Riassunto

Negli ultimi anni, gli iscritti/e all’Associazione Italiana di Epidemiologia (AIE) sono aumentati considerevolmente e il loro profilo ha subito molte variazioni. L’obiettivo di questo lavoro è di descrivere le caratteristiche dei soci e delle socie, con una particolare attenzione agli iscritti/e in maniera continuativa. Per farlo, sono stati utilizzati i dati riportati sui moduli di iscrizione all’AIE e presenti sul nuovo sito nell’area del profilo personale (periodo 2016-2024). Le caratteristiche considerate sono state: genere, età, formazione e posizione lavorativa del socio/a, regione e tipologia dell’ente di appartenenza. Sono considerati soci continuativi quelli con almeno tre iscrizioni nel periodo considerato, di cui almeno una nell’ultimo triennio (2022-2024).

Analizzando questi dati, si è visto che, nel 2024, l’AIE conta 557 soci e socie, di cui 340 (61,0%) di sesso femminile e 182 (32,7%) con meno di 35 anni. Questo dato conferma il trend in crescita osservato a partire dal 2016, in cui gli iscritti erano poco più di 300, tenendo conto che ogni anno vi è una quota di nuovi iscritti/e pari a circa il 30%.  I soci/e che si possono considerare continuativi sono 382. Oltre il 90% di questi lavora in 8 regioni (Lazio, Piemonte, Emilia-Romagna, Lombardia, Toscana, Veneto, Puglia e Sicilia), mentre sono scarsamente o per nulla rappresentate le altre. Nel tempo, e con l’arrivo dei nuovi ingressi, l’Associazione si sta spostando verso il mondo accademico, mentre si è ridotta la quota di professionisti che lavorano presso enti che si occupano di salute pubblica. La platea dei soci/e è complessivamente altamente formata; tuttavia, mentre tra le coorti più anziane prevale la formazione medica e biologica, in quelle più giovani cresce molto la formazione statistico/matematica. Il 70% dei soci/e ha un contratto a tempo indeterminato, il 5% a tempo determinato, il 13% ha un contratto atipico. Il precariato tende a essere minore tra i laureati in medicina e tende a rimanere più alto nelle altre professioni sanitarie e nelle lauree non sanitarie.

L’AIE sta vivendo una fase di forte dinamicità e apertura, contraddistinta dall’evoluzione della platea dei soci/e, non solo in termini di numero di iscrizioni, ma anche nel loro profilo. Sarà fondamentale sostenere e promuovere i cambiamenti positivi in atto, come la maggiore rappresentatività geografica e l’ingresso di nuove leve, fenomeni facilitati anche dalle molteplici attività portate avanti dall’AIE, tra cui congressi, gruppi di lavoro, webinar, corsi di formazione e collaborazioni con altre società scientifiche. Parallelamente, potrebbe essere utile aprire una discussione sul significato e sulle conseguenze dell’aumento della provenienza dei soci dal mondo accademico e la riduzione, almeno in termini relativi, degli esponenti del mondo della sanità pubblica. Infine, occorrerà far fronte ad alcune criticità che le caratteristiche dei soci sembrano proiettare sul mondo dell’epidemiologia, almeno nell’ambito dell’Associazione, come l’ancora scarsa multidisciplinarietà e la persistenza del precariato, specialmente tra i laureati in percorsi formativi che ancora non rientrano nei profili professionali riconosciuti dal SSN.

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Abstract

In recent years, the number of members of the Italian Association of Epidemiology (AIE) has increased considerably, and their profile has undergone many changes. The aim of this work is to describe the characteristics of the members, with particular attention to those who have been continuously enrolled. To evaluate these characteristics, the data from membership forms submitted to the Association and information available on the new website in the personal profile area (period 2016-2024) were used. The characteristics considered were: gender, age, education, and job position of the member, Region, and type of affiliated institution. Members with at least three registrations during the period considered, including at least one in the last three years (2022-2024), are considered continuous members.

In 2024, AIE counts 557 members, of whom 340 (61.0%) are female and 182 (32.7%) are under 35 years old. This data confirms the growing trend observed since 2015, when the number of members was just above 300, considering that each year there is a quota of new members amounting to about 30%. A total of 382 members can be considered continuous. Over 90% of these members work in 8 Regions (Lazio, Piedmont, Emilia-Romagna, Lombardy, Tuscany, Veneto, Puglia, and Sicily), while the other regions are scarcely or not represented at all. Over time, and with the arrival of new members, the Association is shifting towards the academic world, while the proportion of professionals working in public health institutions has decreased. Members are overall highly educated; however, while older cohorts have predominantly a medical and biological education, younger cohorts increasingly have statistical/mathematical education. Seventy percent of the members have a permanent contract, 5% have a fixed-term contract, and 13% have an atypical contract. Precarious contracts tend to be lower among medical graduates and remain higher in other health professions and non-health-related degrees.

AIE is dealing with a period of dynamism and openness, marked by the increase in the number of the members and the transformation of their occupational and educational profile. It is crucial to support and promote the ongoing positive changes, such as the wider geographic representativeness and the entry of new recruits, also facilitated by multiple activities carried out by AIE, including congresses, working groups, webinars, training courses, and collaborations with other scientific societies. At the same time, it might be useful to open a discussion on the meaning and consequences of the increase of academic members and the reduction, at least in relative terms, of individuals coming from public health. Finally, it will be necessary to approach some critical issues, such as the still poor multidisciplinarity and the persistence of job insecurity, especially among graduates in educational pathways that still do not fit into the professional profiles recognized by the NHS.

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