La decrescita è evidente, ma non leggiamola male

Non ne posso proprio più di chi usa i dati, magari anche se in buona fede, arrivando a conclusioni sconclusionate!  Che i casi positivi siano diminuiti in modo consistente e ancora stiano diminuendo, che diminuiscano i decessi, che diminuiscano i ricoveri in ospedale ed anche nelle terapie intensive: tutto ciò e vero e ormai quasi "scontato". Ma voler andar oltre per dire che tutto sta finendo prima che sia realmente vero, questa non è una operazione di onestà informativa che può avere ahimè anche risvolti spiacevoli.

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Figura 1; decrescita dei nuovi casi positivi giornalieri dal 1° maggio

Come decrescono i casi

Come ben risulta dalla figura 1 i casi di nuovi contagi dal 1° maggio hanno avuto un andamento di fondo decrescente che deve essere letto prescindendo dall'evidente ciclicità delle notifiche. Domenica 23 maggio, ad esempio sono stati notificati più casi di lunedì 17 ed anche domenica 30 più casi di lunedì 24. Per vedere la "velocità" di rallentamento l'indice appropriato è l'indice RDt che calcola il rapporto tra le frequenze di due settimane consecutive. L'andamento dell'indice RDt degli ultimi 15 giorni è presentato in figura 2.

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Figura 2: andamento dell'indice RDt dal 14 al 27 maggio (dati dall'11 al 30 maggio)

La settimana il cui giorno centrale è il 1° maggio, ha registrato il rallentamento massimo del mese, ,dopo di che la tendenza si è invertita. Non è che i casi non diminuiscano più ma diminuiscono sempre più lentamente. Quindi si deve stare molto attenti a non enfatizzare con espressioni tipo "crollo" dei contagi o simili. La situazione sembra continuare ad essere favorevole ma la fine dell'epidemia non sembra ancora molto prossima.

La ciclicità intra settimanale

Come già accennato non si possono leggere correttamente i dati né dei contagi né dei decessi se non si tiene conto della ciclicità intra settimanale delle notifiche.

In figura 3 viene presentata la ciclicità media nelle giornate dal 1° di gennaio al 30 di maggio. Il calcolo è effettuato come media delle percentuali osservate in tutte le settimane tra il valore del giorno e la media della settimana dal lunedì alla domenica.

Mentre per i casi diagnosticati positivi si può ritenere che la ciclicità dipenda  soprattutto dal numero di tamponi eseguiti, sempre meno frequenti durante il WE e soprattutto la domenica, per i decessi invece appare molto strana questa regolarità ciclica perchè non risulta che ci sia un giorno della settimana in cui cresce il rischio di morire. Ovviamente l'unica spiegazione può essere data rifacendosi ai ritmi delle attività di rilevazione e notifica. In ogni caso analizzando questi ritmi dall'inizio 2021 ad oggi, risulta che la frequenza minima di contagi la si ha il lunedì ed quella di decessi la domenica, mentre il massimo di positivi è segnalato il giovedì e di decessi il martedì.

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Figura 3: ciclicità intra settimanale delle frequenze dei contagi e dei decessi

Ormai questi ritmi sono conosciuti e non solo dagli addetti al lavoro, quindi si eviti di interpretare un minimo come una tendenza a decrescere ed un massimo come una tendenza a crescere, e si deve ragionare o solo su frequenze settimanali o confrontandosi con un modello di ciclotrend come propone il sistema MADE.

Come decrescono i decessi

Non ha alcun senso interpretare una frequenza di decessi senza riferirla al numero di contagiati di cui i decessi sono probabile espressione. Il trend dei decessi infatti è fortemente associato al trend dei contagi e si può stimare che mediamente tra la notifica di contagio e la notifica di decesso trascorrano attualmente 13 giorni. Assumendo questa latenza si può quindi stimare la letalità che dipende naturalmente non solo dal numeratore, i decessi, ma anche dal denominatore, i contagiati, e se questi sono diagnosticati in proporzione minore la letalità cresce e viceversa.

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figura 4: a) andamento del numero di decessi b) letalità dal 1° al 31 maggio

In figura 4 sono rappresentati gli andamenti del numero di decessi e della letalità (a lag -13) dal 1° al 31 maggio: si osserva una intensa decrescita della mortalità ma una quasi stazionarietà della letalità. Inoltre se la letalità viene calcolata non sui dati giornalieri ma sulle medie mobili settimanali il risultato è ancora più evidente come si osserva in figura 5.

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Figura 5: andamento della letalità calcolata sulle medie mobili settimanali

Il calcolo effettuato con le medie mobili evidenzia una decrescita della letalità sino al giorno 16 maggio in cui aveva raggiunto il valore dell'1,5% per poi invertire la tendenza crescendo oltre l'1,8%.

Come interpretare questa crescita non si sa, anche se sincrona alla crescita dell'RDt, comunque è il caso di tenerla sotto controllo dato che sembra proprio che i decessi diminuiscano grazie alla diminuzione dei casi ma non ad una minor gravità della malattia, ciò che invece ci si aspettava dato l'abbassamento dell'età dei contagiati.

Come decrescono i ricoveri in terapia intensiva

Per i ricoveri in terapia intensiva il discorso è differente da quello sui decessi: i nuovi ingressi decrescono proporzionalmente al numero dei nuovi contagiati ma come risulta da figura 6 il rapporto ricoverati/contagiati rimane presso che costante sino a metà maggio, poi per una settimana cresce ed invece nell'ultima decresce intensamente sino alla soglia dell'1% dei contagiati.

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Figura 6: percentuale di ricoverati in terapia intensiva tra i nuovi contagiati

Bisognerà aspettare ancora due settimane per capire se negli ultimi quindici giorni sia cambiata la gravità delle malattie associate al contagio dato che tra i valori della letalità e del tassi di ospedalizzazione in terapia intensiva passano due settimane nella data di contagio dei soggetti.

Conclusione

Concludendo questa descrizione dell'epidemia nei giorni di maggio, ci sia permesso di ribadire che è necessario ragionare su dati reali ma è opportuno stare attenti nel "dare i numeri" perchè spesso chi non ha l'abitudine di analizzarli può facilmente cadere in spiacevoli equivoci che diventano gravi se poi su questi si basano commenti ed interpretazioni sull'andamento dell'epidemia. Ed infine stiamo allertati perchè non tutti i segnali sono di decrescita serena.

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