INAIL, Settore ricerca, certificazione e verifica, Dipartimento di medicina del lavoro, Laboratorio di epidemiologia
Centro operativo regionale (COR) della Valle d'Aosta, Unità sanitaria locale Valle d'Aosta, Aosta
COR Piemonte, Università di Torino e Ospedale S. Giovanni Battista, Unità di epidemiologia dei tumori, Torino
COR Liguria, Istituto nazionale per la ricerca sul cancro (IST), SSD epidemiologia descrittiva - registri tumori, Dipartimento di epidemiologia e prevenzione, Genova
COR Lombardia, Dipartimento di medicina preventiva, del lavoro e dell'ambiente, Fondazione IRCCS Ca' Granda, Ospedale Maggiore Policlinico e Università degli Studi di Milano
COR Provincia Autonoma di Trento, Azienda provinciale per i servizi sanitari, igiene e medicina del lavoro, Rovereto (TN)
COR Veneto, Servizio di prevenzione, igiene e sicurezza negli ambienti di lavoro (SPISAL) AULSS 16, Padova
COR Friuli Venezia Giulia, Azienda ospedalierouniversitaria Ospedali riuniti di Trieste, Struttura complessa di medicina del lavoro, Trieste
COR Emilia-Romagna, ASL Reggio Emilia, Dipartimento di sanità pubblica, Reggio Emilia
COR mesoteliomi della Toscana, UO Epidemiologia ambientale occupazionale, ISPO, Firenze
COR Marche, Università di Camerino, Dipartimento di salute e igiene ambientale, Camerino (MC)
COR Umbria, Università di Perugia, Dipartimento di igiene e sanità pubblica, Perugia
COR Lazio, Dipartimento di epidemiologia ASL RM/E, Agenzia di sanità pubblica della Regione Lazio, Università Sapienza di Roma, Dipartimento di medicina sperimentale, Anatomia patologica, Roma
COR Abruzzo, USL Pescara, UO Medicina del lavoro, Polo sanitario Tocco da Casauria (PE)
COR Campania, II Università di Napoli, Dipartimento di medicina sperimentale, Napoli
COR Puglia, Università di Bari, Dipartimento di medicina interna e sanità pubblica, Sezione di medicina del lavoro B. Ramazzini, Bari
Alessandra Binazzi, Alberto Scarselli, Marisa Corfiati, Davide Di Marzio, Claudia Branchi, Marina Verardo, Dario Mirabelli, Valerio Gennaro, Carolina Mensi, Gert Schallenberg, Enzo Merler, Renata De Zotti, Antonio Romanelli, Elisabetta Chellini, Cristiana Pascucci, Daniela D'Alò, Francesco Forastiere, Luana Trafficante, Simona Menegozzo, Marina Musti, Gabriella Cauzillo, Attilio Leotta, Rosario Tumino, Massimo Melis, Alessandro Marinaccio, Gruppo di lavoro ReNaM, Sorveglianza epidemiologica dei mesoteliomi per la prevenzione dell’esposizione ad amianto anche in attività non tradizionalmente coinvolte. Epidemiol Prev 2013; 37 (1): 35-42. https://epiprev.it/1654
Storia editoriale
Ricevuto: 11/04/2025
Accettato: 11/04/2025
Pubblicato: 03/04/2013
2 documenti allegati
Riassunto
OBIETTIVO: evidenziare che la sorveglianza epidemiologica dei mesoteliomi maligni (MM) non solo identifica situazioni di esposizione del passato industriale del nostro Paese, ma può suggerire circostanze di esposizione inconsapevole nei luoghi di vita e di lavoro rilevanti per la prevenzione dei rischi.
DISEGNO: ricerca attiva dei casi di MM e analisi individuale delle esposizioni tramite questionario.
SETTING E PARTECIPANTI: tutte le Regioni presso cui è istituito un Centro operativo regionale (COR) con compiti di identificazione e di analisi dei casi di MM insorti nel proprio territorio. Periodo di diagnosi: 1993-2008.
PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: analisi descrittiva dei casi di mesotelioma maligno e delle situazioni di esposizione ad amianto che il ReNaM identifica sui soggetti ammalati.
RISULTATI: le modalità di esposizione sono state approfondite per 12.065 casi (76% del totale Epidemiol Prev 2013; 37 (1): 35-42 dei casi registrati da ReNaM nel 1993-2008). La latenza mediana è di 46 anni. Sono state evidenziate, oltre a cluster di casi in attività notoriamente correlate all’uso industriale storico di amianto nel nostro Paese, alcune situazioni di particolare interesse per la prevenzione dei rischi da esposizione ad amianto oggi.
CONCLUSIONE: la sorveglianza epidemiologica dei tumori professionali è uno strumento di prevenzione dei rischi da esposizione ad agenti cancerogeni nei luoghi di vita e di lavoro; è auspicabile che l’esperienza del ReNaM si estenda a tutti i tumori di origine professionale, come previsto dal D.Lgs 81/2008, consentendo una sinergia con i sistemi di riconoscimento e indennizzo e una più ampia disponibilità di informazione per i servizi territoriali di prevenzione.
OBJECTIVE: to show how malignant mesothelioma (MM) surveillance not only identifies settings of exposure representing past industrial history, but it may also detect conditions of current exposure relevant for the prevention, if the wide spectrum of asbestos uses is considered.
DESIGN: active search of MM cases and exposure assessment at individual level through a questionnaire; identification of exposure circumstances relevant for prevention.
SETTING AND PARTICIPANTS: Italy, all the Regions where a Regional Operating Centre (COR) is established to identify all MM cases diagnosed in the population and analyze their occupational, residential, household and environmental histories. Period of diagnosis: 1993-2008.
MAIN OUTCOME MEASURES: descriptive analysis of MM cases and of asbestos exposures.
RESULTS: ReNaM includes 15,845 cases of MM diagnosed between 1993 and 2008.The male/female ratio is 2.5.Mean age at diagnosis is 69 years. Pleural MMs represent 93% of all cases. Exposures have been investigated in 12,065 cases (76%). The median latency time is 46 years. In addition to clusters of MM cases in activities well known to entail asbestos use, different current exposure circumstances requiring intervention have been evidenced.
CONCLUSIONS: on the basis of this experience, epidemiological surveillance of all occupational cancers should be implemented to foster synergies with the compensation system and the Local Health Authorities’ occupational safety and health services, as required by the Italian Legislative Decree N. 81/2008.
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