Riassunto

Il dato dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) del 2012, che indicava l’Italia come il Paese con la più bassa spesa in prevenzione sanitaria, ha dato lo spunto per una raccolta sistematica e un’analisi critica dei flussi disponibili sulla spesa per le attività di prevenzione in Italia.

Le statistiche correnti di spesa sanitaria sono raccolte centralmente dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) attraverso i modelli di rilevazione dei costi dei livelli essenziali di assistenza (LEA) delle aziende USL. Le tre macroaree dei LEA sono: assistenza distrettuale, assistenza ospedaliera e assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro. Le spese per la prevenzione rientrano in quest’ultima e sono ripartite nelle seguenti voci: attività di prevenzione rivolte alle persone, igiene degli alimenti e della nutrizione, igiene e sanità pubblica, prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro, sanità pubblica veterinaria, attività medico-legale per finalità pubblica. Tra il 2006 e il 2013, ultimo dato disponibile, la spesa per le attività di prevenzione del Servizio sanitario nazionale (SSN) è rimasta costante in rapporto alla spesa sanitaria totale (4,2%), pari a 4,9 miliardi nel 2013. Nel periodo di studio considerato (2006-2013) appaiono in aumento le spese per le attività rivolte alle persone (+8,7%), attribuibili soprattutto a vaccinazioni e screening, e in diminuzione le attività di igiene pubblica (-5,7%) e quelle della sanità pubblica veterinaria (-3,8%). I confronti internazionali indicano una spesa per la prevenzione del 2,9% rispetto alla spesa sanitaria totale, costante negli anni e nella media dei Paesi OCSE. Per la prevenzione, l’Italia spende tanto quanto i Paesi che non possiedono un servizio sanitario pubblico; il dato risulta inferiore del 5% rispetto alla programmazione nazionale, con poche eccezioni e molta variabilità regionale all’interno delle componenti delle voci di spesa. In questo contesto si sottolinea l’importanza di investire maggiori risorse nella pianificazione e nell’implementazione di interventi preventivi di provata efficacia e costo-efficacia.

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Abstract

We systematically assess and critically appraise Italian national and regional-level data on health expenditure for prevention in the period 2006-2013, expanding on international figures available from the Organisation for Economic Cooperation and Development (OECD) reports. At national health system level, as emerges from the health expenditure monitoring system of the Italian National Agency for Regional Health Services (Agenas), in Italy public health expenditure for prevention accounts for about 4.2% of total public health expenditure (4.9 billion euros in 2013); these figures being constant over the study period. Expenditure for preventive services targeting individuals (i.e., immunization and screening) has increased over time (+8.7%), while public hygiene and veterinary expenditure has decreased (-5.7 and -3.8%, respectively). International comparisons, which consider different parameters, report Italy to spend 2.9% of total health expenditure on prevention, which is in line with the OECD Countries average. In Italy expenditure for prevention is still below the 5% national target, with a lot of heterogeneity by region. In the context of a health system that still provides universal health coverage, increased resources should be devoted to plan and implement preventive programmes of proven efficacy and cost effectiveness.

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