È stato un gioco troppo facile, e anche troppo diffuso, quello di criticare i programmi elettorali ed i partiti che li hanno presentati! Ma le critiche sarebbero del tutto sterili se non si fosse poi capaci di dire quello che si avrebbe voluto leggere in questi programmi. Cerchiamo perciò di dirlo pur sapendo che occorrerebbe un lavoro più approfondito di riflessione e di confronto con i decisori, con gli operatori e con la popolazione. Di seguito ci sono alcune delle domande di cui avremmo desiderato trovare una esauriente risposta.

Innanzitutto sarebbe sempre opportuno sapere se i partiti confermano l’impianto del SSN come è stato disegnato quarant’anni fa dalla 833: cioè, in sintesi, universalismo, globalità, gratuità, fiscalità, regionalismo. E subito dopo vorremmo che dicessero se ritengono che  l’attuale finanziamento sia scarso, congruo o ridondante e che quale priorità assegnano alle risorse pubbliche da attribuire alla sanità rispetto ad altre destinazioni.

Quale rapporto ritengono i partiti debba esserci tra pubblico e privato? Sia nella produzione dei servizi ma ancor più nella loro erogazione? Si intende mantenere l’unicità fondamentale del sistema sanitario pubblico o si pensa di lasciare tutto lo spazio possibile ad un secondo pilastro costituito dalla sanità privata?

Un secondo aspetto importante da risolvere è l’uniformità dei servizi regionali oggi tutt’altro che uniformi; che si può e si deve fare per riallineare i servizi sanitari di alcune Regioni del meridione? Occorrono nuovi investimenti e soprattutto nuove capacità di gestione, ma come si possono creare? Con quali strumenti?

Oggi l’accesso ai servizi ha soprattutto due ostacoli: il costo dei ticket e le troppo lunghe liste di attesa; come risolvere? Per i ticket li si vuole realmente eliminarle? o per lo meno si intendono effettivamente graduare  secondo le effettive capacità di contribuzione degli utenti? E le liste di attesa con che interventi possono esser risolte? Aumentando l’offerta o cercando di ottenere maggiore attenzione all’appropriatezza sia da parte dei prescrittori che della popolazione?

I partiti potrebbero anche chiarire come pensano che si possa ottenere un più giusto rapporto tra l’assistenza territoriale e l’ assistenza ospedaliera. E poi che funzioni dovrebbero essere assegnate alla medicina di base? E l’esperienza delle Case della Salute è positiva e dovrebbe essere estesa ovunque oppure no? È possibile inoltre individuare una figura di operatore che gestisca il percorso assistenziale del malato cronico? Ed è una urgente priorità sviluppare le diverse reti assistenziali? Inoltre l’assistenza alla non autosufficienza ed alla disabilità rimane principalmente affidata alle famiglie o potrà essere realmente garantita dal servizio sanitario pubblico?

Cosa pensano i partiti della prevenzione della salute? deve essere maggiormente sviluppata attribuendole più risorse oltre il 5% del fondo sanitario? E con quali priorità di programmi: lavorando sulla riduzione dei rischi? operando sulle diagnosi precoci? diffondendo maggiore immunizzazione? E rispetto alle misure che riguardano la protezione della intera comunità, quale deve essere il limite tra obblighi e libertà di scelta?

E poi si intende dare maggiori fondi alla ricerca? E un maggior ruolo alla formazione ed all’aggiornamento? E si pensa di dare maggiore rilevanza agli strumenti informativi ed ai processi valutativi sia a riguardo dell’efficacia, sia dell’efficienza che dell’equità?

Questi sono alcuni degli interrogativi per i quali l’elettore dovrebbe desiderare di trovare risposta in un programma elettorale che disegna le politiche sanitarie per i prossimi cinque anni della legislazione. Il dibattito sull’impostazione della politica sanitaria è importante che ritorni al centro dei programmi degli schieramenti politici perché sarebbe oltre modo sconveniente che si prendessero poi delle decisioni al riguardo senza prima averle sottoposte, almeno nelle linee fondamentali,  al giudizio della popolazione al momento delle scelte elettorali. Chi ha a cuore la sanità e la salute della comunità dovrebbe contribuire a stimolare i partiti in tal senso invitando inoltre tutti i cittadini a prendere maggiore consapevolezza su quale futuro vorrebbero che fosse dato alla sanità.

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