Riassunto

OBIETTIVI: analisi dell’impatto della pandemia di COVID-19, in termini di rischio di infezione e ospedalizzazione, nella popolazione immigrata in Veneto, per area geografica di provenienza. 
SETTING E PARTECIPANTI: la popolazione in studio è rappresentata dai residenti e assistiti nella Regione Veneto di età inferiore ai 65 anni, risultati positivi al test di ricerca del virus SARS-CoV-2 nel periodo 01.03.2020-30.06.2021 e ospedalizzati con COVID-19, individuati dal sistema di biosorveglianza regionale.
PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: l’impatto della pandemia di COVID-19 sugli immigrati provenienti da diverse aree geografiche è stato stimato in termini di tassi d’infezione e di ricoveri specifici per età e genere, calcolati come il rapporto tra il numero di eventi osservati nelle diverse popolazioni in esame e la popolazione residente in Veneto al 01.01.2021. I tassi degli immigrati sono stati confrontati con quelli della popolazione italiana stimando i rapporti tra tassi di incidenza (incidence rate ratio, IRR), usando il modello di Poisson aggiustato per classe d’età e genere.
RISULTATI: in generale, i soggetti provenienti dall’America centro-meridionale e dall’Asia centro-meridionale mostrano tassi d’infezione superiori alla popolazione italiana, in quasi tutte le classi di età considerate. Di contro, l’Africa settentrionale e i Paesi a sviluppo avanzato (PSA) mostrano tassi d’infezione inferiori agli italiani; nel caso degli altri Paesi asiatici, rappresentati in particolare dalla Cina, i tassi d’infezione sono addirittura dimezzati. Rispetto alla popolazione italiana, gli stranieri – a eccezione di quelli provenienti da PSA – mostrano tassi di ospedalizzazione maggiori in tutte le classi di età considerate e a prescindere dall’area geografica di provenienza. Né l’età né il genere sembrano modificare l’associazione tra il Paese d’origine e i tassi d’infezione e di ospedalizzazione. Rispetto agli italiani, l’IRR per l’infezione da SARS-CoV-2 risulta particolarmente basso nei soggetti provenienti dagli altri Paesi asiatici (-53%), dai PSA (-25%), dall’Africa Settentrionale (-21%) e dall’Europa Orientale (-10%). Mostrano, invece, rischi di infezione più elevati gli immigrati dall’America e dall’Asia centro-meridionale (+17% e +10%, rispettivamente). I tassi di ospedalizzazione sono risultati particolarmente elevati nei soggetti provenienti dall’Asia centro-meridionale, dal continente africano e dall’America centro-meridionale, con frequenze tra 1,84 e 3,14 volte maggiori rispetto ai cittadini italiani. 
CONCLUSIONI: dalla valutazione dell’impatto del COVID-19 nella popolazione immigrata in Veneto sono emerse forti differenze nei tassi d’infezione e di ospedalizzazione tra stranieri provenienti da diverse aree geografiche. Il rapporto dei tassi d’infezione tra italiani e stranieri risulta marcatamente più basso rispetto al corrispondente rapporto dei tassi di ospedalizzazione, e concorre a supportare una possibile sottodiagnosi dell’infezione tra le popolazioni immigrate. Si mette in evidenza l’importanza per la sanità pubblica di aumentare l’attenzione verso queste fasce di popolazione più vulnerabili, per contrastare la diffusione del virus, potenziando le politiche vaccinali, il contact tracing e il testing.

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Abstract

OBJECTIVES: to examine the differences in SARS-CoV-2 infection and hospitalization rates among migrant populations in Veneto Region (Northern Italy), according to the geographic area of origin. 
SETTING AND PARTICIPANTS: all residents in Veneto Region aged <65 years were included in the analyses. All subjects infected by SARS-CoV-2 and hospitalized for COVID-19 were identified by means of the regional biosurveillance system.
MAIN OUTCOME MEASURES: age- and gender-specific infection and hospitalization rates were stratified by geographic area of origin and were estimated using the number of incident cases over the resident population in Veneto on 01.01.2021. Incidence rate ratios (IRR) for infection and hospitalization rates were estimated using a Poisson model, adjusted for age and gender, among migrants compared to Italians.
RESULTS: compared to Italians, SARS-CoV-2 infection rates were significantly higher among migrants from Central and South America and Central and South Asia, lower among those from North Africa and High-Income Countries (HIC), and were approximately halved for those coming from Other Asian Countries (mainly represented by China). Hospitalization rates were significantly higher for all migrant populations when compared to Italians, with the exception of those coming from HIC. Neither age nor gender seemed to modify the association of the geographic area of origin with SARS-CoV-2 infection and hospitalization rates. IRR for SARS-CoV-2 infection of migrants compared to Italians showed how migrants from Other Asian Countries had the lowest infection rates (-53%), followed by people from HIC (-25%), North Africa (-21%), and Eastern Europe (-10%). Higher infection rates were present for Central and South America and Central and South Asia (+17% and +10, respectively). Hospitalization rates were especially high among migrants from Central and South Asia, Africa, and Central and South America, ranging from 1.84 to 3.14 times those observed for Italians. 
CONCLUSIONS: a significant heterogeneity in SARS-CoV-2 infection and hospitalization rates of migrant populations from different geographic areas of origin were observed. The significantly lower incidence rate ratio for infections, compared to that observed for hospitalizations, is suggestive of a possible under-diagnosis of SARS-CoV-2 infection among migrant populations. Public health efforts should be targeted at increasing support among migrants to contrast the spread of the pandemic by potentiating vaccination campaigns, contact tracing, and COVID-19 diagnostic tests.

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