Riassunto

Chi ha partecipato quest’anno al convegno della Società internazionale di farmacoepidemiologia (Montreal, Canada) ha respirato una strana atmosfera. Alcune relazioni suonavano trionfalistiche e con toni di chi annunciava una svolta epocale per il settore: «Gli studi osservazionali e post-marketing saranno il nuovo punto di riferimento capace di indicare ciò che è efficace e sicuro tra i nuovi medicinali». Altri, invece, assistevano provando a resistere, dubbiosi e scettici, alle nuove parole d’ordine (real world evidence eccetera) che, per quanto accattivanti, non risolvono i limiti e le sfide metodologiche con cui ci si confronta da sempre in questo settore. Ma che cosa è successo di nuovo per alimentare tanto entusiasmo?

 

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