagi al giorno!

È probabile che questo incremento non diminuisca ed anzi possa aumentare, come risulta analizzando il trend dell'RDt che da metà giugno ha iniziato a crescere sempre di più.

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Ci si deve allora chiedere perché a livello delle istituzioni, Governo e Regioni, sembra che non si stiano prendendo provvedimenti e forse l'unica loro preoccupazione è che non aumentino i ricoveri ospedalieri ed in particolare quelli in terapia intensiva.

Si dice infatti che nell'ambito della Conferenza delle Regioni sia nata la proposta di sostituire l'Rt con un indice similare ma che considera solo i soggetti positivi che fanno ricorso all'assistenza ospedaliera.

È quindi doveroso chiedersi se in una situazione di evidente forte crescita esponenziale dei contagi, evidenziata chiaramente dall'indice RDt, sia invece utile, per valutare l'andamento epidemico, insistere nell'uso dell'Rt basato sui soli soggetti sintomatici, o addirittura sui soli soggetti ospedalizzati. E' sicuramente vero che sintomatici o ospedalizzati sono casi meno soggetti alla variabilità del numero di tamponi eseguito, ma possono avere altri, e forse peggiori, bias. La problematica dei sintomatici è la soggettività nel ricordare e nel riportare i sintomi, quella degli ospedalizzati invece è dovuta al diverso modo di assistere i positivi, a casa o appunto in ospedale.

Ma la questione principale è se, per capire come l'epidemia si stia evolvendo, sia meglio considerare tutti i soggetti trovati positivi o i soli sintomatici. E' probabile infatti che, a seguito delle vaccinazioni, si contagino maggiormente i più giovani o i vaccinati stessi, ma entrambi con minor probabilità di manifestare una chiara sintomatologia. Avremo inizialmente meno esiti, ma successivamente è probabile che anche gli asintomatici facciano aumentare i contagi così facendo aumentare i rischi anche per i non immuni che sono comunque ancora tanti.

Che fare allora? Continuare a monitorare lo sviluppo di tutti i contagiati usando, almeno a fianco di altri indici, l'RDt che permette di avere indicazioni molto tempestive. E soprattutto senza illudersi che l'infezione da SARS-CoV-2 diventi una banale infezione e che quindi l'unica allerta sia il numero di ricoverati in terapia intensiva.

Abbiamo pensato troppo presto che fosse ormai il momento di normalizzare la vita sociale ... non rischiamo di decidere adesso troppo tardi di reintrodurre misure efficaci di contenimento dei contagi. Non penso che si debba, e neppure si possa, ritornare ad un "lockdown duro" e neppure ad un coprifuoco, ma neanche che si debbano riaprire le discoteche.

Non possiamo permetterci un'altra ondata come le precedenti, ma le prime avvisaglie potrebbero farlo temere e quindi cerchiamo, in tanto che siamo in tempo, di darci da fare per frenare i contagi. E’ comprensibile che ogni "chiusura" oggi rischi di minare il consenso politico, ma domani ci si ricorderà se chi oggi deve decidere abbia preso le giuste decisioni, seppur talvolta sgradevoli.

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