Uno dei problemi avanzati spesso nella lettura dei dati pubblicati dalla Protezione Civile per l’epidemia è la loro coerenza interna,  e se innanzitutto sia costante il rapporto tra sintomatici e asintomatici e se la frequenza di positivi dipenda principalmente oi no dal numero di test effettuati. È allora interessante vedere se vi è coerenza nell’andamento dei dati relativi ai contagi e dei dati relativi ai ricoveri ospedalieri.
Esaminando gli andamenti delle prevalenze delle tre diverse frequenze a livello nazionale si può sin da subito osservare quanto in realtà siano tra loro somiglianti:

fig-pos-1.png
fig-ric-1.png
fig-ti-1.png

È allora opportuno esaminare l’andamento reciproco  di queste tre frequenze dal 1° novembre siano ad oggi 13 febbraio:

fig-ric-2.png

fig-ti-2.png

Nel primo grafico sono rappresentate in ascissa le prevalenze di soggetti positivi e in ordinata quella di soggetti ricoverati e si osserva che gli andamenti sono simili con un massimo per entrambe le frequenze al 23 novembre. Nella fase di decrescita, a parità di prevalenza di positivi, la prevalenza di ricoverati è minore che non nella fase di crescita e nel secondo grafico la prevalenza di ricoverati in terapia intensiva è maggiore nella decrescita a parità della prevalenza del totale dei ricoveri.
Questa osservazione è ancor più evidente se si calcolano i rapporti percentuali tra le due prevalenze:
i ricoverati si aggirano attorno al 5% dei positivi e i ricoverati in terapia intensiva attorno al 10% di tutti i ricoverati.

fig-ric-3.png
fig-ti-3.png

La prevalenza di ricoverati era il 5,5% della prevalenza dei positivi ad inizio novembre per poi scendere al 4,5% a fine anno ed a risalire ai massimi precedenti a metà febbraio. La percentuale della  prevalenza di ricoveri in terapia intensiva sulla prevalenza complessiva di ricoverati  è stata in chiara crescita sino a fine novembre per poi diminuire leggermente ed a rimanere pressochè costante da fine anno in poi a livello di circa il 10% di tutti iu ricoveri dei positivi.

Le singole prevalenze hanno quindi una variazione massima reciproca non molto elevata che permette di ipotizzare che non ci siano gravi lacune di completezza nei dati ufficiali a livello nazionale e soprattutto in quelli relativi alla rilevazione dei casi positivi e tra questi quindi anche alla quota di sintomatici e asintomastici che potrebbe spesso dipendere dalle diverse strategie di effettuazione dei test diagnostici. Le tre prevalenze esaminate hanno iun andamento reciproco molto omogeneo e non cambierebbe di molto il quadro dell’espansione epidemica analizzando una delle tre prevalenze rispetto alle altre due. Un corollario a questa osservzione è anche un invito a riflettere se valga la pena di calcolare l’indice Rt solo sui casi considerati come sintomatici data la quasi sovrapposizione dell’andamento dei ricoveri con quella della totalità dei soggetti risultati positivi al test diagnostico.

Qualche perplessità può però nascere esaminando i i dati a livello di singole Regioni. Si considerino comunque tre fattori che possono determinare una maggiore variabilità tra le Regioni superiore a  quella del livello nazionale: la dlversa struttura per età, i diversi approcci assistenziali, e per le Regioni più piccole anche la componente di relativa maggior variabilità stocastica.

Queste le percentuali tra le prevalenze di ricoverati e di positivi  nei giorni 13 novembre, 13 dicembre, 13 gennaio e 13 febbraio:

fig-ricpos-regioni.png

La maggior parte delle Regioni ha un rapporto tra le due prevalenze simile a quello nazionale ma sorprende la Liguria ed il Piemonte dove la percentuale di ricoverati tra i positivi è molto superiore, e mentre in Liguria si può supporre che ciò sia dovuto alla maggiore età media della popolazione, in Piemonte il fenomeno appare solo in gennaio e febbraio e non sappiamo formulare una ipotesi di spiegazione.
Più omogenei sono, a livello regionale, i rapporti tra la prevalenza dei ricoverati in terapia intensiva e la prevalenza del totale dei ricoverati:

terint-roicov-regioni.png

Nel Piemonte i valori sono minori per la maggior prevalenza di ricoverati in totale e tra le Regioni con. una percentuale di ricoveri in terapia intensiva maggiore si nota la Toscana.
Nella valutazione dei dati sia di prevalenza che di incidenza dei contagiati è opportuno quindi valutare congiuntamente anche queste informazioni che possono suggerire situazioni di sovra o di sotto notifica di positività rispetto alla media nazionale.

       Visite